Kaja Kallas: “Se Mosca non accetterà un cessate il fuoco incondizionato, ci saranno misure forti”

Trump soddisfatto della telefonata con Putin, ma l'Ue, in attesa di vedere progressi concreti, ha approvato il 17mo pacchetto di sanzioni contro la Russia e chiede agli Usa “serie pressioni”
4 ore fa
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Kallas
Kaja Kallas, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza (Afp)

“Abbiamo sentito le dichiarazioni dagli Stati Uniti. Se Mosca non accetterà un cessate il fuoco incondizionato, ci saranno misure forti. Ed è proprio ciò che vogliamo vedere”. Kaja Kallas, l’Alta rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea, ha esordito così stamattina entrando alla riunione dei ministri della Difesa dell’Ue a Bruxelles.

“Dagli Stati Uniti abbiamo sentito che senza una tregua ci sarebbero state delle reazioni forti, delle conseguenze, e ora vogliamo vedere queste conseguenze“, ha ribadito l’ex premier estone lamentando l’assenza di “serie pressioni” da parte dell’amministrazione a stelle e strisce nei confronti del Cremlino.

Il riferimento è alla telefonata di ieri tra il presidente Usa Donald Trump e il russo Vladimir Putin, che hanno discusso per oltre due ore. Il presidente Usa si è detto molto soddisfatto della chiamata e ha annunciato trionfalmente sul suo social Truth che i due belligeranti “avvieranno immediatamente i negoziati per un cessate il fuoco e, cosa più importante, per la fine della guerra“.

Putin, invece, si è limitato a dire che Mosca è pronta a lavorare con Kiev ad un “memorandum su un possibile futuro accordo di pace“, e che vanno affrontate le cause alla base del conflitto.

Ma Kallas oggi ha sottolineato: “È importante, come tutti abbiamo ribadito, che ci sia un cessate il fuoco pieno e incondizionato. L’Ucraina ha accettato questa proposta 60 giorni fa. Se la Russia non farà lo stesso, come abbiamo visto anche ieri, allora aumenteremo la pressione“.

Il 17mo pacchetto di sanzioni

Ieri, Trump, seguendo il suo approccio transazionale anche in politica estera, ha prospettato al suo interlocutore i vantaggi economici di rapporti commerciali bilaterali, che passerebbero da un possibile ritiro delle sanzioni.

Dal canto suo oggi l’Ue ha approvato il diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, ed è già al lavoro sul successivo. Segno che non c’è molta fiducia nelle buone intenzioni di Putin.

“Abbiamo una posizione condivisa dai 27: se la Russia non accetta, introdurremo nuove sanzioni. Parliamo del tetto al prezzo del petrolio, del settore energetico e bancario”, ha affermato Kallas.

Il pacchetto di oggi, in linea con i precedenti, mette nel mirino la flotta ombra, le minacce ibride e le violazioni dei diritti umani e punta ad aumentare i costi della guerra per Mosca e dunque la pressione sulla sua economia. Come sottolinea in una nota la Commissione europea: “L’economia russa sta operando quasi a piena capacità e sta lottando contro un’inflazione elevata e crescente, attualmente superiore al 10%. Il deficit pubblico è alle stelle e i tassi di interesse sono al 21%”.

Insomma, secondo l’esecutivo Ue, le misure decise finora finora funzionano: “I ricavi russi derivanti dal petrolio e dal gas sono scesi da 100 miliardi di euro nel 2022 a 22 miliardi nel 2024. Si tratta di una riduzione di quasi l’80% rispetto al periodo prebellico“.

Kallas: “Più a lungo la Russia va avanti, più dura la nostra risposta”

Il nuovo pacchetto amplia le sanzioni nei confronti della cosiddetta flotta ombra russa, usata da Mosca per aggirare il tetto al prezzo sul proprio greggio deciso dall’Occidente, colpendo 189 navi, cosa che porta il totale a 342. Queste navi non possono attraccare nei porti dell’Ue, né ricevere servizi nell’Unione. Secondo la Commissione, queste misure sono state efficaci: le consegne di petrolio russo tramite nave sono diminuite del 76% (dati della Oil Price Cap Coalition). Nel complesso, esportare petrolio è diventato più complesso e costoso per il Cremlino.

Vengono poi aggiunte 31 società, 18 russe, alla lista delle imprese che forniscono supporto diretto o indiretto al complesso militare-industriale russo, o che aggirano le sanzioni decise dall’Ue contro la Russia. Inoltre vengono inserite nell’elenco 58 persone giuridiche e 17 persone fisiche ritenute responsabili di azioni che minano la sovranità e l’indipendenza ucraina: sono soggette a vari divieti.

Il pacchetto amplia ulteriormente l’elenco dei prodotti a duplice uso, civile e militare, soggetti a restrizioni all’export, per impedire alla Russia di accedere a tecnologie chiave, come i precursori chimici usati per le fonti di energia – usati secondo la Commissione come propellenti per i missili – e i pezzi di ricambio e i componenti di macchinari per il controllo numerico computerizzato ad alta precisione, essenziali a Mosca per mantenere la sua base industriale al servizio del sistema militare.

Il pacchetto prevede infine l’estensione fino al 28 giugno 2026 di un’esenzione dal tetto massimo del prezzo del petrolio (price cap), che permette il trasporto via nave del greggio estratto nel progetto Sakhalin-2 in Russia verso il Giappone, per motivi di sicurezza energetica.

Più a lungo la Russia persisterà nella sua guerra illegale e brutale, più dura sarà la nostra risposta”, ha commentato Kallas in una nota.

Nuove sanzioni anche dal Regno Unito

Anche il governo britannico ha annunciato, tramite il ministero degli Esteri, 100 nuove misure che prendono di mira “entità che operano a favore della macchina militare russa, delle esportazioni di materie energetiche e della guerra informatica e le istituzioni finanziarie che contribuiscono al finanziamento” del conflitto.