“Ritirate i Caschi Blu dalla Blue Line”, Borrell risponde: “Cessate il fuoco in Libano”

Continua il botta e risposta tra il premier israeliano e l’Alto rappresentante Ue sul conflitto in Medio Oriente: dopo l’attacco all’Unifil come reagirà l’Occidente?
2 giorni fa
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Josep Borrell
Josep Borrell (Fotogramma)

L’Unione europea esprime la sua profonda preoccupazione per l’escalation lungo la Blue Line, la linea tracciata dalle Nazioni Unite per separare il sud del Libano dal nord d’Israele. Nelle ultime ore, infatti, il conflitto in Medio Oriente ha assunto declinazioni che vedono coinvolte anche le missioni Onu su quei territori. L’Alto rappresentate per gli affari esteri dell’Unione europea Josepp Borrell ha condannato aspramente questi attacchi.

La preoccupazione, ha spiegato Borrell, riguarda “gli attacchi delle Forze di difesa israeliane (Idf) contro la Forza delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), che hanno lasciato diversi peacekeeper feriti”. Alla base della condanna c’è la violazione del diritto internazionale considerata dall’Ue “totalmente inaccettabile”. Perciò è richiesto un immediato “cessate il fuoco”.

Cosa sta accadendo sulla Blue Line al confine con il Libano

Una frontiera di 120 chilometri delimitata dal fiume Litani a nord e dalle Alture del Golan occupate dallo Stato ebraico: questa è la Blue Line. Una linea di confine, in sintesi, un confine internazionale non ufficiale.

“Ogni sconfinamento in Libano viola la sovranità e l’integrità territoriale del Libano e viola la risoluzione 1701“, ha scritto negli scorsi giorni l’Unifil in una nota. La risoluzione del Consiglio sicurezza Onu risale al 2006 e prevede ancora oggi il rafforzamento di Unifil per sostenere il governo libanese nel garantire la sicurezza e impedire il ritorno delle ostilità, il dispiegamento delle forze armate libanesi e il loro rafforzamento tramite la creazione di “model regiment”. “I civili – chiedeva l’Unifil – devono essere protetti, le infrastrutture civili non devono essere prese di mira e il diritto internazionale deve essere rispettato”, precisando che “nonostante questo pericoloso sviluppo – oggi diventato un vero e proprio punto di crisi – le forze di peacekeeping rimangono in posizione”.

Una decisione che è costata cara a molti degli inviati sul territorio.

Borrell: “Immediato cessate il fuoco”

Tutti gli attori coinvolti, ha spiegato Borrell, “hanno l’obbligo di adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza e l’incolumità del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare in ogni momento l’inviolabilità delle sedi dell’Onu. Aspettiamo spiegazioni con urgenza e un’indagine approfondita da parte delle autorità israeliane sugli attacchi contro l’Unifil, che svolge un ruolo fondamentale per la stabilità del sud del Libano”.

L’Unione esorta “tutte le parti a rispettare pienamente i propri obblighi di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale Unifil in ogni momento e di consentire a Unifil di continuare ad attuare il proprio mandato. Le truppe e il personale dell’Unifil, cui contribuiscono oggi sedici Stati membri dell’Ue, lavorano in condizioni difficili, nella difesa della pace e della sicurezza internazionale. L’Ue rende omaggio alla loro professionalità e rinnova il suo fermo sostegno al ruolo” della missione. L’Ue è anche “profondamente preoccupata – aggiunge Borrell – per il continuo lancio di razzi da parte di Hezbollah contro Israele, che si deve fermare, e per gli attacchi dell’Idf in aree densamente popolate del Libano, che provocano lo sfollamento di molte persone. Esortiamo tutti a rispettare il diritto internazionale umanitario, in ogni circostanza”.

L’Ue, conclude, “ribadisce il suo appello per un cessate il fuoco immediato in Libano e affinché tutte le parti si impegnino e lavorino per la piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza”. Adottata all’unanimità nel 2006, la risoluzione prevedeva la cessazione del conflitto tra Israele e le milizie di Hezbollah.

Netanyahu chiede il ritiro dei Caschi Blu

Ieri, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto la rimozione dei caschi blu dell’Unifil dalle postazioni nel sud del Libano che ha definito “roccaforti di Hezbollah”. La richiesta in un videomessaggio a Guterres, fa seguito alla condanna degli Stati Uniti e dell’Unione europea per gli attacchi dell’Idf sui Caschi Blu (cioè, i peacekeeper Onu) in Libano, di cui fanno parte anche 1200 soldati italiani.

“Il vostro rifiuto di ritirare i soldati dell’Unifil li rende ostaggi di Hezbollah”, ha dichiarato Netanyahu. La loro presenza “mette a rischio anche la vita dei nostri soldati”.

Borrell: “Su Unifil decide Consiglio Sicurezza Onu, non Guterres”

Ma a rispondere al premier israeliano è ancora una volta Borrell: sulla missione Unifil “non decide il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres“, bensì “il Consiglio di Sicurezza”, quindi “basta dare la colpa a Guterres, perché è il Consiglio di Sicurezza che prende queste decisioni”.

La reazione degli Stati membri

A esprimersi contro il premier israeliano, però, non è solo l’Alto rappresentante Borrell, ma anche i leader di alcuni degli Stati membri dell’Unione europea. Nello specifico, i leader di Italia, Francia e Spagna hanno condannato fermamente gli attacchi alle truppe di Unifil da parte dell’Idf, definendoli una grave violazione della risoluzione Onu 1701 e del diritto internazionale umanitario.

Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez, in una dichiarazione congiunta, hanno espresso indignazione per i ferimenti di diversi peacekeeper a Naqoura e hanno ribadito la necessità di proteggere tutti i peacekeeper: “In qualità di nazioni che da lungo tempo contribuiscono all’Unifil e partner di Libano e Israele, noi, leader di Francia, Italia e Spagna, condanniamo il recente attacco dell’Unifil da parte dell’Idf. Esprimiamo la nostra indignazione dopo che diversi operatori di pace sono rimasti feriti a Naqoura. Questi attacchi costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della Risoluzione delle Nazioni Unite 1701 e del diritto internazionale umanitario. Questi attacchi sono ingiustificabili e devono cessare immediatamente” scrivono i leader di Francia, Italia e Spagna nella dichiarazione.

L’escalation di violenza che si verifica in queste ore in Libano è preoccupante. Non resta che vedere quale sarà la reazione dell’Occidente ad una “difesa” israeliana che ha superato – letteralmente – i confini internazionali.