Nelle ore in cui l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, parlando all’Onu, chiedeva di evitare la guerra totale in Medio Oriente, le tensioni tra Israele e Libano si sono inasprite. Lo stesso Borrell ha avvertito che l’escalation del conflitto è vicina e ha chiesto importanti sforzi di mediazione per evitarla.
Il suo appello si è concentrato sui civili: pagano un prezzo “intollerabile e inaccettabile”, ha detto Borrell dopo la riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Ue a margine della 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.
Borrell all’Onu: attacchi mirati ma casuali
Israele aveva avvertito che gli attacchi contro il gruppo si sarebbero allargati e i civili libanesi sono stati avvertiti di fuggire dalle aree in cui si pensa che il gruppo terroristico sostenuto dall’Iran nasconda armi. Continuano i raid aerei israeliani contro Hezbollah nel sud del Libano, che secondo Beirut hanno ucciso almeno 492 persone e ne hanno ferite altre 1.645.
Le Forze di Difesa Israeliane hanno annunciato di aver effettuato nella notte un attacco aereo contro la cellula di Hezbollah che ha sparato in direzione dell’area di Afula e di aver distrutto le basi di lancio. Inoltre, i jet hanno colpito decine di obiettivi di Hezbollah in diverse aree del Libano meridionale, con esplosioni secondarie che indicano che negli edifici erano immagazzinate armi, afferma l’Idf.
Hezbollah dal canto suo aveva annunciato all’alba di oggi di aver sparato una ventina di proietti contro postazioni militari israeliane e una fabbrica di munizioni in risposta alla campagna di bombardamenti dell’esercito israeliano.
Parlando della dinamica, l’Alto rappresentante Josep Borrell ha detto che gli attacchi sono sia mirati che casuali, “mirati per lo scopo e casuali per le conseguenze”. Da qui la sua critica all’iniziativa israeliana perché i civili stanno pagando un “prezzo inaccettabile”. Secondo le fonti in suo possesso, domenica 22 settembre gli attacchi aerei israeliani hanno ucciso cinquecento persone e ne hanno ferite 4.400. Borrell ha sottolineato inoltre che il numero di vittime suggerisce che non si tiene conto dell’impatto civile degli attacchi.
L’unica via per evitare un’escalation, che l’Alto rappresentante definisce un pericolo per l’intera regione, è un cessate il fuoco a Gaza. Una richiesta che Borrell ripete da mesi, ma che resta inaudita, denuncia, per la mancata attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che chiede la cessazione delle ostilità tra Israele e Hezbollah. Borrell ha criticato la mancata attuazione della risoluzione, adottata originariamente nel 2006: “sto ancora chiedendo l’attuazione di questa risoluzione”, ha chiosato.
La Risoluzione Onu 1701
La Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, adottata all’unanimità l’11 agosto 2006, è una risposta al conflitto tra Israele e Hezbollah. L’obiettivo è stabilire un cessate il fuoco duraturo e a garantire la sicurezza in Libano, delineando una serie di misure e responsabilità per le parti coinvolte. Gli obiettivi principali della risoluzione a cui ha fatto riferimento l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza sono:
- Cessazione delle ostilità: la risoluzione chiede una “piena cessazione delle ostilità basata, in particolare, sull’immediata cessazione da parte di Hezbollah di tutti gli attacchi e l’immediata cessazione di tutte le operazioni militari offensive di Israele”;
- Dislocazione delle forze: si richiede al governo libanese di esercitare il controllo su tutto il territorio nazionale e alla forza Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite) di supportare le forze armate libanesi nel sud del paese. In particolare, si stabilisce che nella zona compresa tra la Linea Blu e il fiume Litani deve esserci “un’area priva di personale armato, di posizioni e armi che non siano quelle dell’esercito libanese e delle forze Unifil”;
- Controllo degli armamenti: la risoluzione impegna il governo libanese a “sorvegliare i propri confini in modo da impedire l’ingresso illegale in Libano di armamenti e materiali connessi”. Inoltre, tutti gli Stati sono chiamati ad adottare misure per impedire la vendita o la fornitura di armamenti a qualsiasi entità o individuo in Libano senza l’autorizzazione del governo libanese o dell’Unifil.
Il mandato della Unifil a risoluzione prevede anche un incremento delle forze fino a un massimo di 15.000 uomini. Queste forze hanno il compito di:
- Sorvegliare la cessazione delle ostilità;
- Supportare le forze armate libanesi nel loro dispiegamento;
- Garantire l’accesso umanitario alle popolazioni civili;
- Proteggere il personale delle Nazioni Unite e gli operatori umanitari da minacce imminenti.
In aggiunta, la risoluzione sottolinea l’importanza della comunità internazionale nel fornire assistenza finanziaria e umanitaria al Libano, facilitando il ritorno degli sfollati e contribuendo alla ricostruzione del Paese. La Risoluzione 1701 rappresenta quindi un tentativo significativo di stabilizzare la situazione in Libano dopo anni di conflitto, cercando di garantire un futuro più sicuro per tutte le parti coinvolte.
Barrot chiede riunione di emergenza del Consiglio Onu
L’escalation in Medio Oriente avanza a un ritmo preoccupante e il nuovo ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, chiede alle Nazioni Unite di intervenire subito: “Dopo gli attacchi che hanno provocato centinaia di vittime oggi in Libano, ho chiesto che questa settimana venga organizzata una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, ha scritto su X.
Intanto, Borrell si interroga sul ruolo del Consiglio di Sicurezza che rischia di perdere legittimità, “Perché o non sono d’accordo su nulla, o quando sono d’accordo non viene attuata”.