In Polonia vince Nawrocki col Make Poland Great Again, Tusk va al voto di fiducia

Il candidato di destra, ultranazionalista e fan di Trump, vince per meno di 400mila voti e rinsalda la spaccatura del Paese tra visioni opposte del mondo e del futuro. Il premier Tusk continuerà a essere un''anatra zoppa'?
2 giorni fa
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Karol Nawrocki
Karol Nawrocki (Ipa/Fotogramma)

Il nazionalista e populista Karol Nawrocki ha vinto le elezioni di domenica in Polonia, battendo di poco meno di 400mila voti (su 21 milioni) il suo rivale liberale e filoeuropeo Rafał Trzaskowski: 50,89% delle preferenze per il primo, 49,11% per il secondo. Dati che parlando di una sfida contesissima e di un Paese profondamente diviso tra le città liberali e europeiste e le campagne tradizionali, legate alla Chiesa cattolica e ai valori conservatori. Ieri il premier polacco Donald Tusk ha perciò chiamato un voto di fiducia con l’obiettivo di rinsaldare la propria posizione, che potrebbe traballare dopo la sconfitta del candidato sostenuto dal suo governo.

L’anatra zoppa: la Polonia rischia la paralisi

La spaccatura del Paese emersa dalle urne è la stessa che a livello istituzionale ha contrapposto fin dall’inizio del suo governo nel 2023 il liberale Tusk al presidente uscente, Andrzej Duda – sostenuto come Nawrocki da partito Diritto e Giustizia PiS. Spaccatura che ora si rinsalda. Così, per pochissimi voti, per il premier si profila un futuro in cui si troverà ancora incastrato in quel ruolo di ‘anatra zoppa’ in cui gioca già da 18 mesi. Per ‘anatra zoppa’ si intende un presidente (tipicamente Usa, ma non solo) che ha a che fare un organo legislativo di segno opposto, e la cui azione politica risulta per l’appunto azzoppata. In questo caso l’anatra affossata non sarà Nawrocki ma Tusk, le cui iniziative sono paralizzate dall’inizio del suo mandato a causa dei veti del presidente uscente Duda.

In Polonia infatti il presidente ha un ruolo essenzialmente cerimoniale ma può opporre il veto sulle leggi. Un veto superabile con una maggioranza qualificata in Parlamento, di cui però Tusk non dispone.
Ora, il premier polacco ha detto di aspettarsi collaborazione con Nawrocki, che però in campagna elettorale ha chiarito di voler proseguire l’opera di sbarramento portata avanti da Duda, che ha determinato una sorta di stallo, se non di paralisi, per le riforme più importanti che Tusk voleva portare avanti. Nawrocki rischia anzi di essere ancora più bloccante, dato che su alcuni temi è ancora più conservatore dello stesso PiS.

Anche per questo il primo ministro ha risposto ai risultati elettorali con un’azione se non ‘muscolare’ – in fondo Nawrocki è un ex pugile – comunque ferma e decisa, e dunque chiederà la fiducia al Parlamento. La data clou è l’11 giugno, ha annunciato Tusk ieri sera ai giornalisti prima di una riunione del governo.

“Voglio che tutti vedano, compresi i nostri avversari in patria e all’estero, che siamo pronti per questa situazione, che comprendiamo la gravità del momento, ma che non intendiamo fare un solo passo indietro“, ha affermato.

Nawrocki dal canto suo dopo i risultati ha dichiarato: “Salveremo la Polonia, non permetteremo che il potere di Donald Tusk sia totale“.

Chi è Karol Nawrocki

Nawrocki, 42 anni, di formazione è uno storico, laureato presso l’Università di Danzica nel 2008 e in possesso di un dottorato in scienze umanistiche ottenuto nel 2013. Dal 2009 al 2017 ha lavorato presso l’Istituto della Memoria Nazionale (Ipn), dirigendo l’Ufficio per l’Educazione Pubblica a Danzica dal 2013 al 2017. È stato anche presidente del Consiglio distrettuale di Siedlce a Danzica tra il 2011 e il 2017. Nel 2017 è stato nominato direttore del Museo della Seconda Guerra Mondiale di Danzica, incarico che ha ricoperto fino al 2021.

Ex pugile, Nawrocki è quasi uno sconosciuto e proprio per quello è stato scelto dal PiS, che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare diversi scandali. Non che il passato del presidente polacco in pectore sia adamantino: secondo i suoi avversari, tra le altre cose avrebbe gestito un giro di squillo presso un hotel dove lavorava come guardia di sicurezza, avrebbe raggirato un anziano per carpirgli la casa e poi piazzarlo in una struttura pubblica, ed è stato coinvolto in risse e atti teppistici tra hooligans (queste ultime ammesse e rivendicate come esempio di ‘cuore’ e ‘forza’).

Tutte cose che non gli hanno impedito di diventare il nuovo presidente polacco, carica che assumerà il 6 agosto.

Più conservatore dei conservatori

Ma quali sono le riforme che rischiano? Come minimo tutte quelle già bloccate da Duda fin dall’inizio del governo Tusk che nel 2023 aveva posto fine a 8 anni di governi PiS. In questi mesi Tusk ha cercato di abrogare leggi illiberali volute da Diritto e Giustizia come quelle che, a detta di Bruxelles, minavano l’indipendenza della giustizia, e che hanno reso molto complicati i rapporti con l’Unione. Basti pensare che l’Ue ha anche intentato causa contro la Polonia dopo che la sua Corte Costituzionale ha messo in discussione il primato del diritto comunitario.

Tuttavia si prevede che Nawrocki continuerà ad esercitare il diritto di veto anche su leggi con cui il governo provi ad allentare la rigida normativa sull’aborto e ad ampliare i diritti LGBT+, allontanando sempre di più quell’opera di ricucitura che Tusk sta portando avanti con l’’Unione e che passa per il rispetto dello Stato di diritto.

L’ex pugile ha anche promesso di privilegiare i polacchi rispetto alle altre nazionalità, compresi i rifugiati ucraini, nelle politiche economiche e sociali, mentre in campo ambientale sostiene le miniere di carbone polacche e si oppone al Green Deal europeo.

Quanto alla Russia, l’ha definita ‘uno Stato barbaro’. A tal proposito, il neo-presidente romeno Nicusor Dan, intervenendo al vertice dei paesi B9 e nordici a Vilnius, ha sottolineato che i candidati al voto polacco di domenica, per quanto diversi tra loro, erano entrambi “fermamente anti-russi”. Quindi, “da questo punto di vista, la nostra collaborazione non sarà difficile”.

Il Cremlino da parte sua ha fatto sapere di non aspettarsi un miglioramento nelle relazioni: “Attualmente, non possiamo aspettarci l’arrivo al potere in Polonia di un politico con una visione più ampia che ci permetta di comprendere la necessità di considerare la normalizzazione delle relazioni con i suoi vicini, in primo luogo con la Federazione Russa”, ha dichiarato il portavoce Dmitrij Peskov durante il suo briefing quotidiano.

Le reazioni dell’Europa

Trzaskowski ha ammesso la sconfitta, congratulandosi su X: “Questa vittoria è un impegno, soprattutto in tempi tanto difficili e di fronte a un risultato così ravvicinato. Per favore, va ricordato”.

Tra i primi a congratularsi con Nawrocki, sempre tramite X, c’è stata Ursula von der Leyen: “Sono fiduciosa che l’Ue continuerà la sua ottima cooperazione con la Polonia. Siamo tutti più forti insieme nella nostra comunità di pace, democrazia e valori. Lavoriamo per garantire sicurezza e prosperità della nostra casa comune”.

Volodymyr Zelensky ancora su X ha auspicato una “cooperazione proficua con la Polonia e, personalmente, con il presidente Nawrocki”. “La Polonia – ha concluso – è stata e rimane un pilastro della sicurezza regionale ed europea, una voce forte a difesa di libertà e dignità di ogni Nazione”.

Una vittoria di Trump?

Dall’altra parte dell’Oceano, dopo che i candidati pro-Trump hanno perso sia in Romania sia in Portogallo, anche il presidente Usa esulta: “Congratulazioni alla Polonia, avete scelto un vincente”, ha scritto in modo un po’ tautologico in un post su Truth, accompagnando il testo con quello che ha presentato come un titolo del sito – e canale tv – conservatore Newsmax: “Un alleato di Trump vince in Polonia, sconvolgendo tutta l’Europa“.

Ma a Nawrocki sono arrivate anche le congratulazioni del segretario di Stato Usa, Marco Rubio. “Il popolo polacco si è pronunciato e sostiene un esercito più forte e la sicurezza dei confini“, ha affermato in una dichiarazione in cui la Polonia viene descritta come “un alleato modello” nella Nato.

“La nostra cooperazione nel settore dell’energia, anche dell’energia nucleare, sostiene l’ampliamento dei nostri rapporti commerciali e promuove la sicurezza energetica della Polonia”, ha aggiunto, confermando che l’amministrazione Trump vuole “collaborare a stretto contatto” con il presidente eletto e il governo della Polonia per “promuovere le nostre priorità condivise”.

Kristi Noem, segretaria alla Sicurezza interna e stretta alleata di Trump, prima del voto aveva lodato Nawrocki definendolo “l’uomo giusto per la Polonia” e invitando a votarlo.

L’Ungheria: rivitalizzare il Gruppo di Visegrad

Anche quella parte di Europa che vuole ‘riformare’ l’Unione da dentro, e che si oppone a una serie di dossier rilevanti, a cominciare dall’Ucraina, ha espresso soddisfazione. Il premier ungherese Viktor Orban ha scritto su X: “Che suspense! Congratulazioni al presidente Nawrocki per la sua fantastica vittoria alle elezioni presidenziali in Polonia”. Orban si è detto pronto a “lavorare con voi per rafforzare la cooperazione di Visegrad“.

A sua volta il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, è stato chiaro nel ritenere che la vittoria di Nawrocki possa favorire il ripristino delle relazioni ungheresi-polacche, al momento deterioriate, e offrire una nuova prospettiva per la riattivazione della cooperazione del Gruppo di Visegrad (V4).

Orban si augura anche che il risultato polacco possa trainare l’esito delle elezioni di ottobre in Repubblica Ceca a favore del leader dell’opposizione euroscettica Andrej Babis, ex primo ministro in testa ai sondaggi, che ha espresso a sua volta le vive congratulazioni a Nawrocki.

L’Unione europea non gioisce

L’Ue insomma non gioisce: anche se nei fatti la situazione sembra la continuazione di quella già esistente, in pratica PiS la farà valere come un segnale del vento che soffia tra la popolazione polacca (anche se, ricordiamo, il voto è quasi esattamente a metà).

Ma è anche un segnale preoccupante, poiché ‘spezza’ e immette discontinuità rispetto agli altri due recenti voti in Romania e in Portogallo dove, pure con tutte le differenze dei rispettivi casi, hanno prevalso candidati europeisti e moderati.

Inoltre Nawrocki critica l’Ucraina (laddove Tusk è un forte sostenitore) e ha promesso di bloccare la richiesta del Paese slavo di entrare nella Nato. E ha affermato che proteggerà la sovranità della Polonia contro quella che ha definito un’eccessiva ingerenza di Bruxelles.

Con queste premesse, il confronto con l’Ue sul rispetto dello Stato di diritto da parte della Polonia sembra destinato a durare, così come molte altre sfide, prime fra tutte quelle legate al consolidamento fiscale e alla riduzione dell’elevato deficit pubblico nazionale che, con il 6% del Pil, in Europa è secondo solo a quello della Romania.

Infine, ma non per importanza, c’è il fattore Trump, che, come anticipato, ha prontamente messo il cappello sulla vittoria di Nawrocki, rivendicandola come un successo dei principi MAGA. Negli ultimi mesi l’amministrazione Usa è ripetutamente intervenuta nelle politiche di diversi Stati europei per sostenere candidati di ultra-destra, e secondo gli analisti sta cercando di ‘esportare’ in terra europea i valori ultraconservatori, nazionalisti e radicali del Make America Great Again. In questo senso l’esito del voto polacco suona come un campanello d’allarme.

Tusk sopravviverà?

Ma una cosa per volta: intanto Tusk deve sopravvivere al voto di fiducia e a quanti intendono cavalcare la sconfitta del candidato governativo per ottenere un rimpasto o addirittura nuove elezioni. Secondo i media locali, l’11 giugno il premier dovrebbe farcela. Ma il presidente del Parlamento Szymon Hołownia ha dichiarato ieri pomeriggio che il risultato delle elezioni è stato “un cartellino giallo, forse persino rosso, per questo governo e questa coalizione“.