Il Ddl Spazio è legge. Ieri pomeriggio il Senato ha approvato, senza modifiche, il testo licenziato dalla Camera lo scorso marzo, rendendolo dunque definitivo. 76 i favorevoli, 57 i contrari.
“L’Italia indica all’Europa la rotta per lo spazio”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, riferendosi al fatto che la nuova normativa sull’economia dello spazio è la prima del genere approvata in Europa. “Una scelta lungimirante che ci pone all’avanguardia (…) e che rafforza la nostra sovranità tecnologica”, ha affermato ancora Urso.
La legge in effetti introduce per la prima volta un quadro regolamentare specifico per le attività commerciali spaziali e istituisce un sistema di governance per tali attività, dando all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) nuovi poteri di regolamentazione, autorizzazione, vigilanza e sanzione per le iniziative private nel settore.
Approvato anche il famigerato articolo 25, sul quale da mesi fioccano le polemiche, che non sono mancate nemmeno dopo il passaggio al Senato. Per l’opposizione, la legge è un “regalo all’amico americano”, ovvero Elon Musk. Ma il governo respinge l’accusa come ingiustificata e sottolinea la necessità di colmare il vuoto normativo.
Cosa prevede la nuova legge sulla Space Economy
In sintesi, la nuova legge promuove gli investimenti nella Space Economy nella direzione di facilitare l’accesso dei privati, con un occhio di riguardo per le piccole e medie imprese (Pmi) e le start up.
Il provvedimento prevede l’obbligo per gli operatori privati di richiedere e ottenere un’autorizzazione a Palazzo Chigi o al Mimit (Ministero delle imprese e del made in Italy), autorità delegata per lo spazio, tramite l’Asi.
Richiede inoltre agli operatori privati di stipulare un’assicurazione per il risarcimento dei danni provocati a terzi sulla superficie terrestre, nonché agli aeromobili in volo o a persone e cose che vi si trovino a bordo, a meno che non sia provato che i danni sono stati causati da un terzo o dallo stesso danneggiato. Il massimale è stabilito a 100 milioni di euro per singolo sinistro.
Inoltre, gli oggetti spaziali lanciati in Italia dovranno essere obbligatoriamente immatricolati in un apposito Registro, con codice preceduto dall’identificativo nazionale ITA.
La legge stabilisce poi l’elaborazione di un Piano nazionale per l’economia dello spazio, la costituzione di un Fondo per il supporto al settore e corsie preferenziali negli appalti per startup e Pmi, da inserire nel Piano stesso.
Le polemiche: “Regalo a Musk che mette a repentaglio sicurezza Paese”
Ma la pietra dello scandalo è l’articolo 25, da mesi oggetto di critiche da parte dell’opposizione che, come anticipato, lo ritiene un pericoloso regalo a Musk.
La norma in questione prevede una “riserva di capacità trasmissiva nazionale” gestita da operatori privati, ovvero stabilisce che se dovesse venire a mancare la copertura di rete garantita dai gestori nazionali (per conflitti, sabotaggi, calamità naturali o qualsiasi altro problema) e dunque saltassero le comunicazioni, ci si potrebbe avvalere dei satelliti di società private, anche extra Ue. Tradotto, la disposizione apre alla collaborazione con Musk, che gestisce la rete satellitare Starlink tramite la sua azienda SpaceX.
Il motivo è semplice e incontrovertibile, lo ha ricordato l’opposizione ma anche il ministro della Difesa Crosetto lo scorso novembre: al momento SpaceX è l’unico a poter fornire questo servizio, visto il grande ritardo dell’Unione europea nel campo.
Ma doversi rivolgere a Musk è un problema per diversi motivi, sostengono i critici della norma. Intanto perché l’art. 25 comprende anche il delicato settore della difesa. E poi perché Musk è un privato e ha fatto mostra negli ultimi mesi di non essere affidabile. Per fare solo un esempio, lo scorso inverno ha minacciato l’Ucraina di interromperle la connessione satellitare, un’eventualità che in pratica porterebbe alla resa. Ma non solo: nei giorni scorsi si è scagliato anche contro Donald Trump, che pure ha contribuito a far eleggere, sia alludendo a informazioni riservate che riguarderebbero il tycoon sia minacciando di lasciare a piedi gli astronauti americani che devono raggiungere la Stazione spaziale internazionale. Oggi il miliardario sudafricano si è scusato con il presidente Usa, ma quello su cui l’opposizione italiana punta il dito è che ‘aprire i cieli’ a Musk espone l’Italia a dei rischi.
Per le opposizioni, mettere nelle mani di un soggetto extra europeo, e in particolare dell’ondivago Musk, asset strategici quali le comunicazioni e la difesa, è una scelta miope e pericolosa. Solo poche settimane fa Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, ha avviato una sperimentazione per la connessione sull’alta velocità nella tratta Roma-Milano tramite Starlink.
“Italia primo Paese europeo a consegnare il proprio futuro a Elon Musk”
“Il provvedimento approvato oggi (…) espone l’Italia a rischi enormi nel settore spaziale e aerospaziale, ha commentato la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent, vicepresidente della IX Commissione. E ha aggiunto: “Ci stupisce che chi si dichiara patriota non valorizzi le competenze italiane e spalanchi le porte a soggetti esterni, come Musk, di cui oggi conosciamo la pericolosità, mentre si cita la Nato come scudo retorico. Ma la Nato non è il soggetto di questo provvedimento: lo è chi oggi domina le piattaforme e detta l’agenda, anche a questa maggioranza”.
Ha rincarato il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni: “Grazie alla Meloni l’Italia è il primo Paese europeo a consegnare il proprio futuro a Elon Musk, regalandogli il controllo dei nostri cieli e trasformando i nostri dati in merce di scambio con il governo Trump. La cessione di infrastrutture strategiche di sicurezza nazionale ad un monopolista privato, chiunque esso sia, costituisce un pericolo enorme e anche un enorme problema politico. Il rischio che corriamo non è solo economico, ma strategico, le guerre del futuro si combatteranno anche nello spazio”.
“Ddl completo che finalmente regolamenta un settore nell’interesse degli italiani”
Pronte le repliche dalla maggioranza. “Se Musk non si fosse schierato con Trump e in Italia governasse la sinistra, qualche presidente del Consiglio in Italia e non faccio nomi gli avrebbe eretto un monumento magari in piazza Signoria a Firenze”, ha commentato la senatrice Michaela Biancofiore, capogruppo Civici d’Italia, Nm, Udc, Maie.
“La sovranità di una Nazione – ha aggiunto – è direttamente proporzionale alla sua capacità di accesso allo spazio divenuto da inesplorato a luogo affollato e terreno di concorrenza tra governi e privati. (…) Questa legge (…) colma un vuoto legislativo che ha fin qui frenato le enormi potenzialità della nostra industria aerospaziale”.
Il senatore di Fratelli d’Italia Bartolomeo Amidei, componente la commissione Industria del Senato, ha dichiarato: “È un provvedimento mirato a toccare argomenti concreti della nostra economia per cui si fa veramente fatica a comprendere le ragioni di critica esternate dall’opposizione. È un disegno di legge completo, organico, che finalmente regolamenta un settore nell’interesse dell’Italia e degli italiani”.
L’Agenzia Spaziale Italiana: “Passaggio epocale”
Sull’approvazione della nuova legge è intervenuto anche Teodoro Valente, presidente dell’Asi, cha l’ha definita “un passaggio epocale per il settore italiano” in quanto fornisce al Paese “un quadro normativo all’avanguardia” che “permetterà all’intero ecosistema nazionale del settore di confermare la sua leadership internazionale”, in un settore che ormai ha un valore che va oltre l’ambito economico per proiettarsi nel campo geopolitico, scientifico e industriale.
Le nuove norme avranno un determinante impatto positivo sulle attività spaziali, ha concluso Valente, mentre l’Asi avrà “un ruolo di garante per lo sviluppo regolato, sostenibile e allineato con le priorità strategiche del Paese”.