Guerra in Ucraina, la pace è più vicina? Cosa cambia dopo il vertice di Ginevra

Il piano Usa-Russia prevede cessioni territoriali, limiti all’esercito e uso a favore degli Stati Uniti degli asset russi congelati. Dopo i colloqui in svizzera con Ucraina e Ue "progressi significativi verso l'allineamento delle posizioni", ma il segretario di Stato americano Rubio ricorda che serve l'ok di Mosca
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Da sinistra, Steve Witkoff e Marco Rubio in un'immagine di repertorio (Ipa/Fotogramma)

Un quadro di pace aggiornato e perfezionato”. Così un comunicato congiunto Usa-Ucraina ha sintetizzato l’esito dei colloqui tenutisi ieri in Svizzera, a Ginevra, con al centro la proposta di pace per l’Ucraina presentata la scorsa settimana dagli Stati Uniti. Una proposta in 28 punti che aveva allarmato Kiev e Unione europea, ancora una volta tenute all’oscuro di tutto e che invece ieri si sono seduti con gli americani a parlarne.

Purché se ne parli

Già questo è stato visto come un successo e un passo avanti. Basti pensare che funzionari dell’Unione avevano commentato la proposta-blitz presentata da Washington in questi termini: Witkoff (inviato diplomatico del presidente Usa Donald Trump) ha bisogno di “uno psichiatra” se pensa che possa funzionare. Il piano infatti era stato ritenuto inaccettabilmente sbilanciato a favore della Russia, una vera ‘capitolazione’ che lasciava spazio a future aggressioni da parte di Mosca.

Secondo alcuni, tuttavia, la proposta Usa-Russia poteva far parte di una tattica negoziale: metterla sul tavolo in modo che diventasse di fatto una base di partenza. Che è quello che sta accadendo. Il lato positivo, da molti sottolineato, è che quantomeno è partito un intenso lavorio diplomatico, che alla fine – altro aspetto positivo – ha coinvolto anche l’Unione europea.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen lo ha detto chiaramente a Johannesburg: “In primo luogo, i confini non possono essere modificati con la forza. In secondo luogo, in quanto Nazione sovrana, non possono esserci limitazioni alle forze armate dell’Ucraina che renderebbero il Paese vulnerabile a futuri attacchi, compromettendo così anche la sicurezza europea. In terzo luogo, la centralità dell’Unione Europea nel garantire la pace all’Ucraina deve essere pienamente rispecchiata“.

Progressi a Ginevra

E il lavoro appunto c’è stato, e, come anticipato in apertura. I rappresentanti di Washington e Kiev ieri sera da Ginevra hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno affermato che “i colloqui sono stati costruttivi, focalizzati e rispettosi, sottolineando l’impegno condiviso a raggiungere una pace giusta e duratura” e di aver compiuto “progressi significativi verso l’allineamento delle posizioni e l’identificazione dei prossimi passi chiari”.

“Attualmente, c’è l’intesa che le proposte americane possano includere una serie di elementi basati sulle prospettive ucraine e critici per gli interessi nazionali ucraini “, ha affermato Zelensky in un post su X.

Una posizione ribadita dal segretario di Stato Usa Marco Rubio, presente in Svizzera insieme al genero di Trump Jared Kushner, al segretario dell’esercito Usa Daniel Driscoll e a Steve Witkoff. Per Rubio, la giornata di ieri è stata “probabilmente la più produttiva che abbiamo avuto su questa questione“.

Il segretario di Stato americano ha affermato che “i punti rimasti aperti non sono insormontabili” e che si stanno “apportando alcune modifiche nella speranza di ridurre ulteriormente le divergenze”.

Ma ha anche sottolineato che qualsiasi accordo finale dovrà passare per l’ok di Mosca, che aveva accolto con favore la proposta originale. Oggi il presidente russo Vladimir Putin ha detto al telefono al suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan che il piano americano per l’Ucraina, nella versione da lui visionata, “può formare la base per un accordo di pace finale”.

I punti controversi del piano Usa-Russia

Il “Piano di pace elaborato da Stati Uniti e Russia (questo il suo titolo)”, nella sua prima versione, conferma la sovranità dell’Ucraina ma contiene diversi punti pesanti per Kiev e per l’Ue:

ricostruzione dell’Ucraina: a guida Usa;
asset russi congelati: 100 mld di dollari andrebbero per la ricostruzione guidata dagli Usa, che ne ricaverebbero il 50% dei profitti. L’Ue ci metterebbe altri 100 mld di dollari e il resto dei fondi immobilizzati verrebbe ‘scongelato’ e usato da Stati Uniti e Russia “per rafforzare la stabilità globale e i mutui interessi in campo economico”. Secondo quanto riportato da Reuters, questo punto ieri sarebbe stato praticamente scartato;
cessione terre: riconoscimento della Crimea e di tutto il Donbass (comprese le aree che Mosca non controlla) come russe de facto, anche dagli Usa, oltre al congelamento lungo le attuali linee del fronte per i territori di Kherson e Zaporizhia;
esercito ucraino: limitato a 600mila effettivi;
adesione di Kiev alla Nato: no permanente e divieto per l’Alleanza di dispiegare truppe in Ucraina (stando sempre alla versione pubblicata ieri da Reuters, questo punto sarebbe stato attenuato formalmente, ma non sostanzialmente, subordinando l’adesione al “consenso dei membri della Nato”, che però non ci può essere);
adesione di Kiev all’Ue: consentita;
garanzie per il futuro: non specificate, ma gli Usa riceverebbero una remunerazione per tali garanzie, mentre la Russia si si impegnerebbe a non attaccare più né l’Ucraina né l’Ue e viceversa;
reintegro della Federazione nell’economia globale: riduzione delle sanzioni “caso per caso” e ritorno del G8 (da cui Mosca è stata cacciata nel 2014 dopo l’annessione illegale della Crimea e l’intervento militare nell’Ucraina orientale);
istituzione di un Consiglio di Pace: presieduto da Trump, per supervisionare l’attuazione e applicare sanzioni in caso di violazioni.

Tutte le questioni riguardanti l’Europa e anche quelle relative alla Nato sono state eliminate da questo piano“, ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul in un’intervista a Deutschlandfunk. Wadephul ha definito i colloqui di domenica un “grande successo” per gli europei.

L’Ucraina e gli Stati Uniti hanno concordato di proseguire nei prossimi giorni i lavori, in stretto contatto con i partner europei.

La controproposta europea

Le potenze dell’E3 (Germania, Francia e Regno Unito) intanto hanno preparato una “controproposta” in 28 punti, anche se ieri Rubio ha dichiarato di non aver visto “alcun contropiano”. Tra le correzioni più rilevanti ci sono quelle relative all’esercito ucraino, che verrebbe limitato a 800mila uomini, al fatto che “le trattative sugli scambi territoriali inizino dalla linea di contatto”, e al fatto che Kiev riceva dagli Stati Uniti una garanzia di sicurezza simile alla clausola dell’articolo 5 della Nato. Infine, il no all’utilizzo da parte statunitense dei beni russi congelati in Europa.

Ma Yuri Ushakov, veterano collaboratore di Putin, ha dichiarato ai giornalisti a Mosca che il piano di pace dell’Ue “non ci si addice affatto in modo costruttivo“.

Ultimatum di Trump: Kiev deve accettare entro giovedì?

Nei giorni scorsi Trump aveva sostanzialmente lanciato un ultimatum a Kiev: o accetta entro giovedì oppure sarà lasciata sola a vedersela con Putin. Negli Usa il 27 novembre è il giorno del Ringraziamento e il tycoon gradirebbe accoppiare i due motivi per festeggiare. Ma l’opposizione ferma dell’Unione europea, che sostiene la maggior parte del peso economico degli aiuti a Kiev, e la contrarietà del governo ucraino hanno reso evidente che non possono bastare così pochi giorni.

Rubio stesso ha aperto alla flessibilità: “Ovviamente ci piacerebbe che fosse giovedì”, ha detto ai giornalisti ieri, precisando che a prescindere dal giorno “vogliamo che sia presto”.

Quanto a Trump, sebbene sabato abbia detto che l’accordo proposto “non è la mia offerta definitiva”, ieri in un post su Truth Social ha accusando Kiev di mostrare poca gratitudine e se l’è presa con l’Europa continua ad acquistare petrolio dalla Russia”. Volodymyr Zelensky ha prontamente diffuso una nota in cui afferma che l’Ucraina “è grata agli Stati Uniti, a ogni cuore americano e personalmente al presidente Trump per il sostegno”.

“Vorrei arrivare alla pace… in un modo o nell’altro dobbiamo farla finita”, ha detto sabato il presidente Usa. L’Economist oggi riporta che il tycoon potrebbe effettivamente rinviare di una settimana la deadline per Kiev. “È davvero possibile che si stiano facendo grandi progressi nei colloqui di pace tra Russia e Ucraina??? Non credeteci finché non lo vedete, ma potrebbe succedere qualcosa di buono”, ha scritto sul suo Truth Social.