Non solo “Georgia” Meloni, ecco le ultradestre che si preparano per l’Ue

“Buenos dias patriotas”, così inizia Giorgia Meloni a Madrid. Con lei anche il premier argentino Javier Milei e la conservatrice francese Marine Le Pen
1 mese fa
3 minuti di lettura
Leader Destre Europee - Fotogramma
Leader Destre Europee - Fotogramma

Strizza l’occhio a Marine Le Pen, mentre Milei isola l’Argentina con un “incidente diplomatico”. Il “presidente” del governo Giorgia Meloni arriva, in videochiamata, al summit di Vox a Madrid, annunciata da un presentatore, tra le luci soffuse, come su un palcoscenico teatrale. “Buenos dias patriotas”, è stata la prima battuta della premier che ha così iniziato il suo discorso in spagnolo. Ma vediamo cosa ha detto e perché le ultradestre guadagnano terreno in Europa.

Giorgia Meloni a Madrid

“Caro Santiago, caro Jorge, cari amici di Vox – inizia Giorgia Meloni in videocollegamento -, cari patrioti spagnoli, avete avuto il coraggio di non lasciarvi influenzare dal pensiero unico dominante. Avete deciso che i valori conservatori sarebbero sempre stati i pilastri della vostra vita. Avete scelto di lottare per ciò in cui credete. Siete l’unico futuro possibile per l’Europa”.

Alla manifestazione ‘Europa Viva 24’ di Vox, il partito spagnolo guidato di Santiago Abascal, la premier ha incontrato le “ultradestre” europee. Tra i partecipanti, anche la leader del Rassemblement National Marine Le Pen. Con Giorgia Meloni, ha detto la deputata francese, “ci sono punti in comune. Non è questione di persone ma di libertà – ha aggiunto poi – Meloni e Salvini hanno a cuore la libertà. Non c’è dubbio che ci siano delle convergenze per la libertà dei popoli che vivono in Europa”.

E di punti in comune, in effetti, ce ne sono. La scelta di Giorgia Meloni, a pochi giorni dalle elezioni europee è chiara: spazza via la sua stessa “ultradestra nazionale” per posizionarsi come unico interlocutore con quei partiti che difendono il nazionalismo, ideologie conservatrici e che considerano l’Europa “un continente stanco” da riformare. Le elezioni europee sono vicine e le parole della premier italiana sull’Unione, non sono mai state così chiare.

Giorgia Meloni sull’Europa

“Un continente stanco, sottomesso e coccolato che ha pensato di poter scambiare l’identità con l’ideologia, la libertà con la comodità, e che oggi paga inevitabilmente il prezzo delle sue scelte. Ma non tutto è perduto. Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro. Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo, tanto meno adesso. Caro Santiago, amico mio. Abbiamo iniziato il nostro percorso comune al Parlamento europeo nel 2019. E da allora i nostri percorsi politici sono sempre stati molto simili. Fin dal primo momento hanno cercato di disprezzarci. Hanno cercato di isolarci. Hanno cercato di dividerci. E hanno finito per rafforzarci”, continua.

“Hanno detto che non saremmo stati all’altezza, che volevamo distruggere l’Europa, dicevano che non saremmo mai stati abbastanza credibili per contare, per essere decisivi. E mentre loro si godevano le loro rassicuranti certezze, noi abbiamo lavorato e guadagnato terreno, credibilità, spazio“, ha detto ancora Giorgia Meloni. “Ed eccoci qui ad andare avanti insieme. Oggi Fratelli d’Italia è il primo partito italiano e io ho l’onore di servire la mia nazione come capo del Governo”.

L’ovazione è d’obbligo. La premier, in Spagna, è adorata. Soprattutto tra gli elettori di Vox, con il cui leader intende “costruire un’Unione Europea diversa e migliore di quella attuale, in grado di concentrare le sue iniziative e le sue risorse economiche solo sulle questioni più importanti, quelle in cui può davvero offrire un valore aggiunto”.

“Sono particolarmente orgogliosa del lavoro che abbiamo svolto negli ultimi mesi – ha sottolineato la premier – realizzando un primo cambio di rotta nella gestione della politica migratoria: non più frontiere aperte e un eterno e inutile dibattito sui ricollocamenti, ma nuove politiche di cooperazione con i Paesi africani, di controllo delle partenze, di lotta ai trafficanti di esseri umani, di migrazione che può essere solo regolata, di accordi con Paesi terzi per l’esame delle domande di asilo”. “Tutto questo sarebbe stato impensabile fino a pochi anni fa, ma le risposte pragmatiche stanno finalmente trovando interlocutori disponibili. La strada è lunga e faticosa, ma già oggi in Italia abbiamo avuto il 62% di arrivi in meno rispetto all’anno scorso”, ha ricordato tra gli applausi.

Le ultradestre in Ue

Non solo “Georgia” Meloni (così la presidente è stata chiamata a Madrid), ma a prendere parte al summit europeo c’era anche Javier Milei, presidente argentino, le cui parole sono state definite “gravissime“. Il conservatore ha definito “corrotta” Begona Gomez, la moglie del premier Pedro Sanchez, al centro della cronaca spagnola dopo che un tribunale di Madrid ha accolto una denuncia contro di lei per un presunto reato di corruzione, la cui procura ha chiesto l’archiviazione. Per questo il governo spagnolo ha richiamato per consultazioni “sine die” l’ambasciatrice in Argentina, María Jesús Alonso.

Immancabile anche Viktor Orbán, il primo ministro ungherese che ha invitato i “patrioti” a “occupare Bruxelles”. Il leader di Fidesz ha definito quella dei partiti di destra “una grande battaglia comune contro Bruxelles”, che ha consentito “un’immigrazione illegale di massa” oltre ad “avvelenare i nostri figli con la propaganda di genere”.

I cavalli di battaglia

Contro la maternità surrogata, “timidi” sul diritto all’aborto e chiarissimi sull’immigrazione, i leader delle destre europee combattono le loro battaglie ideologiche con un seguito che negli ultimi anni sembra essere cresciuto. Complice anche il successo di Giorgia Meloni, prima mamma leader di un partito di destra e premier in Italia, ha incantato gli altri Paesi e non teme confronti con i colleghi, pur restando rivolta con il suo sguardo verso l’Ue e verso Ursula von der Leyen.

Gli ultimi articoli