La Germania attiva il ‘bazooka’. Il Bundestag (la camera bassa del Parlamento federale) ha approvato oggi, con un voto epocale, un pacchetto di di riforme costituzionali che consentiranno ingenti investimenti in difesa e infrastrutture, proposto dal cancelliere in pectore Friedrich Merz per affrontare le necessità legate alla difesa e alla ripresa dell’economia. 513 deputati contro 207 hanno votato a favore del cosiddetto ‘bazooka’ fiscale da centinaia di miliardi di euro, che ha richiesto un allentamento del freno al debito previsto dalla Costituzione tedesca, e perciò richiedeva una maggioranza dei due terzi.
Le nuove misure, presentate congiuntamente dai cristiano democratici Cdu/Csu di cui Merz è leader, e dai socialdemocratici dell’Spd, prevedono l’esenzione delle spese per la difesa dalle rigide norme sul debito nazionale qualora superino l’1% del Pil, e la creazione di un fondo da 500 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali.
Si tratta di un “primo importante passo verso una nuova comunità di difesa europea”, ha affermato Merz, peraltro includendo nella ‘nuova comunità’ anche Paesi non appartenenti all’Ue come il Regno Unito e la Norvegia.
Le concessioni ai Verdi
Ago della bilancia dell’approvazione di oggi sono stati i Verdi, che non partecipano ai negoziati per la formazione del nuovo governo, che sarà in mano a Cdu/Csu e Spd, ma i cui voti in questo caso erano assolutamente necessari per far passare il provvedimento.
Merz porta così a casa un importantissimo risultato: il vincitore delle elezioni di febbraio infatti ha tentato di forzare la mano e far approvare la mozione al Bundestag prima dell’entrata in esercizio della nuova legislatura il 25 marzo. Questo perché tra solo una settimana la composizione dell’Aula avrebbe reso molto arduo il passaggio del pacchetto, con l’estrema destra di Alternative für Deutschland e la sinistra radicale Die Linke pronti a bocciarlo.
Merz quindi vince una prima battaglia, ma ovviamente a prezzo di alcune concessioni: i Verdi infatti erano inizialmente contrari. Il futuro cancelliere la scorsa settimana ha dunque messo sul piatto un fondo di 100 miliardi destinati alla lotta ai cambiamenti climatici e la proposta per cui l’esenzione dal freno del debito includerà anche gli aiuti per i Paesi attaccati illegalmente in base al diritto internazionale. Anche la spesa per contrastare le minacce informatiche e i servizi di intelligence saranno esenti, ha affermato Merz.
Nel pacchetto ci sono poi tre miliardi di nuovi aiuti all’Ucraina e la previsione di un fondo speciale da 500 miliardi di euro (in cui rientrano i 100 milioni per il clima) per dare una spinta all’economia boccheggiante del Paese, da anni in recessione. Inoltre le rigide regole sui prestiti da parte dei 16 Länder tedeschi saranno allentate, consentendo ulteriori investimenti in progetti infrastrutturali ed energetici locali.
“Un debito del genere può essere giustificato solo in circostanze molto specifiche“, ha affermato il futuro cancelliere aggiungendo che in questo caso “le circostanze sono determinate soprattutto dalla guerra di aggressione di Putin contro l’Europa“. Naturalmente, priorità ai Ventisette, ha precisato Merz: “Gli ordini affidabili e prevedibili dovrebbero andare ai produttori europei ogni volta che è possibile”.
Venerdì l’ultimo passaggio al Bundesrat, la camera parlamentare che rappresenta i Länder tedeschi, che dovrebbe adottare il pacchetto di riforme costituzionali definitivamente.
Svolta anche per l’Europa
Il voto è epocale, dicevamo. Dopo decenni di ostilità a sforamenti fiscali, culminati nell’introduzione nella Costituzione del vincolo a non fare debito oltre lo 0,35% del Pil – tranne nelle emergenze – ad opera di Angela Merkel nel 2009, nel mezzo della crisi del debito europeo, ora la Germania, come l’Europa, si trova a far fronte a una situazione geopolitica ed economica profondamente cambiata.
L’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 ha riportato sulla viva terra europea la guerra, mentre l’elezione di Donald Trump a nuovo presidente Usa ha capovolto le prospettive e le certezze su cui ha riposato per decenni il blocco. Trump in meno di due mesi dal suo insediamento ha praticamente fatto evaporare la tradizionale Alleanza atlantica, inoltre sta minacciando di abbandonare l’Europa a se stessa per quanto riguarda la difesa e sta escludendo l’Ue da ogni trattativa per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia.
L’Europa, come ha detto più volte Mario Draghi, anche oggi stesso, si è scoperta “sola”, e la questione della sicurezza è diventata urgente e prioritaria.
La decisione di oggi del Bundestag dunque è epocale per la Germania ma anche per l’Europa, di cui la Germania rimane Paese più popoloso e più ricco, in grado di trainare le decisioni e indirizzare il futuro.
Merz prima e dopo le elezioni ha detto chiaramente che intende riportare la Germania al suo ruolo non solo di ‘locomotiva d’Europa’ in termini economici, ma anche di Paese leader del blocco.
E nel momento in cui c’è un allentamento delle rigide regole fiscali interne, ci si aspetta altrettanto in sede europea, in vista di una più ampia spinta al riarmo all’interno dell’Ue e al conseguente allentamento anche delle regole comunitarie in materia di aiuti di Stato per consentire ai Paesi membri di aumentare gli investimenti nel comparto militare.