Il primo ministro della Georgia Irakli Kobakhidze ha promesso di mettere fuori legge i partiti d’opposizione se vincerà le prossime elezioni parlamentari, in programma il 26 ottobre. Continua così la piega in senso antidemocratico presa dal Paese del Caucaso meridionale, che già a giugno aveva visto svilupparsi una polemica sulla legge in stile russo sugli agenti stranieri, passata nonostante la contrarietà della presidente della Repubblica Salomé Zourabichvili e nonostante le molte proteste dei cittadini, prontamente represse.
In seguito all’approvazione della legge in questione, che considererà Ong e media sostenuti dall’Occidente come “agenti stranieri”, Bruxelles ha congelato di fatto la domanda di adesione del Paese caucasico, dopo che alla fine dell’anno scorso la Commissione aveva attribuito alla Georgia lo status di candidato, pur accompagnando la decisione con avvertimenti sulla regressione in materia di diritti umani.
Adesione all’Ue congelata
Ora quest’ultima iniziativa “mette a repentaglio il percorso della Georgia verso l’Ue, portando di fatto a un arresto del processo di adesione”, ha commentato a Politico Peter Stano, portavoce degli affari esteri dell’Unione.
Kobakhidze, che ha etichettato le forze di opposizione come “forze politiche criminali“, sostiene invece che il provvedimento non ostacolerebbe l’adesione della Georgia all’Ue.
Se Kobakhidze dovesse tener fede ai suoi ‘impegni’, i parlamentari eletti appartenenti a forze di opposizione non potrebbero occupare i loro seggi. Una “logica conseguenza” della messa al bando dei relativi partiti, ha affermato nei giorni scorsi il primo ministro: “I membri criminali delle forze politiche criminali non dovrebbero esercitare lo status di membro del Parlamento della Georgia”.
Pochi giorni fa il partito al governo ‘Sogno Georgiano’ ha minacciato di sciogliere il più grande gruppo di opposizione in parlamento, il Movimento Nazionale Unito (UNM), ma la minaccia riguarda anche altre formazioni filo-occidentali.
Il punto è che Sogno Georgiano, anche senza una maggioranza, potrebbe appellarsi alla Corte costituzionale per mettere fuori legge un partito accusandolo di mirare a “rovesciare o cambiare con la forza l’ordine costituzionale della Georgia, a violare l’indipendenza e l’integrità territoriale del Paese, o a propagandare la guerra o la violenza”.
Portavoce Ue: “Tutte le opzioni sono sul tavolo e agiremmo di conseguenza”
Ma il partito ha anche altre ambizioni, tra cui far approvare una legge che limita i diritti LGBTQ+, che l’Ue e le organizzazioni per i diritti umani hanno già condannato. ‘Sogno Georgiano’ ha anche dichiarato di voler modificare la costituzione per “ripristinare pacificamente” l’integrità territoriale della Georgia in modo che “corrisponda alla nuova realtà”. Non ha fornito dettagli, ma l’opposizione teme che ciò significhi concessioni alla Russia. I sei partiti di opposizione a giugno hanno concordato di lavorare insieme per combattere il partito al governo.
Intanto, “la Commissione europea sta osservando attentamente gli sviluppi in Georgia ed è pronta a reagire in modo appropriato. Tutte le opzioni sono sul tavolo e agiremmo di conseguenza” se il provvedimento dovesse diventare realtà, ha ribadito Stano. La porta comunque, ha concluso, rimane aperta, “qualora la Georgia decidesse di riallinearsi ai valori e alle norme dell’Ue e di invertire le tendenze negative degli ultimi mesi”.