La tensione nella Striscia di Gaza aumenta dopo l’approvazione israeliana dei nuovi piani militari per un’offensiva, mentre il bilancio delle vittime palestinesi continua a crescere e le critiche internazionali si fanno sempre più aspre: con un editoriale, il quotidiano britannico The Guardian definisce l’inazione dell’Unione europea “razzismo”.
Piani militari israeliani e richiamo di riservisti
Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha approvato i piani militari per l’offensiva a Gaza City, presentati dal capo di Stato Maggiore delle Idf, il tenente generale Eyal Zamir. Questi piani, approvati oggi 20 agosto 2025, saranno sottoposti al gabinetto di sicurezza nel corso della settimana. In preparazione a questa operazione di terra, Israele ha richiamato circa 60.000 riservisti, che dovranno presentarsi in servizio a settembre, con la maggior parte delle truppe mobilitate che saranno personale in servizio attivo. Ulteriori 20.000 riservisti già richiamati riceveranno una notifica di estensione dei loro ordini attuali. Un funzionario militare israeliano ha indicato, come riporta la Bbc, che cinque divisioni prenderanno parte all’offensiva, descritta come un’operazione “graduale” e “precisa”.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che gli obiettivi militari sono la liberazione di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas e il “completamento della sconfitta” del gruppo palestinese. Le truppe stanno già operando nelle aree di Zeitoun e Jabalia come parte dei preparativi. Centinaia di migliaia di palestinesi a Gaza City dovrebbero ricevere l’ordine di evacuare la zona e dirigersi verso rifugi a sud della Striscia. Il ministro Katz avrebbe, in merito, approvato anche un piano per “ospitare” i residenti di Gaza City nell’area costiera di al-Mawasi, dove l’esercito ha iniziato a istituire punti di distribuzione alimentare aggiuntivi e ospedali da campo.
Un bilancio umanitario devastante
Il costo umano del conflitto è preoccupante. Dall’inizio del conflitto con Israele nell’ottobre 2023, oltre 62.100 palestinesi sono morti nella Striscia di Gaza, con un totale di 62.122 decessi e 156.758 feriti secondo il ministero della Salute di Gaza. Tra le vittime, le autorità di Gaza affermano che “almeno 18.885 sono bambini“.
Dalla violazione dell’ultimo cessate il fuoco a marzo scorso, si sono registrati 10.576 decessi e 44.717 feriti. È stato inoltre comunicato il decesso di 269 palestinesi per fame, di cui 112 bambini, e l’uccisione di altri 22 palestinesi in attesa di aiuti, portando a 2.018 il bilancio delle vittime decedute mentre erano in coda per ricevere assistenza. Le cifre potrebbero essere ancora più alte a causa del gran numero di persone disperse sotto le macerie.
Le agenzie delle Nazioni Unite e le Ong impegnate nel territorio hanno avvertito che l’intensificazione delle operazioni militari a Gaza City si prevede possa avere un “orribile impatto umanitario” su persone già esauste, malnutrite e sfollate. Sottolineano che forzare centinaia di migliaia di persone a spostarsi verso sud è una “ricetta per un ulteriore disastro” e potrebbe equivalere a un trasferimento forzato. Le aree meridionali designate per gli sfollati sono “sovraffollate e mal equipaggiate per sostenere la sopravvivenza umana su larga scala”, con ospedali che operano ben oltre la loro capacità.
Je viens de m’entretenir avec le Roi de Jordanie Abdallah II puis avec le Président égyptien Sissi. Nous partageons la même conviction :
L’offensive militaire sur Gaza que prépare Israël ne peut conduire qu’à un véritable désastre pour les deux peuples…
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) August 20, 2025
Condanna internazionale e colloqui falliti
Molti alleati di Israele hanno condannato il piano. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che l’offensiva militare “non può che portare a un vero disastro” per entrambi i popoli e che “trasporterà la regione in una guerra permanente”. Ha rinnovato la richiesta di una “missione di stabilizzazione internazionale”, in un post su X.
Nel frattempo, i mediatori regionali stanno cercando di raggiungere un accordo per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Una nuova proposta per una tregua di 60 giorni e il rilascio di circa la metà dei 50 ostaggi ancora detenuti a Gaza è stata accettata da Hamas. Tuttavia, Israele non ha ancora presentato una risposta formale, insistendo che non accetterà più un accordo parziale e chiede un accordo globale che veda il rilascio di tutti gli ostaggi. Si ritiene che solo 20 degli ostaggi siano ancora vivi.
L’accusa di “razzismo” del Guardian all’Ue
È in questo contesto che arriva forte e chiara l’accusa di razzismo rivolta all’Unione europea in un editoriale del quotidiano britannico The Guardian, a firma della giornalista Shada Islam. La corrispondente da Bruxelles sostiene che la “paralisi politica e morale” dell’Europa su Gaza è “intimamente legata al razzismo strutturale e alla violenza”. Secondo l’autrice, gli atteggiamenti verso Gaza sono “plasmati da una mentalità coloniale duratura” profondamente radicata nelle politiche estere, commerciali e migratorie dell’Ue.
L’articolo evidenzia, inoltre, un doppio standard evidente nel trattamento riservato all’Ucraina rispetto a Gaza. Mentre l’invasione russa dell’Ucraina è stata condannata dall’Ue con sanzioni severe e sostegno finanziario, le vite palestinesi sono trattate come “sacrificabili” e la loro sofferenza minimizzata, con la crisi a Gaza inquadrata come “umanitaria” piuttosto che una “scelta politica deliberata”.
Nonostante l’Unione europea sia il maggiore partner commerciale di Israele, rappresentando il 32% del commercio totale di Israele nel 2024, “i leader e i ministri degli esteri dell’Ue non sono riusciti a ottenere la maggioranza necessaria per sospendere l’accordo di associazione Ue-Israele, anche di fronte a indicazioni di violazione degli obblighi sui diritti umani”, scrive la giornalista.