Russia e Cina, ok per il gasdotto Power of Siberia 2: l’asse energetico che sfida l’Occidente

Gazprom garantisce: il gas per la Cina sarà “più economico rispetto a quanto pagano i consumatori europei”
9 ore fa
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Putin e Xi Jinping allo Sco Summit In Tianjin
Putin e Xi Jinping allo Sco summit in Tianjin (Ipa/Fotogramma)

Mentre Kiev e Bruxelles aspettano l’evolversi delle trattative per raggiungere la pace in Ucraina, Russia e Cina siglano un accordo per la costruzione di un nuova gasdotto che ridisegnerà gli equilibri energetici globali. E quindi anche i rapporti di forza tra le potenze.

Durante il summit della Shanghai Cooperation Organisation di Tianjin, i giganti di Gazprom e China National Petroleum Corporation (Cnpc) hanno firmato un memorandum giuridicamente vincolante per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2. Un progetto dal respiro trentennale che, nelle parole del numero uno di Gazprom Alexei Miller, diventerà “il più grande e dispendioso in termini di capitale nell’industria mondiale del gas”.

Dopo aver stretto la mano di Donald Trump nello storico summit in Alaska, Vladimir Putin stringe quella del leader cinese Xi Jinping rafforzando un asse, quello Mosca-Pechino, che rappresenta una preoccupazione per tutto l’Occidente, inclusi gli Stati Uniti. Secondo Alexus G. Grynkewich, il generale del comando europeo degli Stati Uniti, l’ipotesi di un attacco congiunto Russia-Cina alla Nato è sempre più concreta e potrebbe diventare realtà entro il 2027. “Avremo bisogno di ogni singolo equipaggiamento e munizione possibile per poter vincere”, ha detto il generale intervenendo a LandEuro, l’incontro tra leader militari e industriali della difesa organizzato dall’Association of the U.S. Army a Wiesbaden, in Germania.

Per approfondire: “La Nato si prepari alla guerra contro Russia e Cina nel 2027”: l’allarme del generale Grynkewich

Intanto, Mosca e Pechino sono sempre più allineate.

Il mega-progetto che attraversa tre Paesi

Il Power of Siberia 2 collegherà Russia, Mongolia e Cina attraverso il gasdotto di transito Soyuz Vostok. Una volta completato, questo sistema consentirà il transito di 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia alla Cina, quasi raddoppiando le forniture rispetto al sistema attuale.

Il nuovo gasdotto si aggiungerà al già esistente Power of Siberia, che vanta una capacità di trasporto di 33 miliardi di metri cubi all’anno. Gazprom ha annunciato che aumenterà le forniture attraverso questa prima pipeline fino a 44 miliardi di metri cubi, mentre la rotta dell’Estremo Oriente passerà da 10 a 12 miliardi di metri cubi.

Per la Mongolia, il transito promette benefici economici significativi: fino a 1 miliardo di dollari all’anno in tasse di transito per il Paese meno densamente popolato al mondo. Un’opportunità che potrebbe diminuire il gap mongolo nella produzione e nella implementazione di energie rinnovabili.

L’impatto geopolitico: quando l’energia diventa arma diplomatica

Nonostante i flussi di gas russo verso l’Europa siano diminuiti drasticamente dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Mosca rappresenta ancora il terzo fornitore di gas dell’Unione europea con una quota del 16,6%, dietro a Norvegia (45,6%) e Algeria (19,3%). La Russia mantiene inoltre una posizione rilevante nelle consegne di Gnl ai Ventisette, essendo il secondo fornitore con il 17,5% del mercato, dietro soltanto agli Stati Uniti (45,3%).

A inizio maggio, la Commissione europea ha svelato la roadmap per tagliare definitivamente i legami energetici con la Russia, prevedendo di cessare tutte le importazioni di gas russo entro il 2027. Un anno che ritorna anche nella guerra tecnologica Usa-Cina per dominare il campo dell’intelligenza artificiale.

Il gasdotto Power of Siberia 2 rappresenta la risposta strategica del Cremlino all’Ue, che nel frattempo prepara il 19mo pacchetto di sanzioni contro Mosca. L’obiettivo della Russia è sostituire il mercato europeo con quello cinese, garantendo un acquirente per le riserve di gas prima vendute in Europa tramite il Nord Stream 1.

La Cina, dal canto suo, ottiene accesso a gas naturale a prezzi vantaggiosi. Miller ha confermato che il gas per la Cina sarà “più economico che per i consumatori europei”, una scelta eloquente che rafforza la partnership tra i due Paesi.

Xi Jinping ha sottolineato come i rapporti bilaterali abbiano “resistito alle pressioni internazionali”, diventando un modello di cooperazione strategica, mentre Putin ha ribadito che le relazioni russo-cinesi hanno raggiunto “livelli senza precedenti”.

Il contesto della guerra in Ucraina e la nuova geografia energetica

Il memorandum per la costruzione del Power of Siberia 2 non riguarda solo il commercio dell’energia. È la materializzazione di un ordine mondiale multipolare che sfida l’egemonia statunitense e dell’Occidente.

Il valore commerciale dell’operazione è impressionante. Il primo contratto Power of Siberia, firmato nel 2014 agli albori della crisi in Ucraina, valeva 400 miliardi di dollari. Il nuovo progetto promette dimensioni ancora maggiori, con un impatto che si estenderà per i prossimi tre decenni.

Il nuovo gasdotto non sarà operativo prima del 2030, ma il rapporto tra Xi e Putin definito “ai massimi storici” lancia già oggi un messaggio eloquente.

Il futuro della partnership

L’accordo va oltre il singolo progetto infrastrutturale. Gazprom e Cnpc hanno firmato un nuovo memorandum di cooperazione strategica che, secondo Miller, “riflette una nuova fase del nostro lavoro con Cnpc sui nuovi progetti”. Una dichiarazione che lascia intendere ulteriori sviluppi nella partnership energetica.

In un mondo sempre più polarizzato, il gas siberiano che attraverserà la steppa mongola per raggiungere le metropoli cinesi rafforza il potere contrattuale di Russia e Cina, che sanno di poter contare l’uno sull’altro reciprocamente in caso di conflitto con l’Occidente.