Gas russo addio dal 2027, l’Ue ha presentato la roadmap definitiva

Nonostante la drastica riduzione, Mosca rappresenta ancora il terzo fornitore di gas dell'Unione europea con una quota del 16,6%
5 ore fa
2 minuti di lettura
Kaja Kallas Vladimir Putin Ipa Ftg Afp
L'Alta Rappresentante per la Politica Estera Ue Kaja Kallas (Ipa/Ftg) e il presidente russo Vladimir Putin (Afp)

La Commissione europea ha svelato oggi a Strasburgo la tanto attesa roadmap per tagliare definitivamente i legami energetici con la Russia, prevedendo la fine di tutte le importazioni di gas russo entro il 2027. Il piano, presentato dal commissario Ue per l’Energia Dan Jorgensen, è un ulteriore passo verso l’indipendenza energetica dell’Unione europea dal Paese che fino a pochi anni fa era il suo principale fornitore.

“L’Europa ha già ridotto drasticamente la sua dipendenza dall’energia russa. Oggi abbiamo presentato il nostro piano per porre fine a tutte le importazioni di energia dalla Russia entro il 2027. Questo segnerà una rottura definitiva. La Russia non potrà più usare l’energia come arma contro di noi“, ha scritto l’Alta rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, Kaja Kallas, in un post su X.

Le misure della roadmap

Il documento presentato oggi prevede misure concrete per attuare il piano REPowerEU, lanciato nel marzo 2022 dai leader europei con l’obiettivo di affrancarsi dalla dipendenza dalle importazioni di gas, petrolio e carbone russi. Secondo quanto illustrato, saranno impediti nuovi contratti con i fornitori di gas russo, sia via gasdotto che Gnl (gas naturale liquefatto), mentre i contratti spot esistenti verranno sospesi entro la fine del 2025.

Queste misure dovrebbero consentire all’Ue di ridurre di un terzo le rimanenti forniture di gas russo già entro la fine di quest’anno. La Commissione proporrà inoltre di bloccare tutte le restanti importazioni di gas russo entro la fine del 2027, segnando così la completa indipendenza energetica da Mosca.

La roadmap consiste in una comunicazione non vincolante che contiene una serie di opzioni legali per aiutare le aziende europee a rescindere i contratti in essere con la Russia e il suo colosso energetico Gazprom.

La situazione attuale delle forniture

Nonostante i flussi di gas russo verso l’Europa siano diminuiti drasticamente negli ultimi anni, Mosca rappresenta ancora il terzo fornitore di gas dell’Unione europea con una quota del 16,6%, dopo Norvegia (45,6%) e Algeria (19,3%). La Russia mantiene inoltre una posizione rilevante nelle consegne di GNL ai Ventisette, essendo il secondo fornitore con il 17,5% del mercato, dietro soltanto agli Stati Uniti (45,3%).

L’agenzia Bloomberg, citando fonti vicine alla questione, aveva anticipato che l’Ue stava portando avanti l’intenzione, a lungo accarezzata, di eliminare gradualmente i combustibili fossili russi. La pubblicazione della roadmap era stata rinviata all’inizio di quest’anno per valutare l’impatto degli sforzi statunitensi per porre fine alla guerra in Ucraina.

Il percorso verso l’indipendenza energetica

Il piano REPowerEU, lanciato nel marzo 2022 in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, ha già permesso all’Unione europea di ridurre significativamente la propria dipendenza energetica dalla Russia. La strategia si basa su tre pilastri fondamentali: risparmio energetico, diversificazione degli approvvigionamenti e accelerazione della transizione verso l’energia pulita.

Con le nuove misure presentate oggi, l’Unione europea intende completare questo percorso, recidendo definitivamente i legami energetici con la Russia e impedendo a Mosca di utilizzare l’energia come strumento di pressione politica nei confronti dei Paesi europei. Quando, a dicembre scorso, il presidente ucraino Zelensky non ha rinnovato il contratto di transito del gas russo si sono rivelate le difficoltà di quei Paesi che sono rimasti vincolati a Mosca e al suo gas. L’esempio più lampante (e rumoroso) è stato quello della Slovacchia che non ha uno sbocco sul mare ed è fortemente dipendente dal gas russo, esportato dall’azienda pubblica Gazprom attraverso l’Ucraina.

“Se c’è qualcuno che impedirà il transito del gas verso la Repubblica Slovacca, se c’è qualcuno che causerà un aumento dei prezzi del gas nel territorio europeo, se c’è qualcuno che causerà un enorme danno economico all’Unione europea, quello è il presidente Zelensky”, tuonò il presidente Robert Fico durante un vertice dei leader europei a Bruxelles. Parole di paura e di rivalsa: “Se il flusso di gas verrà interrotto, ciò metterà sotto pressione il mercato internazionale e, nel complesso, causerà enormi perdite economiche per l’Unione europea, che si faranno sentire in una fase successiva. Perché mai dovremmo pagare un prezzo simile, perché stiamo aiutando l’Ucraina?”. Poco dopo, Fico sarebbe volato a Mosca per incontrare Vladimir Putin.

Intanto il percorso dell’Ue procede spedito. La roadmap presentata oggi rappresenta quindi un passo decisivo verso la totale indipendenza energetica dell’Unione europea dalla Russia, un obiettivo che dovrebbe essere pienamente raggiunto entro la fine del 2027.

Gli ultimi articoli