G7 in Canada: tra crisi mediorientale, nucleare ed economia globale

Ipotesi aperta di un faccia a faccia tra l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff ed il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi
8 ore fa
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I leader del G7 seduti al tavolo (Darryl Dyck/Ipa)
I leader del G7 seduti al tavolo di confronto (Darryl Dyck/Ipa)

Mentre la comunità internazionale osserva con apprensione l’escalation del conflitto in Medio Oriente, i leader delle principali economie avanzate del mondo si sono riuniti in Canada, a Kananaskis, per il Vertice G7. Tra i temi centrali affrontati, spiccano la crisi israelo-iraniana, la sicurezza nucleare e le sfide economiche globali.

Giorgia Meloni si riconferma protagonista della diplomazia, dal dialogo su una panchina di legno con il presidente statunitense Donald Trump agli accordi su migrazione e energia con il corrispettivo canadese: ecco cos’è successo.

Un messaggio di de-escalation per il Medio Oriente

La dichiarazione congiunta dei sette leader ha ribadito il sostegno alla sicurezza di Israele e ha escluso categoricamente la possibilità che Teheran possa acquisire armamenti nucleari. L’appello è chiaro: una tregua a Gaza e un impegno diplomatico per ridurre le tensioni nella regione. La posizione del G7 si inserisce in un contesto di crescente instabilità, dove le ostilità tra Israele e Iran rischiano di trascinare l’intera area in un conflitto su larga scala.

Nel documento ufficiale, i leader sottolineano la necessità di proteggere i civili e di garantire la sicurezza energetica internazionale, evidenziando i rischi legati alle turbolenze regionali per il mercato globale: “In questo contesto – scrivono i leader –, affermiamo che Israele ha il diritto di difendersi. Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Affermiamo inoltre l’importanza della protezione dei civili. L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione – e concludono -. Resteremo vigili sulle implicazioni per i mercati energetici internazionali e saremo pronti a coordinarci, anche con partner che condividono gli stessi ideali, per salvaguardare la stabilità del mercato”.

Trump anticipa la partenza tra speculazioni politiche

Riflettori puntati sulla partenza anticipata da parte del presidente americano Donald Trump che ha lasciato il summit dichiarando di dover tornare a Washington per “questioni importanti”. Seppur inizialmente si sia ipotizzato un collegamento diretto tra la sua partenza e la crisi israelo-iraniana, lo stesso Trump ha smentito questa interpretazione, alimentando speculazioni sulle reali motivazioni del suo ritorno.

In un post sui social, il leader americano ha attaccato il presidente francese Emmanuel Macron, accusandolo di diffondere informazioni errate riguardo alle sue azioni: “Non ha alcuna idea sul perché sto tornando a Washington, ma certamente non ha nulla a che fare con il cessate il fuoco – ha continuato Trump – È molto più di questo. Volutamente o meno, Emmanuel sbaglia sempre”.

Tuttavia, secondo quanto scrive Axios, si sta discutendo dell’ipotesi di un faccia a faccia questa settimana tra l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff ed il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi allo scopo di discutere un’iniziativa diplomatica sulla fine della guerra con Israele e su un accordo con l’Iran. “Si sta considerando un incontro con gli iraniani questa settimana”, ha detto una fonte dell’amministrazione americana citata dal sito.

Italia e Stati Uniti: un dialogo informale su geopolitica e commercio

Uno dei momenti più discussi del vertice è stato il colloquio informale tra la premier italiana Giorgia Meloni e Donald Trump, tenutosi in un contesto informale, lontano dai riflettori ufficiali.

Il confronto ha permesso di riaffermare l’importanza del negoziato per la stabilità in Medio Oriente e la necessità di un cessate il fuoco a Gaza. Oltre alla geopolitica, Meloni ha posto l’accento sulla cooperazione economica tra Unione europea e Stati Uniti, anticipando le prospettive del prossimo Vertice Nato dell’Aja.

G7 Canada 2025 (Suzanne Plunkett/Ipa/Ftg)
G7 Canada 2025 (Suzanne Plunkett/Ipa/Ftg)

Migranti e Russia: tra sicurezza e sanzioni

La questione migratoria ha occupato un posto centrale nel dibattito del G7, con l’Italia che ha spinto per strategie concrete volte a colpire le reti criminali dietro il traffico di esseri umani. Il principio del “follow the money” proposto da Meloni sottolinea l’importanza di tracciare i flussi finanziari per smantellare le organizzazioni coinvolte.

Sul fronte russo, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha discusso con Trump il tema delle sanzioni economiche, evidenziando la necessità di una maggiore coordinazione con i partner europei.

Economia globale e alleanze strategiche

Parallelamente alle tensioni geopolitiche, il G7 ha visto una serie di incontri bilaterali mirati a rafforzare le relazioni economiche e strategiche tra le nazioni. Il primo ministro canadese Mark Carney e Giorgia Meloni hanno confermato la vitalità del partenariato tra i due Paesi, toccando temi che spaziano dall’intelligenza artificiale ai materiali critici per la transizione energetica.

Come concordato durante la recente visita del primo ministro Carney a Roma, “nei prossimi mesi sarà avviato un Dialogo energetico Italia-Canada per intensificare la cooperazione su minerali critici, energie convenzionali e pulite e idrogeno”.

In un contesto di grandi incertezze, il G7 si conferma ancora una volta un punto di riferimento per la diplomazia internazionale. Le decisioni prese in Canada avranno ripercussioni significative sul futuro del Medio Oriente, sulla sicurezza nucleare e sulle dinamiche economiche globali.