G20 a Rio de Janeiro, tra Ucraina e Medio Oriente: cosa hanno detto i leader

La lotta alla povertà e la sfida del cambiamento climatico nella dichiarazione congiunta dei leader del G20
2 giorni fa
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Ursula von der Leyen al G20 di Rio de Janeiro (Alexandre Brum/Ipa/Fotogramma)
Ursula von der Leyen al G20 di Rio de Janeiro (Alexandre Brum/Ipa/Fotogramma)

I leader delle venti maggiori economie mondiali si sono riuniti a Rio de Janeiro per il vertice annuale del G20, tenutosi il 18 e 19 novembre 2024. L’incontro ha visto la partecipazione di capi di Stato e di governo che hanno discusso e adottato una dichiarazione congiunta per affrontare le principali sfide globali e promuovere una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva.

Ma non solo. L’evento è stato anche l’occasione per ribadire le proprie posizioni su Ucraina e Medio Oriente. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è così espressa contro l’escalation a Mosca: “Purtroppo la Russia, membro di questo stesso G20, sta intensificando la guerra in Ucraina con l’aiuto di droni e missili iraniani e di soldati nordcoreani. Chi crede che i droni e i missili iraniani o i soldati nordcoreani porteranno mai la pace in Europa? Non solo ritarderà una pace giusta e duratura in Ucraina, ma aumenterà le tensioni in Asia orientale e in Medio Oriente“, ha detto. “In Medio Oriente abbiamo già assistito a tante tragedie e spargimenti di sangue. Dobbiamo proteggere meglio i civili ed espandere l’assistenza umanitaria su larga scala. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è un cessate il fuoco con l’immediato rilascio degli ostaggi e porre fine alle sofferenze del popolo palestinese“, ha concluso.

Ma durante il vertice, sono stati affrontati anche gli altri temi cruciali come lo sviluppo sostenibile, la sicurezza alimentare, la transizione energetica e la riforma delle istituzioni di governance globale. I leader hanno riaffermato il loro impegno verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg) dell’Agenda 2030, sottolineando l’urgenza di azioni concrete per raggiungere questi obiettivi entro i prossimi sei anni.

Un impegno per lo sviluppo sostenibile

Solo il 17% degli obiettivi è in linea con le aspettative dell’Agenda 2030, mentre quasi la metà mostra progressi minimi o moderati, e oltre un terzo ha subito una battuta d’arresto. Il vertice ha evidenziato la necessità di misure concrete e coordinate a livello internazionale per raggiungere questi obiettivi cruciali.

Inoltre, è stato sottolineato che il raggiungimento degli Sdg richiede non solo azioni urgenti, ma anche misure socialmente giuste, sostenibili dal punto di vista ambientale ed economicamente solide. I leader hanno ribadito il leit motiv del 2024, “Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile”, ponendo l’ineguaglianza al centro dell’agenda del G20.

Crisi globali e disuguaglianze

Il vertice ha riconosciuto che le crisi geopolitiche, socioeconomiche e ambientali attuali richiedono un’azione urgente. Le disuguaglianze, sia all’interno che tra i Paesi, sono state identificate come la radice di molte sfide globali.

I leader hanno sottolineato la necessità di misure socialmente giuste, sostenibili dal punto di vista ambientale ed economicamente solide per affrontare queste disuguaglianze. Inoltre, è stato riconosciuto che le crisi non colpiscono il mondo in modo equo, gravando in modo sproporzionato sui più poveri e su coloro che si trovano già in situazioni vulnerabili.

I leader hanno espresso preoccupazione per le prospettive di crescita globale a medio e lungo termine, che sono al di sotto delle medie storiche, e hanno ribadito l’impegno a ridurre le disparità di crescita tra i Paesi attraverso riforme strutturali.

Sicurezza alimentare e lotta alla povertà

Un tema centrale del vertice è stato la sicurezza alimentare e la lotta contro la povertà. Con circa 733 milioni di persone che affrontano la fame nel 2023, i leader del G20 hanno lanciato l’Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà, un’iniziativa volta a mobilitare risorse finanziarie e condividere conoscenze per sostenere programmi su larga scala mirati a ridurre la fame e la povertà. Questa iniziativa mira a mobilitare risorse finanziarie e condividere conoscenze per sostenere programmi su larga scala mirati a ridurre la fame e la povertà, con un focus particolare su donne e bambini, che sono i più colpiti.

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, in merito, ha lanciato l’Alleanza globale contro la fame e la povertà; un’iniziativa che “ha un destino globale”. Il progetto ha già 148 adesioni, inclusi 82 Paesi. Dopo il rifiuto iniziale, anche l’Argentina di Milei ha sottoscritto il documento di adesione all’Alleanza. Buenos Aires ha chiarito che l’adesione “non implicherà l’adozione di programmi e politiche specifiche” e che seguirà “un approccio guidato dal mercato“. Di diverso tenore il commento di von der Leyen. “La fame e la povertà sono problemi che possono essere risolti. Per questo l’Ue è orgogliosa di sostenere pienamente l’Alleanza come membro fondatore. E siamo pronti ad assumere impegni in tutti e tre i pilastri”.

I leader hanno inoltre sottolineato nella dichiarazione congiunta che il mondo produce più che sufficiente cibo per sradicare la fame e che ciò che manca è la volontà politica di creare le condizioni per espandere l’accesso al cibo. Hanno anche evidenziato l’importanza della sicurezza alimentare e della nutrizione, nonché della realizzazione progressiva del diritto a un’alimentazione adeguata, come riaffermato attraverso i Principi di Alto Livello di Deccan.

Transizione energetica e azione climatica

Il G20 ha riaffermato il suo impegno per la transizione energetica sostenibile e l’azione climatica, riconoscendo l’importanza di ridurre le emissioni di gas serra e di promuovere l’uso di energie rinnovabili. I leader hanno accolto con favore l’esito della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite a Dubai (COP28) e hanno sottolineato la necessità di aumentare i finanziamenti per il clima, in particolare per i paesi in via di sviluppo, per sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Hanno anche ribadito l’importanza di azioni audaci, tempestive e strutturali nelle economie nazionali e nel sistema finanziario internazionale per accelerare e intensificare l’azione climatica. I leader hanno riconosciuto la necessità di riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni di gas serra in linea con i percorsi verso 1,5 gradi e hanno invitato i membri a contribuire agli sforzi globali contro il cambiamento climatico in modo determinato a livello nazionale.

Riforma delle istituzioni di governance globale

Un altro punto cruciale del vertice è stata la riforma delle istituzioni di governance globale. I leader del G20 hanno sottolineato l’importanza di un sistema multilaterale rinnovato e rafforzato, radicato nei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Hanno discusso la necessità di migliorare la rappresentanza e la voce dei paesi in via di sviluppo nelle decisioni delle istituzioni finanziarie internazionali, per garantire che queste riflettano meglio le realtà sociali, economiche e politiche del 21esimo secolo.

I leader hanno anche ribadito l’impegno a riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per renderlo più rappresentativo, inclusivo, efficiente, efficace, democratico e trasparente. Hanno sottolineato l’importanza di rafforzare il ruolo del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc) e della Commissione per il Consolidamento della Pace per affrontare le cause profonde dei conflitti e mobilitare il sostegno politico e finanziario per gli sforzi di prevenzione, mantenimento della pace e costruzione della pace.

Il vertice del G20 di Rio de Janeiro ha rappresentato un momento cruciale per riaffermare l’impegno collettivo verso un futuro più giusto e sostenibile. I leader hanno ribadito la loro determinazione a combattere la fame, la povertà e le disuguaglianze, promuovendo al contempo lo sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni. Il prossimo appuntamento sarà sotto la presidenza del Sudafrica nel 2025, con l’obiettivo di continuare a lavorare insieme per affrontare le sfide globali. I leader hanno anche espresso il loro sostegno all’Unione Africana come membro a pieno titolo del G20, sottolineando l’importanza di amplificare la voce dell’Africa in tutti i forum internazionali.

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