Il fuorionda Trump-Macron, la battuta sull’outfit di Zelensky: le scene che raccontano il cambio di passo sulla guerra in Ucraina

Il tycoon esalta sé stesso, il presidente ucraino cambia outfit: sembrano dettagli e invece non lo sono
2 mesi fa
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Zelensky Trump Macron 18 Agosto 2025
Volodymyr Zelensky, Donald Trump ed Emmanuel Macron durante il vertice del 18 agosto 2025 (Afp)

I libri di storia racconteranno la storica giornata del 18 agosto 2025 in due modi.

Ripercorrendo le dichiarazioni con cui Trump, Zelensky e i leader Ue hanno avvicinato la pace in Ucraina dopo oltre tre anni e mezzo di conflitto, oppure raccontando tutto quello che non è ufficiale, ma ha un enorme valore (non solo) simbolico: dallo scambio tra il presidente ucraino e il giornalista americano sugli abiti indossati per l’occasione al fuorionda di Trump che, senza sapere di essere “ascoltato”, sussurra qualcosa a Emmanuel Macron.

Per quanto accessori, questi momenti rendono più solida l’apertura di questi giorni e più credibile la speranza di un accordo. E, ancora di più, raccontano come si sono evouti i rapporti tra l’amministrazione Usa e l’Unione europea da gennaio ad oggi.

Il fuorionda di Trump a Macron e la nuova era della politica personale

Poco prima di entrare nella East Room della Casa Bianca per il vertice multilaterale, c’è stato un fuori programma che ha coinvolto Trump e Macron. Uno scambio che doveva rimanere riservato e invece è diventato pubblico per la presenza di microfoni nei paraggi.

Credo che voglia fare un accordo per me. Capisci? È pazzesco”, ha sussurrato il presidente Usa all’orecchio dell’omologo francese parlando di Vladimir Putin. Questa dichiarazione spiega in maniera semplice, ma efficace, il cambio di passo improntato dal tycoon alla politica Usa, improntata sulla persona e sul carisma del presidente prima ancora che sul ruolo dello Stato.

Da quando è tornato alla Casa Bianca, Donald Trump ha evidenziato più volte il buon rapporto personale con Vladimir Putin e l’elemento è stato ribadito dai due leader dopo il summit in Alaska.  

Facendo eco alle dichiarazioni del tycoon, dopo l’incontro di Ferragosto il presidente russo ha dichiarato: “Nel 2022 avevo provato a convincere Joe Biden che la situazione poteva essere risolta, gli avevo detto che non bisognava arrivare al punto di non ritorno”, e ha poi aggiunto: “Trump mi ha detto che, se fosse stato presidente allora, non ci sarebbe stata la guerra. E io ci credo“.

Il presidente russo ha parlato di un nuovo rapporto “basato sulla fiducia reciproca”, che potrebbe aprire la strada a una soluzione del conflitto.

L’inversione di rotta era iniziata a marzo con i colloqui di Riad, ma era poi precipitata pericolosamente con un reciproco scambio di accuse e minacce più o meno velate.

La mancata firma di una tregua da parte del Cremlino, infatti, aveva irrigidito i rapporti con Washington, generando tensioni personali prima ancora che istituzionali: da Putin che, citando il presidente Usa, dice “un sacco di stronzate” al leader russo “impazzito” secondo il tycoon, fino allo Zio Sam che “spara bolle di sapone” ma non fa paura al Cremlino, messo in prima pagina dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti.

Anche adesso che la pace sembra più vicina è l’elemento personale a emergere, come dimostrano le parole sussurate da Trump a Macron.

La stessa Ue ha dovuto accontentare il presidente americano prima sui dazi e poi sulla ripartizione delle spese militari per l’Ucraina per potersi sedere al tavolo delle trattative con il presidente americano. Ursula von der Leyen ha implicitamente sottolineato il cambio di passo: durante il muiltilaterale “È emersa una vera unità di intenti” per raggiungere un accordo, ha sottolineato la presidente della Commissione Ue.

Lo scetticismo di Macron: “Putin è un orco alle nostre porte”

Il più scettico tra i presenti è proprio il presidente francese Emmanuel Macron. Pur riconoscendo i passi avanti fatti ieri, il numero uno dell’Eliseo ha ribadito all’emittente Tf1-Lci che la Russia “è diventata una forza destabilizzante duratura e una potenziale minaccia per molti di noi”.

“Un Paese che investe il 40% del suo bilancio in tali equipaggiamenti, che ha mobilitato un esercito di oltre 1,3 milioni di uomini, non tornerà a essere un sistema democratico aperto dall’oggi al domani. Anche per la sua stessa sopravvivenza, Putin deve continuare a mangiare. È un predatore, un orco alle nostre porte”, ha aggiunto Macron invitando gli alleati a “non essere ingenui” dal momento che “il presidente Putin ha raramente mantenuto le sue promesse”. “Non dico che la Francia verrà attaccata domani, ma è una minaccia per gli europei” ha concluso Macron pur sottolineando il “profondo rispetto per il popolo russo”.

Giova ricordare che a marzo la Francia ha distribuito opuscoli per indicare ai suoi cittadini cosa fare in caso di guerra e di altre emergenze.

Come è vestito Zelensky, cronache di una trattativa

Se c’è un simbolo che, meglio di qualsiasi altro, racconta come sono cambiati i torni sulla guerra in Ucraina, non può che essere l’abbigliamento del presidente ucraino.

La divisa militare da lui indossata per l’occasione era diventata oggetto di scherno nel disastroso incontro allo Studio Ovale del 28 febbraio, che si concluse con un acceso diverbio tra Trump e Zelensky. In quella circostanza, il vicepresidente americano Jd Vance aveva rimproverato il presidente ucraino per l’outfit scelto nonostane l’ufficialità del summit alla Casa Bianca. Il cronista americano Brian Glenn aveva rincarato la dose chiedendo al leader ucraino: “Perché non indossa un completo? Possiede un abito?”. “Indosserò un completo quando questa guerra finirà. Forse qualcosa di simile al suo. Forse qualcosa di meglio”, aveva replicato seccamente Zelensky.

Ieri, i due sono stati protagonisti di un nuovo scambio, ma questa volta il siparietto ha avuto toni allegri e distesi, specchio di questa nuova fase delle trattive.

Presidente sta benissimo“, ha detto il Glenn sottolineando il cambio d’abito di Zelensky, che si è presentato al bilaterale di ieri indossando una camicia e una giacca nera, così come neri erano anche i pantaloni e le scarpe. Niente cravatta, come chiesto da molti, ma comunque un netto cambio di stile rispetto al precedente incontro. Il giornalista ha (quasi distrattamente) chiesto scusa al leader ucraino per le critiche di febbraio. La risposta di Zelensky non si è fatta attendere, ma questa volta ha tutto un altro tenore: “Mi ricordo di lei, aveva lo stesso abito. Vede? Io mi sono cambiato, lei è sempre vestito uguale”, ha detto il presidente al giornalista provocando le risate dei giornalisti presenti e di Donald Trump.

Dettagli, immagini, dichiarazioni che sembrano accessori e che invece raccontano meglio di molte parole queste giornate storiche, mentre le prospettive per una pace in Ucraina si fanno sempre più concrete.

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