Friedrich Merz sarà il candidato cancelliere della Cdu alle prossime elezioni tedesche del 28 settembre 2025. Con il partito che attualmente detiene circa il 30% dei consensi, il doppio rispetto alla Spd del cancelliere Olaf Scholz, Merz appare come il favorito per la guida del prossimo governo tedesco. L’annuncio ufficiale è stato fatto durante un evento a Berlino insieme a Marcus Söder, leader della Csu bavarese e suo ultimo rivale interno. Dopo il ritiro di Heinrik Wüst, la candidatura di Merz, membro del Bundestag, è stata formalizzata con il pieno supporto del suo stesso partito.
Chi è Friedrich Merz
Nato nel 1955 a Brilon, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, Merz proviene da una famiglia conservatrice e cattolica. Dopo aver studiato legge all’Università di Bonn, ha intrapreso la carriera di avvocato prima di entrare in politica, aderendo alla Cdu nel 1989 e diventando un esponente di spicco del partito. Legato all’ala conservatrice, Merz è stato uno dei più stretti collaboratori di Wolfgang Schäuble, promotore di rigide politiche di austerità, con cui ha condiviso una visione orientata al rigore fiscale. Negli anni ’90 e 2000, mentre consolidava il suo ruolo nella Cdu, ha predicato la riduzione della burocrazia e la spinta sulla competitività economica.
L’uomo politico ha però avuto uno scontro importante nella sua carriera: quello con Angela Merkel. L’ex cancelliera, inizialmente vista come un’outsider, ha sconfitto Merz nel 2002 nella corsa alla presidenza del partito, segnando l’inizio di una fase in cui Merz si è progressivamente allontanato dalla attività politica. Nel 2009, Merz ha abbandonato il Bundestag per dedicarsi al settore privato, ottenendo grande successo finanziario come consulente e uomo d’affari.
Ma più del denaro poté la vocazione e nel 2018, Merz ha fatto ritorno alla politica, tentando di succedere a Merkel come leader della Cdu. Dopo due fallimenti, nel 2022 ha ottenuto la leadership del partito, in un momento in cui la sua figura conservatrice e critica nei confronti delle politiche migratorie e sociali di Angela Merkel ha guadagnato nuovo slancio all’interno della base del partito.
Il panorama politico attuale in Germania
La sua nomina arriva in un momento di grande polarizzazione politica per la Germania. La coalizione “semaforo” al governo, composta da Spd, Verdi e Fdp, è in difficoltà, mentre l’ascesa dell’estrema sinistra Bsw e soprattutto dell’estrema destra di Afd nelle elezioni regionali in Turingia e in Sassonia ha evidenziato una crescente insoddisfazione nei confronti dei partiti tradizionali. In particolare, Alternative für Deutschland ha registrato forti risultati nei Länder orientali, con un primato, quello in Turingia, che l’estrema destra non aveva mai ottenuto nel dopoguerra.
La candidatura di Merz rappresenta per molti un ritorno ai valori conservatori e una sfida al progressismo che ha caratterizzato l’era Merkel. Tuttavia, la sua mancanza di esperienza governativa a livello federale — non ha mai ricoperto incarichi di ministro o governatore di un Land — è vista da alcuni come un punto debole. Questo potrebbe complicare la sua campagna, soprattutto considerando il fatto che Olaf Scholz, pur impopolare, ha un’esperienza consolidata e una capacità di gestione del governo che potrebbe attrarre elettori indecisi. La carta di identità, poi, non sorride al candidato di Cdu, che a quasi 70 anni viene visto ancora come un neofita nella ‘politica che conta’.
Cosa aspettarci in vista delle elezioni
Con la nomina di Friedrich Merz, la campagna elettorale della Cdu sarà probabilmente focalizzata su temi economici, sicurezza e immigrazione. Merz cercherà di consolidare il sostegno dell’elettorato più conservatore, facendo leva sul malcontento verso il governo attuale e le preoccupazioni legate alla crisi migratoria. Al tempo stesso, dovrà lavorare per mantenere unito il partito e contrastare l’erosione dell’elettorato verso Afd.
Per ora i sondaggi indicano la Cdu come favorita, ma il panorama politico tedesco resta altamente imprevedibile. Molto dipenderà da come Merz riuscirà a presentarsi come una figura capace di superare i limiti della sua mancanza di esperienza governativa, restituendo alla Cdu il ruolo di Volkspartei, il partito del popolo.