Un terremoto ha colpito ieri la Francia. Si tratta di una “scossa politica” arrivata con le parole di Eric Ciotti, leader dei repubblicani, che ha annunciato una possibile alleanza con il Rassemblement national di Marine Le Pen. A vibrare è stato proprio il partito Les Republicains, che si è così spaccato in due. A far paura è la volontà di unirsi a quello che in origine era l’avversario (Lr, partito nato proprio dai nemici di De Gaulle) ma per Ciotti (d’origine trevigiane), la sua passione per l’identità nazionale e la politica anti-immigrazione non possono non avere un legame con Rn e un po’ anche con le altre destre italiane.
“Dimissioni immediate”: questo è ciò che chiedono i capigruppo parlamentari dei repubblicani a Ciotti che, secondo il quotidiano francese Liberation, sarebbero la maggioranza (45 su 61). Basterebbe che almeno 20 cambino idea per conquistare la maggioranza assoluta nelle prossime elezioni anticipate francesi del 30 giugno (il 7 luglio il ballottaggio). In questo modo, per l’italo-francese, il posto al potere sarebbe assicurato al fianco di un altro italo-francese, Jordan Bardella, l’enfant prodige cresciuto a social e Le Pen.
Un’ombra sui due partiti, però, incombe come quella di Matteo Salvini per la leader Giorgia Meloni e stiamo parlando di Eric Zemmour. Ma cos’hanno in comune i leader francesi con quelli italiani (oltre le origini) e perché il terremoto d’oltralpe minaccia anche l’Europa? Andiamo con ordine.
Un “posto a tavola” con Le Pen
Il presidente di Les Républicains (Lr) Eric Ciotti ha confermato le voci su un accordo tra il partito e il Rassemblement National. Ieri, ha affermato che Lr “è troppo debole per opporsi ai due blocchi che sono i più pericolosi” e per questo “abbiamo bisogno di un’alleanza con il Rn”. “Rispondendo a questo appello all’unità, Éric Ciotti sceglie gli interessi dei francesi prima di quelli dei nostri partiti. Uniamo le forze per lottare contro il caos migratorio, ripristinare l’autorità e l’ordine e sostenere il potere d’acquisto dei francesi. L’unione fa la Francia”. Così su X ha immediatamente risposto Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, commentando a favore la scelta del collega.
E ancora: “Una scelta coraggiosa”. Così Marine Le Pen ha definito l’annuncio di Eric Ciotti: “Quarant’anni di pseudo cordone sanitario, che ha portato alla perdita di molte elezioni, stanno ora scomparendo“, ha dichiarato.
Intanto, però, ancora più a destra del Rn, c’è Marion Maréchal, la nipote di Marine Le Pen che è stata la capolista del partito di Eric Zemmour, Reconquete, alle elezioni europee. Marechal ha annunciato che Jordan Bardella, si è opposto ad un “accordo che prevedeva la rappresentazione dei suoi 1,4 milioni di elettori” in “una coalizione legislativa“, proprio per la presenza del noto giornalista e storico. “Jordan Bardella mi ha informato questo pomeriggio di un cambiamento di posizione e di un rifiuto di Rn del principio stesso dell’accordo – ha scritto in una nota – nonostante i miei tentativi di negoziazione, l’argomento deplorevole che è stato avanzato è che non vogliono alcun legame diretto o indiretto con Eric Zemmour”.
En répondant à cet appel au rassemblement, Éric Ciotti choisit l’intérêt des Français avant celui de nos partis.
Unissons nos forces pour lutter contre le chaos migratoire, rétablir l’autorité et l’ordre, et soutenir le pouvoir d’achat des Français.
L’union fait la France.
— Jordan Bardella (@J_Bardella) June 11, 2024
Alleanze europee
Se Le Pen ha – momentaneamente forse – negato l’ingresso al leader di Reconquete da un lato, al nostro leader della Lega fa la corte in Europa ammettendo più volte che sarebbe l’alleato ideale per una “vera destra europea”. Si vocifera, in merito, che insieme all’olandese Geert Wilders, si recheranno oggi a Bruxelles per un incontro segreto per discutere i risultati elettorali e il futuro del loro gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo. E non è da escludere che per questo il Ppe, infatti, potrebbe cacciare Les Républicains se arrivasse l’accordo con Zemmour. Ma Tajani ha assicurato che anche se le posizioni della leader populista francese potrebbero essere troppo estreme per i popolari europei, non esclude di “costruire una maggioranza tra popolari, liberali e conservatori” E su un’ipotesi di alleanza con Salvini risponde: “Perché no”. Il partito di Silvio Berlusconi, con Tajani al comando, ha raggiunto quasi il 10% alle elezioni europee, dimostrandosi, de facto, la terza forza politica nazionale. Così come nelle destre francesi, è la terza forza politica Les Republicains. Ed è qui che scatta il principio antico: se vedi un varco per prendere il potere dopo anni di opposizione, ti ci infili a qualunque costo. L’ha fatto Antonio Tajani, lo vuole fare Eric Ciotti.
Macron aveva previsto tutto?
C’è chi si domanda, a questo punto, se Emmanuel Macron non avesse previsto tutto. E cioè che le destre francesi siano troppo spaccate al loro interno per dimostrarsi una forza compatta all’esterno e governare il Paese. “Quale che sia il risultato” al termine delle elezioni legislative anticipate che si terranno il 30 giugno, per il presidente francese, intanto, è esclusa l’ipotesi dimissioni. È quanto ha affermato a Figaro Magazine. Esprimendo la sua ipotesi ha sottolineato che il Rassemblement National potrebbe chiedere la sua uscita di scena in caso di vittoria alle elezioni, ma “non è Rn che scrive la Costituzione, né il suo spirito. Le istituzioni sono chiare, l’incarico di presidente, quale che sia il risultato, lo è altrettanto. Per me è intangibile”. Che Giorgia Meloni sia più lungimirante in Ue? Solo un accordo con Ursula von der Leyen potrà stabilirlo.