La storia si ripete. Il premier francese François Bayrou ieri ha fatto ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione per far approvare il bilancio dello Stato e quello della previdenza sociale senza passare dal voto dell’Assemblea Nazionale. Lo riporta l’emittente Bfmtv citando fonti di Palazzo Matignon. Bayrou, dunque, segue la stessa strada che ha portato alla caduta del suo predecessore, Michel Barnier, il cui esecutivo è durato meno di tre mesi prima di essere sfiduciato proprio a causa dell’uso di questo strumento e proprio in merito al bilancio della previdenza sociale.
Infatti, se il 49.3 permette al governo di bypassare il voto parlamentare, offre però all’opposizione la possibilità di presentare una mozione di censura che, se approvata, porta alla fine dell’esecutivo.
Bayrou aveva in precedenza parlato del 49.3 come ”ultima scelta” dicendo di preferire i ”dibattiti e la democrazia parlamentare”. Ma poi, in un’intervista a La Tribune Dimanche, aveva anticipato la sua intenzione di ricorrervi dopo il compromesso raggiunto tra deputati e senatori del campo governativo in una commissione mista. “Dobbiamo andare avanti senza indugi. Un Paese come il nostro non può rimanere senza bilancio”, aveva spiegato.
La France Insoumise ha presentato la mozione di sfiducia
Ora, ricalcando il copione che ha portato alla fine di Barnier, La France Insoumise ha presentato una mozione di censura contro il governo Bayrou, a favore della quale voteranno anche i comunisti e ai verdi.
Il Partito socialista invece ha annunciato che non approverà la mozione ”per spirito di responsabilità”, sostenendo così Bayrou. La cosa ha provocato la reazione di Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise, che ha avvisato come un voto contrario dei socialisti segnerebbe la fine del Nuovo Fronte Popolare, l’alleanza di sinistra creata in vista delle legislative dello scorso luglio dai due partiti insieme a comunisti e Verdi.
La posizione di Rassemblement National
Nemmeno Rassemblement National (Rn) sosterrà la mozione di censura contro il governo di Francois Bayrou (come ha invece fatto contro Barnier), ha dichiarato il suo leader Jordan Bardella all’emittente Europe1-CNews. “Dobbiamo evitare l’incertezza perché molti dei nostri concittadini sono estremamente preoccupati per una possibile instabilità a lungo termine“, ha spiegato.
Una posizione definitiva in merito verrà presa durante la riunione di partito domani mattina, ma per Bardella “la domanda da porsi è: i francesi trarrebbero beneficio da un’ulteriore censura”? La risposta che lui stesso si è dato è “nel periodo in cui ci troviamo, i francesi non trarrebbero vantaggio da una nuova forma di instabilità che potrebbe avere conseguenze più gravi per l’economia”.
“Ci siamo battuti, siamo all’opposizione e per definizione contrari al bilancio presentato dal governo di François Bayrou”, spiega Bardella. Tuttavia, aggiunge, ”abbiamo ottenuto vittorie innegabili nelle ultime settimane. “Non ci saranno rimborsi per i medicinali, l’elettricità è stata ridotta del 15% dal primo gennaio per 24 milioni di famiglie e le pensioni sono state reindicizzate”, ha aggiunto.
Nella legge di bilancio tagli per 50 miliardi
La legge di bilancio, presentata al Parlamento lunedì pomeriggio, prevede tagli per circa 50 miliardi di euro, con l’obiettivo di ridurre il deficit al 5,4% del PIL dall’attuale 6% entro la fine dell’anno. Sulla Francia pende infatti una procedura per deficit eccessivo da parte dell’Unione europea. Se la mozione di sfiducia non passerà, il bilancio diventerà automaticamente legge.
I socialisti potrebbero presentare una mozione autonoma
Insomma, sembra che per Bayrou le cose possano andare diversamente da Barnier, ma i socialisti, pur avendo annunciato che voteranno contro la mozione, in realtà sono divisi e qualche sorpresa potrebbe esserci.
Inoltre, i socialisti stessi hanno fatto sapere che intendono presentare una mozione di sfiducia autonoma dopo l’approvazione dei due bilanci, per denunciare le recenti affermazioni del primo ministro sull’immigrazione. La scorsa settimana, infatti, il premier in un’intervista a Lci ha affermato che la Francia ha la sensazione di essere “invasa” dai migranti (“submersion migratoire”), in quello che un editoriale su Le Monde descrive come “L’errore semantico di François Bayrou”, che ha pescato nella terminologia tipica dell’estrema destra.
Insomma, il futuro del governo rimane ancora molto incerto.
Se cade Bayrou, Macron a rischio
Ma la posta in gioco è ancora più alta: se cade Bauyrou, sarà davvero difficile per il presidente Emmanuel Macron non abdicare e aprire la strada alle presidenziali anticipate. Una prospettiva che fa gola a molti, in primis a Marine Le Pen, che da tempo punta alla presidenza, ma che potrebbe essere esclusa dalla corsa in caso il 31 marzo le arrivi una sentenza sfavorevole sul caso degli assistenti parlamentari dell’Unione europea. Dietro di lei, tuttavia, il suo delfino Bardella scalpita.
E di squali che girano attorno alla zattera di Macron ce ne sono molti altri, come lo stesso Mélenchon, gli ex primi ministri Édouard Philippe e Dominique de Villepin e anche François Hollande, ex presidente, che sembra pronto a riproporsi.
Sono acque turbolente, dunque, quelle che sospingono la Francia verso il voto sulla mozione di sfiducia al governo Bayrou. L’appuntamento è per domani, mercoledì 5 febbraio.