Commissione europea, Fitto vicepresidente alla Coesione. Ecco cosa vuol dire, nel dettaglio

Un incarico di peso quello assegnato all'attuale ministro del governo Meloni, che tocca un ampio ventaglio di materie, unite dal filo conduttore dell’ascolto delle comunità locali e dell’ormai indissolubile trio ‘resilienza, sostenibilità e competitività’
2 giorni fa
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Convegno Dal Titolo Per Una Europa Giovane
Raffaele Fitto (Fotogramma)

Resilienza, sostenibilità, competitività e stretto contatto con le realtà locali. Sono le parole che appaiono con più frequenza nella lettera che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha inviato a Raffaele Fitto, attuale ministro del governo Meloni, questa mattina designato ufficialmente vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, con annesso (corposo) portafoglio della politica di coesione, dello sviluppo regionale e delle città.

Ma cosa significa in concreto il ruolo assegnato al ministro italiano, e di cosa si occuperà? Intanto va detto che si tratta di un incarico di peso che tocca un ampio ventaglio di materie, quasi a 360 gradi, unite dal filo conduttore dell’ascolto delle comunità locali e dell’ormai indissolubile trio ‘resilienza, sostenibilità e competitività’.

Il tutto declinato su quasi ogni aspetto della politica europea: dal green deal alla pesca, dall’edilizia popolare alla competitività, dai PNRR alla qualità della vita, Fitto insomma avrà un bel da fare. E un bel po’ di potere, quanto meno quello di incidere nelle future politiche della Commissione su parecchi fronti.

La lettera di von der Leyen a Fitto: cosa dovrà fare

Ma andiamo a vedere nel dettaglio i compiti che la presidente della Commissione ha assegnato a Fitto. Von der Leyen, che oggi ha presentato all’Europarlamento la propria squadra di governo, ha infatti inviato a ogni commissario e vicepresidente esecutivo (spariti i vicepresidenti ‘semplici’) una missiva di incarico in cui ha dettagliato per ciascuno di cosa si occuperà e cosa lei si aspetta che facciano.

E ha anche indicato la stella polare che dovrà guidare il lavoro della Commissione e dunque dei suoi componenti: “Lavorare insieme per l’Europa, lavorare più vicini agli europei”.

E proprio questo aspetto è un po’ il ‘succo’ dell’incarico assegnato a Fitto: coesione europea, infatti, vuol dire “avvicinare l’Europa ai cittadini e gli europei gli uni agli altri”. Un cappello molto vasto, che si declina a livello economico, sociale e territoriale, con l’obiettivo finale di sostenere lo sviluppo di regioni e città. Si parla tra le altre cose di posti di lavoro di qualità, di maggiore produttività, di innovazione e competitività, ma anche di transizione verde e digitale e di qualità della vita, che a sua volta di dirama in moltissimi aspetti che sono appunto ‘locali’.

Rientrano quindi nelle future competenze di Fitto le disparità e il miglioramento delle condizioni di vita degli europei, in particolare dopo il duro periodo della pandemia e delle crisi successive, “che hanno rischiato di aggravare le divergenze tra i cittadini, le regioni, i territori e le diverse parti delle nostre economie”, afferma von der Leyen.

Fitto perciò dovrà innanzitutto “garantire che l’Ue continui a sostenere riforme e investimenti duraturi che contribuiscano direttamente a rafforzare la crescita europea”. La nuova Commissione, infatti, ha l’ambizione di essere una “Commissione per gli investimenti”.

In questo senso, Fitto avrà la grossa responsabilità di proseguire sulla scia da una parte del NextGenerationEU, il piano per la ripresa concepito per rendere le economie dell’Ue più verdi, digitali e resilienti, arrivando “a una sua piena e riuscita attuazione”, e dall’altra delle riforme e degli investimenti previsti dai Piani nazionali per la ripresa e la resilienza entro il termine dispesa del 2026: “Una sfida significativa che richiederà sforzi coerenti da parte di tutti gli Stati membri e della Commissione”, sottolinea la lettera.

Per fare ciò, Fitto dovrà stare particolarmente attento a dialogare con le parti interessate e a coinvolgere le autorità regionali e locali, garantendo che le persone nelle regioni europee, che si tratti di città, comunità costiere o aree rurali, abbiano reali opportunità di promuovere la crescita e la produttività.

Fitto si occuperà anche del settore agricolo e alimentare, anche qui per rafforzarne la competitività, la resilienza e la sostenibilità, supportando gli agricoltori che ne abbiano bisogno e promuovendo allo stesso tempo risultati ambientali e sociali positivi. Il vicepresidente designato, qui più che mai, dovrà partire dal ‘terra-terra’, cioè dall’ascolto delle reali preoccupazioni delle persone nelle comunità rurali in modo da “riuscire a trovare soluzioni che facciano davvero la differenza”.

Lo stesso per il settore della pesca, che deve diventare più resiliente, sostenibile e competitivo sul mercato globale: Fitto dovrà dunque agire per promuovere un’economia blu basata su questi principi.

Ma dovrà occuparsi anche di mobilità sostenibile e di turismo, nell’ottica di collegare le diverse parti d’Europa e sostenere un mercato unico fiorente.

Non finisce qui: il vicepresidente designato dovrà assicurarsi, lavorando in partenariato, che l’Europa investa negli Stati membri, nelle regioni, nelle autorità locali e nei cittadini attraverso l’elaborazione di una politica di coesione e di crescita rafforzata e modernizzata, in modo da arrivare a una convergenza economica e sociale verso l’alto in tutta l’Unione e all’eliminazione delle disparità regionali.

Riguardo queste ultime, l’attuale ministro dovrà fornire soluzioni su misura alle sfide locali e aiutare le regioni a recuperare il ritardo, adattando le soluzioni alle singole situazioni. A tal proposito, Fitto dovrà contribuire al piano europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili, al piano di adattamento ai cambiamenti climatici e alla strategia europea di resilienza idrica, prestando particolare attenzione alle sfide specifiche di ogni realtà.

Quanto alle città, esplicitamene citate anche nel nome stesso della carica assegnata a Fitto, queste devono diventare motori dell’innovazione, della crescita e della competitività, e per fare ciò serve un’agenda politica ambiziosa – che rientra nelle future competenze di Fittocon una visione chiara per il futuro, tenendo conto di questioni quali l’edilizia abitativa e l’azione per il clima, la digitalizzazione, la mobilità, l’inclusione sociale e l’uguaglianza.

Non vanno poi dimenticare né le isole né le regioni ultraperiferiche, che affrontano sfide economiche e sociali specifiche come l’alloggio, i trasporti, l’acqua e la gestione dei rifiuti.

Vdl dedica un accenno anche al sostegno che si aspetta da parte di Fitto alle regioni di confine orientali più colpite dall’aggressione russa, “per affrontare sfide specifiche e sostenerle nel riorientamento della loro economia locale”. Un compito che si inserisce in una riflessione sul futuro della politica di coesione in un’Unione più grande. A tal proposito, infatti, il vicepresidente designato dovrà contribuire anche alla revisione della politica pre-allargamento.

Vdl chiede un nuovo approccio e ‘ricorda’ il Rapporto Draghi

Revisione che già nelle premesse della propria lettera, comuni a tutti i membri del collegio designati, viene specificatamente citata, insieme all’importanza di raggiungere “gli obiettivi climatici concordati, in particolare quelli fissati per il 2030 e l’obiettivo della neutralità climatica per il 2050”. Un segno di quanto queste tematiche siano rilevanti per la presidente della Commissione.

Consapevole delle sfide future, vdl chiede ai nuovi commissari un cambio di passo, un nuovo approccio: “Le priorità che ho indicato negli orientamenti politici sono tutti collegati e si influenzeranno a vicenda”, specifica nella lettera, sottolineando l’importanza che tutti portino avanti una stretta collaborazione, unita alla trasparenza e allo scambio di informazioni sia all’interno del Collegio sia nei rapporti con le altre istituzioni europee, con quelle dei Paesi membri e con quelle delle varie realtà locali. La presidente chiede anche una maggiore presenza fisica all’Europarlamento e in loco, sul campo, nelle tante regioni diverse che compongono il mosaico europeo: “Vorrei che visitaste regolarmente gli Stati membri comprese le città, le zone rurali e le zone scarsamente popolate”, per poter ascoltare le reali esigenze delle persone e avvicinarle alle iniziative dell’Unione.

La tedesca chiede anche ai commissari e ai vicepresidenti di ‘attingere’ per la propria azione alle relazioni, recenti o future, a disposizione della Commissione, e cita su tutte in particolare:

• il Rapporto Draghi sul Il futuro della competitività europea
• la relazione Niinist5 su come migliorare la preparazione e la prontezza dell’Europa in materia civile e di difesa
• la relazione del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’Ue
• la relazione Letta sul futuro del mercato unico.

Infine un’ultima richiesta che riguarda tutti e che assume un po’ il sapore di una frecciatina considerando com’è andata con le candidature dei commissari da parte delle capitali: quella di avere una Commissione maggiormente rappresentativa delle persone: “Abbiamo fatto molti progressi in termini di equilibrio di genere in tutto il management, ma c’è chiaramente ancora molto da fare. Ogni gabinetto dovrebbe garantire l’equilibrio di genere e geografico”.