George Simion ha ottenuto il sì dell’Ufficio elettorale centrale (Bec) di Bucarest alla sua candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo 4 maggio, ripetizione di quelle di novembre 2024, annullate per sospette ingerenze russe volte a influenzarne l’esito attraverso manipolazioni sui social e finanziamenti illeciti. Il Bec ha rilasciato sabato scorso una dichiarazione.
Lo scorso inverno il primo turno della votazione era stato vinto a sorpresa da Călin Georgescu, candidato indipendente ultra nazionalista e filo russo, che i sondaggi davano al 5%. Simion in quell’occasione era arrivato quarto col 14% dei voti, dietro la liberale Elena Lasconi e il primo ministro di centro-sinistra Marcel Ciolacu.
“Prima sentenza della Corte: sono stato ammesso a candidarmi alle elezioni presidenziali. Ma dobbiamo aspettare la conferma FINALE fino a martedì e vedere se la Romania tornerà alla democrazia”, ha commentato su X il politico.
Candidature non ammesse
Anche Anamaria Gavrilă, leader del Partito della Gioventù (Pot), aveva annunciato la scorsa settimana di volersi presentare per “difendere il movimento sovranista”. Dopo l’ammissione del solo Simion, ha dichiarato che lo sosterrà.
Il Bec ha poi respinto, come già era successo a novembre, la candidatura di Diana Șoșoacă, eurodeputata e leader del partito ultranazionalista SOS Romania, per le sue affermazioni contro la democrazia. Lei ha annunciato ricorso. L’Ufficio non ha ammesso nemmeno Matei Vanea (indipendente), Paul Ispas (indipendente), Constantin Vieriu (indipendente) e Maria Marcu (indipendente).
Ha ammesso invece, oltre a Simion: Daniel Dan Nicușor (indipendente), George Crin Laurenţiu Antonescu (Alleanza Elettorale România Înainte), Victor Viorel Ponta (indipendente), Elena Valerica Lasconi (presidente dell’Unione Salva la Romania – Usr), Cristian Vasile Terhes (Partito Nazionale Conservatore Rumeno), Lavinia Marcela Sandru (Partito Umanista Social Liberale) e John Ion Banu Muscel (indipendente).
Chi è George Simion
George Simion è il leader del partito radicale Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur) ed è tornato alla ribalta dopo che lo stesso Bec aveva bloccato la candidatura di Georgescu alle presidenziali di maggio per violazioni della legge elettorale. A carico di Georgescu a fine febbraio è anche stato aperto un procedimento con accuse molto gravi quali azioni contro l’ordine costituzionale, creazione e sostegno a gruppo fascista e razzista. Un’esclusione confermata dalla Corte costituzionale, che ha respinto il ricorso presentato dal politico.
Simion dunque ora riempirà il vuoto lasciato da Georgescu, che intercettava l’insoddisfazione, il malcontento e la sfiducia popolare verso le istituzioni. Ora questo ruolo dovrà essere svolto dal leader di Aur, mentre le forze più tradizionali potrebbero essere portate a vedere l’esclusione di Georgescu come un pericolo scampato e non affrontare le cause della profonda delusione e rabbia dei romeni. Cosa che, se non nell’immediato futuro, quanto meno nel medio periodo potrebbe far guadagnare ulteriore terreno alle forze di estrema destra.
Ma chi è George Simion?
George Nicolae Simion è nato il 21 settembre 1986 a Focșani, in Romania. Sposato, si è laureato in gestione aziendale presso l’Università di Bucarest e ha conseguito un master in storia all’Università Alexandru Ioan Cuza di Iași, focalizzandosi sui crimini del comunismo.
Nel 2011 ha fondato ‘Azione 2012’, un’associazione irredentista che promuove l’unificazione tra Romania e Moldavia, partecipando a numerose manifestazioni e iniziative a sostegno di questa causa. Chișinău, proprio in virtù delle sue azioni e posizioni, lo considera persona non grata e più volte l’ha espulso. Anche l’Ucraina gli ha vietato di mettere piede entro i suoi confini, per le sue affermazioni che, sostiene Kiev, lederebbero la sovranità e gli interessi del Paese.
Nel 2019, Simion è entrato in politica candidandosi come indipendente alle elezioni europee, ottenendo l’1,29% delle preferenze e mancando il seggio, poi conquistato nel 2024. Sempre nel 2019, ha co-fondato Aur insieme a Claudiu Târziu. Il partito si caratterizza per posizioni di destra ed estrema destra, con un forte orientamento nazionalista e conservatore. Alle elezioni parlamentari del 2020, il movimento ha ottenuto il 9% dei voti, diventando la quarta forza politica del Paese, e nel 2024 ha raddoppiato questo risultato arrivando al 18%.
Dal 2020 deputato nel Parlamento nazionale, Simion lo scorso gennaio è stato eletto vicepresidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, a cui appartiene anche Fratelli d’Italia.
La carriera politica di Simion non è esente da polemiche: il politico e attivista è stato più volte accusato di avere legami con i servizi segreti russi. Inoltre, il suo partito è stato criticato per aver facilitato l’ingresso in Parlamento di due ex militari accusati di aver partecipato alla repressione della Rivoluzione romena del 1989.
Lo scorso giugno la procura generale della Romania ha aperto un’inchiesta per indagare se Simion avesse istigato diversi membri di Aur e dipendenti del parlamento a falsificare migliaia di firme per raggiungere il numero necessario per la presentazione della candidatura alle europee dell’indipendente Silvestru Șoșoacă, ex marito di Diana Șoșoacă, leader di SOS. Romania.
Intanto sabato a Bucarest oltre 10mila persone (dati della polizia) sono scese in piazza per manifestare a favore dell’Europa e contro l’estrema destra. La scorsa settimana, dopo l’esclusione di Georgescu, si erano registrati scontri tra i suoi sostenitori e la polizia, con agenti feriti e diversi arresti.
Le elezioni sono in programma il 4 maggio, con ballottaggio il 18 maggio.