Manca davvero poco alle elezioni francesi, indette a sorpresa dal presidente Emmanuel Macron subito dopo la pesante sconfitta elettorale alle europee del 6-9. Il primo atto della scommessa partita dall’Eliseo, che punta a indebolire la destra in vista soprattutto delle presidenziali del 2027, si celebrerà domenica prossima, 30 giugno, mentre il secondo atto si terrà quella seguente, il 7 luglio.
Due turni per eleggere i 577 membri dell’Assemblea Nazionale, con una complicata legge elettorale che manda al ballottaggio i candidati che abbiano raggiunto almeno il 12,5% dei voti degli elettori registrati.
Mentre tutti guardano con preoccupazione i sondaggi che danno per vittoriosa l’estrema destra di Marine Le Pen con il suo Rassemblement National (RN), dato a circa il 36% delle preferenze, il pericolo per Macron – e lui lo sa benissimo – viene anche da sinistra, dove le previsioni danno una forte ascesa del Nuovo Fronte Popolare (Nouveau Front populaire, NFP), accreditato al momento di un 27%. Renaissance del presidente risulta ben staccato con un 20% stimato, pericolosamente vicino alla soglia di sbarramento che come detto è del 12,5%. Si stima tuttavia un 25% di indecisi.
Macron insomma rischia di essere stritolato, mentre i mercati sono in preda al panico e temono di più una vittoria della sinistra che della destra. LINK
In questo clima sereno e rilassato, nel quale peraltro Macron ha avvertito gli elettori francesi che gli “estremi” politici potrebbero portare “alla guerra civile”, si sono tenuti due confronti televisivi tra i due concorrenti principali del partito del presidente.
Il primo dibattito: sul ring Attal, Bardella e Bompard
Martedì si sono ‘sifdati’ su TF1 Jordan Bardella, candidato (e presidente) di RN, Gabriel Attal, primo ministro uscente e appartenente al partito macroniano Renaissance, e Manuel Bompard in rappresentanza di NFP nonché coordinatore della France Insoumise (LFI) e stretto collaboratore di Jean-Luc Mélenchon. Si è trattato del primo dibattito tv tra i candidati importanti, durante questa rapidissima campagna elettorale.
Doppia nazionalità, difesa del potere d’acquisto e pensioni, immigrazione sono stati i temi dominanti, tutti caldissimi.
Potere d’acquisto, pensioni, tasse
Del potere d’acquisto, sempre più eroso dall’inflazione, Bardella ne ha fatto un cavallo di battaglia, in particolare promettendo una riduzione immediata dell’Iva al 5,5% su carburanti, elettricità e gas. Attal subito gli ha chiesto quanto costerà una tale misura e come verrà finanziata, cosa che rimane oscura e che ha offerto buon gioco a Bompard per accusare Bardella di aver abbandonato poco a poco tutte le misure inizialmente promesse, in primis quella della riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità che lo stesso Bompard caldeggia.
Ha risposto Bardella: “Vorrei verificare i conti dello Stato e con questo stato d’animo desidero affrontare le questioni economiche e dare delle priorità”.
Ha incalzato Bompard: “Non spetta al bilancio dello Stato alimentare i giganteschi profitti realizzati negli ultimi anni dai produttori agroalimentari, dalle aziende energetiche”.
L’esponente di LFI ne ha anche per il premier, che ha accusato di aver arricchito i ricchi, e ha poi sostenuto la necessità di un aumento del salario minimo e degli stipendi in generale.
Attal dal canto suo ha assicurato che, a differenza dei suoi concorrenti, non promette ai francesi la Luna. Ha comunque proposto un pacchetto per il potere d’acquisto basato su due assi, guadagnare di più e spender meno, e altre misure su salari e bollette.
Contestata anche un’altra proposta del presidente di RN, l’abolizione dell’imposta sul reddito per gli under 30. Secondo Attal è arbitraria e discriminante: “Perché un lavoratore di 31 anni dovrebbe pagare le tasse e un consulente di 29 anni no?”
Nessuno ovviamente parla di aumentare le tasse, anzi lo escludono anche se Bardella non ha specificato come intende finanziare le misure che ha in mente, insinuando che i conti dello Stato siano stati truccati, mentre Attal ha rivendicato l’abolizione della tassa sulla casa e del canone audiovisivo. Bompard ha proposto più tasse per l’8% dei francesi più facoltosi (sopra un reddito di 4mila euro) in particolare per l’1% più ricco e ancora più in particolare per lo 0,1% ricchissimo che paga meno tasse, in proporzione, rispetto alle classi medie.
Quanto alle pensioni, vista la contestatissima riforma voluta da Macron in modo quasi ‘dittatoriale’ e senza l’accordo di nessun sindacato, Bardella e Bompard vorrebbero ritornare al pre-riforma che ha innalzato l’età pensionabile a 64 anni, mentre Attal ha detto chiaramente che non la abrogherà. Piuttosto agirà “sull’occupazione degli anziani”, consentendo loro di cumulare con la pensione un eventuale nuovo impiego.
Ambiente
Quanto all’ambiente, Bompard vede nella lotta al cambiamento climatico la “sfida del secolo”, che necessita di un impegno molto maggiore di quello attuale. Attal, che concorda sull’importanza di agire, ha però rivendicato di aver aumentato il budget per la transizione ecologica di 8 miliardi di euro e ridotto le emissioni di CO2 francesi del 20%.
Dal lato opposto Bardella è contrario al divieto previsto dal 2035 della vendita di nuovi veicoli termici, perché i meno abbienti non potranno permettersi le auto elettriche. A livello energetico invece vuole puntare sul nucleare per “fare della Francia un paradiso energetico”, infatti rimprovera a Macron la chiusura della centrale di Fessenheim.
Il presidente di RN ha proposto inoltre una “moratoria su ogni nuovo progetto eolico”, cosa alla quale il premier ha replicato: “Le nuove turbine eoliche installate ogni anno equivalgono a un reattore nucleare aggiuntivo; se si fermano le turbine eoliche, aumenterà anche la bolletta”.
Immigrazione
Altro argomento caldissimo l’immigrazione, con la proposta di RN di vietare ai cittadini con doppia nazionalità di occupare alcune posizioni ritenute strategiche, una misura giudicata da Attal offensiva e discriminante dei 3,5 mln di francesi con doppia cittadinanza. Bardella ha replicato facilmente chiedendo al premier: “Vuoi mettere un franco-russo a capo di una centrale nucleare?”, servendogli però su un piatto d’argento la contro-replica. Attal ha ricordato come RN avesse come consigliere del Parlamento europeo, in particolare nella commissione affari esteri per le questioni di sicurezza e difesa, la franco -russa Tamara Volokhova.
In ogni caso allo stato attuale ai francesi con doppia cittadinanza non è vietato alcun lavoro, nemmeno le cosiddette posizioni di “sovranità”. Ci possono essere delle eccezioni per alcune funzioni molto specifiche, come l’intelligence e lo spionaggio, ma si tratta di situazioni specifiche che non derivano da un principio discriminante generale. RN dovrebbe dunque cambiare il Codice del lavoro.
Bompard ha ricordato che 19 milioni di francesi hanno un antenato straniero, ovvero uno su 4 e tra questi proprio Bardella, la cui famiglia è in parte italiana. Per lui inoltre, come ha sottolineato, gli immigrati in Francia non costano denaro, anzi negli ultimi 10 anni lo hanno portato per circa 10 miliardi di euro.
“Aumentiamo allora l’immigrazione, diventeremo ricchissimi”, ha scherzato Bardella.
Il secondo dibattito: sul ring Attal, Bardella e Faure
Durante il primo confronto, che secondo Le Monde ha alternato “cataloghi di promesse e litigate”, non si è parlato di politica internazionale, tema che invece ha tenuto banco nel secondo dibattito che si è svolto ieri sera su France 2.
Protagonisti sempre Attal e Bardella mentre per il Fronte Popolare, che ha previsto un’alternanza, c’era Oliver Faure, candidato (e primo segretario) del Partito socialista.
Attal ha subito attaccato accusando RN di avere oltre 100 candidati che hanno fatto “dichiarazioni razziste, antisemite e omofobe”, accusa alla quale Bardella ha riposto con un ripetuto ”Bugie”, in un confronto confuso e animato.
L’Ucraina
A parte questo momento poco costruttivo, l’argomento principale è stato l’Ucraina, con la critica a quanto detto da Macron un mese fa sulla possibilità di inviare in loco truppe francesi se la Russia avesse sfondato il fronte. Per Bardella va impedito che “l’imperialismo russo assorba uno Stato alleato come l’Ucraina”, ma non attraverso l’invio di soldati all’Est. “La mia posizione su questo conflitto è molto semplice. L’ho sostenuta durante tutta la campagna europea. È quella di sostenere l’Ucraina e di evitare un’escalation con la Russia, che, vi ricordo, è una potenza nucleare”, ha detto.
Anche Faure ha criticato l’apertura di Macron, sottolineando che nemmeno gli stessi ucraini si aspettano una cosa simile: “È assolutamente inutile. E quando il presidente l’ha proposto, è riuscito semplicemente a dividere gli europei e anche peggio. A trasmettere a Putin informazioni che non aveva ancora, ovvero che gli europei non sono pronti a scendere in campo”. Il Nuovo fronte popolare è contrario all’invio di truppe in Ucraina ma non all’invio di missili a lungo raggio.
Attal ha replicato tirando in ballo qualcosa di più grande ancora dei confini geografici o degli interessi economici: “Combattiamo per difendere i nostri valori. Combattiamo per difendere la loro libertà, ma combattiamo anche per la nostra vita quotidiana. Quello che ha fatto Macron è stato semplicemente ricordare che di fronte a un Vladimir Putin che non fissa alcuna linea rossa, se non iniziassimo a fissare delle linee rosse per noi stessi, faremmo un cattivo servizio all’Ucraina”.
L’economia di nuovo sul tavolo
Passando poi all’economia, per aiutare le piccole e medie imprese Faure ha proposto una migliore distribuzione degli aiuti pubblici a beneficio di “coloro che hanno bisogno di riavviare la macchina economica”. “Manca è il consumo popolare”, ha aggiunto, e su questo occorre agire.
Attal ha ribadito piuttosto la necessità di un aumento sistematico delle pensioni, mentre l’aumento dei salari non è sostenibile per le aziende.
Faure ha però accusato Attal di aver “svuotato le casse dello Stato”, e ha chiesto tasse per i super-ricchi.
Ambiente di nuovo sul tavolo
Di nuovo sull’argomento energia, incalzato dalle domande di Faure, Bardella ha confermato di volere una moratoria sull’eolico, perché ritiene che non abbia “un rendimento così buono come, ad esempio, la conversione delle centrali a carbone in biomasse”.
Per Gabriel Attal invece va mantenuto l’accordo di Parigi del 2015 e occorre investire nelle fonti pulite.
Faure invece ha sottolineato che un vero cambio di rotta può venire solo dal Nuovo Fronte Popolare, che intende destinare 30 miliardi di euro all’anno alla transizione ecologica. L’energia atomica, tuttavia, va tenuta finché la Francia non sarà autonoma con altre fonti.
Immigrazione
Sul tema immigrazione Bardella è tornato sulla questione dell’eslcusione da alcuni incarichi sensibili, come nel nucleare e nella sicurezza nazionale, delle persone con doppia nazionalità. Una discriminazione già stigmatizzata da Bompard e Attal nel primo dibattito, voci a cui si è aggiunto Faure: “Li renderete estranei, generazione dopo generazione”.
Omofobia e diritti delle donne
Faure ha anche accusato Bardella di diffondere pregiudizi “che cercano di mettere sullo stesso piano l’omofobia e l’Islam”, mentre ha apprezzato il coming out di Attal quale esempio per tutti coloro che hanno paura ad ammettere il proprio orientamento sessuale.
Ha replicato Bardella che la radice di tutto è che la Francia ha consentito l’ingresso di persone che rifiutano ogni forma di differenza: “Se oggi non ci sono più omosessuali che si tengono per mano a Seine-Saint-Denis, è grazie ai vostri amici di Hamas, con i quali siete alleati France Insoumise”.
Ieri sera si è dibattuto anche – tra uomini – di diritti delle donne. Bardella si ha affermato di voler “garantire a tutte le donne in Francia i loro diritti e le loro libertà”, e di voler inasprire le pene per le violenze sessuali. Peraltro, ha detto, il 75% di quelle commesse per strada è dovuto a stranieri. Faure ha replicato che “nove stupri o aggressioni sessuali su dieci sono commessi da una persona cara”.
Attal ha dichiarato, definitivo: “Non possiamo fidarci dell’estrema destra che agisce per i diritti delle donne”.