Bandiera Ue
Ragazza con bandiera Ue

Elezioni europee 2024: come si vota in Italia e all’estero

Massimo 3 preferenze e nessun voto disgiunto. Prima volta per gli italiani all’estero
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Mai come in questi mesi il dibattito sull’Unione europea è cruciale per determinare il futuro di 450 milioni di persone. Capire come si vota al Parlamento Europeo e il ruolo degli eurodeputati è il primo passo verso le elezioni del 6-10 giugno 2024.

In Italia, si voterà due giorni: l’8 e il 9 giugno e in concomitanza con le elezioni europee si svolgeranno le elezioni amministrative in oltre 3.900 comuni.

Oltre al Belpaese, solo la Repubblica Ceca voterà due giorni (7-8 giugno), un unico giorno di voto per il Parlamento Ue negli altri 25 Stati. I cittadini olandesi saranno i primi ad andare a votare (6 giugno), seguiti da quelli irlandesi (7 giugno) e poi dagli altri.

Le elezioni europee 2024 arrivano mentre la tensione geopolitica è alle stelle, infiammata dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente e l’Ue si interroga sul proprio ruolo. Centrale è e sarà la questione della difesa comune europea.
Vediamo allora come si vota il Parlamento europeo, il pilastro democratico dell’Unione.

Come si vota Parlamento Ue in Italia

Non tutti i Paesi Ue eleggono lo stesso numero di eurodeputati, e non tutti lo fanno con le stesse regole. In Italia, l’8 e il 9 giugno si andrà alle urne per votare 76 membri del Parlamento europeo, secondo il sistema elettorale proporzionale previsto dalle leggi europee. Ciò significa che l’assegnazione dei seggi alle liste avviene in modo da assicurare un numero di seggi proporzionale ai voti ricevuti.

L’Italia usa il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, fino a tre preferenze votando, nel caso più preferenze, candidati di sesso diverso (le regole sulla parità di genere non sono presenti in tutti gli Stati Ue). Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna circoscrizione, che in Italia sono cinque, vengono eletti i candidati della lista in base alle preferenze ricevute.

Voto disgiunto

Non è ammesso il voto disgiunto, quindi il candidato deve appartenere alla lista scelta. I cittadini hanno anche la facoltà di non indicare alcuna preferenza, in questo caso il voto non andrà di default al capolista indicato dal partito (come nei Paesi che utilizzano le liste bloccate), ma solo alla lista.

La proporzionalità decrescente

Nelle elezioni del Parlamento europeo vige il principio della “proporzionalità decrescente”: gli Stati più popolosi ottengono più seggi in valori assoluti, ma il rapporto tra gli abitanti e i parlamentari eletti di diminuisce con l’aumentare della popolazione. In pratica, gli Stati meno popolosi hanno un numero di seggi per abitante maggiore rispetto a quelli con più popolazione.

Quali partiti o gruppi si possono votare

Si può votare per i partiti o gruppi politici che abbiano regolarmente depositato il proprio contrassegno presso il Ministero dell’Interno e presentato le liste presso le Corti d’Appello dei capoluoghi di circoscrizione. Tutti i partiti che hanno un gruppo parlamentare nel Parlamento italiano o che nelle ultime elezioni politiche hanno ottenuto almeno un seggio sono esentati da questa proceduta. Sono esentati anche i partiti aderenti ad uno dei partiti europei con almeno un eurodeputato eletto nelle circoscrizioni italiane. Per tutti gli altri partiti o gruppi, servono almeno 15 mila firme in ogni circoscrizione.

Età minima per candidarsi al Parlamento europeo

In Italia l’età minima per candidarsi è 25 anni, così come in Grecia. In altri 15 Paesi, tra cui Francia, Spagna e Germania, l’età minima è invece di 18 anni. In nove Paesi l’età minima è 21 anni, mentre in Romania è 23 anni.

Le circoscrizioni

Lungo la penisola ci sono cinque circoscrizioni elettorali europee, di dimensione sovra-regionale: Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole a cui spettano rispettivamente 29, 15, 15, 18 e 8 seggi nel Parlamento Ue, in base alla popolazione residente. Ogni partito o gruppo politico può presentare nella propria lista un numero massimo di candidati pari a quello assegnato alla circoscrizione elettorale.

Oltre all’Italia, solo altri tre Paesi membri hanno suddiviso il proprio territorio in più circoscrizioni: il Belgio (tre circoscrizioni), l’Irlanda (tre), la Polonia (tredici). La Germania presenta liste diverse di candidati in ogni Stato federato (Länder), ma ripartisce i seggi su base nazionale.

Soglia di sbarramento

Per la prima volta, con le elezioni europee 2024, il Consiglio Ue ha raccomandato la presenza della soglia di sbarramento agli Stati che eleggono almeno 35 deputati, con un valore tra il 2% e il 5%. Questa soglia, presente in 14 Stati su 27, è la percentuale minima di voti che una lista deve ottenere per avere rappresentanti nel Parlamento Ue e serve ad evitare una eccessiva frammentazione nella istituzione.

In Italia, la soglia di sbarramento è fissata al 4%, come in Austria e in Svezia. Tra i 14 che la utilizzano, la soglia più alta (5%) è applicata in nove Paesi (Francia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria), mentre la soglia più bassa (1,8%) è quella di Cipro.
Anche la Germania aveva una soglia di sbarramento, ma nel 2014 è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale tedesca.

Come si vota all’estero

Un’altra, tanto attesa, novità delle elezioni europee 2024 è il voto all’estero, aperto dopo anni di dibattito.

Gli italiani all’estero hanno diversi modi per votare alle elezioni europee, ma solo se vivono in un Paese Ue. Chi non vive nell’Ue, per votare, deve tornare in Italia e andare nell’ultimo comune in cui è stato residente. Chi vive invece in un altro Stato membro dell’Ue può recarsi nei seggi istituiti nei consolati italiani o scegliere di votare per le elezioni nello Stato in cui si vive, ovvero con le liste di quel Paese, e non per quelle che si tengono in Italia. Per chi vota all’estero, luogo e data vengono comunicati via posta dalle istituzioni locali mentre chi ha la doppia cittadinanza deve scegliere per quale dei due Paesi votare.

Non è possibile il voto all’estero in Repubblica Ceca, Irlanda, Malta e Slovacchia, mentre Italia e Bulgaria è concesso di votare dall’estero solo se ci si trova in un Paese dell’Ue. Negli altri 21 Paesi Ue il voto all’estero è consentito, a prescindere dal fatto che si risieda in Ue o fuori.

Voto per procura e online

Il “voto per procura”, in cui un cittadino-delegato vota per un altro, è permesso solo in Belgio, Francia e Paesi Bassi. Il voto online vige solo in Estonia.

Votare è un obbligo?

Come sappiamo, in Italia votare non è un obbligo ma un “dovere civico” del cittadino: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”, dispone l’art. 48 della Costituzione.

In 4 Paesi Ue, invece, votare è obbligatorio per legge: Belgio, Lussemburgo, Bulgaria e Grecia. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, non sono previste sanzioni specifiche per gli astensionisti. Un po’ come accadeva in Italia per il Pos, obbligatorio dal 2014, ma con sanzioni previste solo dal 30 giugno 2022. In due di questi Stati, comunque, si registra storicamente l’affluenza più alta: in Belgio e in Lussemburgo non è mai scesa sotto l’84% ed è arrivata a picchi del 92%.

Anche negli altri Paesi europei l’età minima per votare è 18, tranne in Austria, dove si può votare già a 16 anni, e in Grecia, 17 anni. Nel complesso, alle elezioni europee potranno votare circa 360 milioni di persone, di cui oltre 47 milioni in Italia.

Parlamento Ue, come si vota nei diversi Stati

La possibilità di indicare una o più preferenze per il Parlamento europeo, come in Italia, è prevista in 19 Stati su 27. Le preferenze non sono previste in 6 Stati membri, tra cui Francia, Spagna e Germania che adottano una lista dei candidati “chiusa” (i deputati europei non vengono eletti in ordine di preferenze ricevute, ma seguendo l’ordine della lista).

Malta e Irlanda adottano il sistema del cosiddetto “voto singolo trasferibile”: qui l’elettore non vota per un solo partito ma può sceglierne diversi, indicando un ordine di preferenza, dal più gradito al meno gradito.

Quanti parlamentari europei vengono eletti

Saranno eletti 720 parlamentari europei, che sono assegnati ai singoli Stati membri in base alla loro popolazione seguendo il principio della proporzionalità decrescente visto sopra.
Le elezioni per l’Europarlamento si tengono ogni cinque anni, ma durante la legislatura si alternano due presidenti del Parlamento Ue, ciascuno per 2 anni e mezzo e votato dall’assemblea di Strasburgo.

La presidente uscente è Roberta Metsola del Ppe (Partito popolare europeo), succeduta a David Sassoli, scomparso prematuramente l’11 gennaio 2022. La rappresentante politica maltese ha ottenuto la presidenza ad interim, ed è stata poi eletta formalmente come Presidente del Parlamento europeo il 18 gennaio 2022, diventando la Presidente più giovane mai eletta all’Europarlamento, la terza donna a ricoprire questo ruolo.

Quanti eurodeputati per Stato

I Paesi che eleggono più parlamentari europei sono Germania (96), Francia (81), Italia (76) e Spagna (61), mentre quelli che ne eleggono di meno sono Malta, Lussemburgo e Cipro, con 6 parlamentari ciascuno. In base al principio della proporzionalità decrescente, questi tre Paesi sono comunque quelli con un rapporto più alto tra numero di parlamentari eletti e abitanti: Malta ha un parlamentare europeo ogni 90 mila abitanti, il Lussemburgo uno ogni 110 mila e Cipro uno ogni 153 mila.

Per capire la portata di questo principio, basti pensare che l’Italia elegge un europarlamentare ogni 774 mila abitanti, la Francia ogni 840 mila e la Germania ogni 879 mila.

Brevi cenni sulle funzioni del Parlamento Ue

Il Parlamento europeo è l’unica istituzione comunitaria direttamente votata dai cittadini e ha diverse funzioni. Sebbene spetti alla Commissione europea proporre nuovi provvedimenti, il Parlamento può assumere l’iniziativa chiedendo alla Commissione di presentare una proposta legislativa. Quando ricorrono a tale iniziativa legislativa, i deputati possono fissare un termine per la presentazione di una proposta. Se la Commissione rifiuta il testo, è tenuta a spiegare il perché.

Rispetto ai primi anni dell’Ue, nel tempo è stato riconosciuto al Parlamento Ue un ruolo più centrale. In seguito a successive modifiche del trattato dell’Ue e soprattutto dal trattato di Lisbona del 2009, gli eurodeputati detengono importanti poteri legislativi, di bilancio e di controllo nell’attività delle istituzioni europee.

Chi dovrà assumersi gli oneri e onori di questa carica per i prossimi cinque anni? La scelta dipenderà dai cittadini europei.

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