“Elezione del Papa truccata”, Leone XIV è un anti-Trump: parola di Steve Bannon

Per l'ex analista di Trump, la scelta di Robert Francis Prevost è "la peggiore per i cattolici Maga", e un risultato delle spinte dei poteri forti, Deep State e Deep Church
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Steve Bannon
Steve Bannon (Ipa/Fotogramma)

Elezione truccata e contro Trump”. Così Steve Bannon, capo stratega di Trump durante il suo primo mandato presidenziale, vede l’elezione di Robert Francis Prevost, che giovedì scorso è salito al soglio pontificio come Papa Leone XIV dopo due soli giorni di Conclave. Sembra un déjà vu del gennaio 2021, quando di fronte alla vittoria elettorale di Joe Biden alla presidenza Usa la parte Maga dell’America gridava al broglio.

Per Bannon, la scelta di Prevost è la “peggiore per i cattolici Maga”, e chiaramente un “voto anti-Trump da parte dei globalisti della Curia”. Secondo l’ex consigliere della Casa Bianca, la preferenza verso il cardinale statunitense come successore di Francesco è stata dovuta ai ‘poteri forti’. Nello specifico, il Deep State e il Deep Church, cavallo di battaglia dei sostenitori di Trump e del Maga.

A tal proposito va notato che i conservatori Usa hanno tentato di ‘portare a casa’ un ‘Papa-Trump’, attraverso un’azione di lobbying che però, a quanto sembra, non ha avuto successo, tanto che secondo i Maga è stato eletto un ‘Papa-anti-trump’. Lo stesso presidente Usa aveva pubblicato sul suo account Truth Social un’immagine di stesso come massima autorità cattolica, generata dall’intelligenza artificiale, poi condivisa dall’account ufficiale della Casa Bianca.

La previsione di Bannon: “Andiamo verso lo Scisma”

Bannon d’altronde una settimana fa aveva ‘predetto’ l’elezione di Prevost durante un’intervista al programma britannico di Piers Morgan, definendo il cardinale un outsider (“dark horse”). Lui stesso lo ha ricordato ieri al Corriere della Sera spiegando come il nuovo Papa risolva due questioni fondamentali per il Vaticano. Innanzitutto, “trovare qualcuno più organizzato ma ideologicamente allineato con Francesco per finire la radicale re-immaginazione della Chiesa di Bergoglio che ha abbandonato la Messa in latino e il cattolicesimo tradizionale pre-Consiglio Vaticano II”. Poi, non meno importante, la necessità di recuperare soldi, dovuta, ha spiegato, al calo delle donazioni – del 50%, ha affermato – dei cattolici Maga americani. Insomma, la Chiesa ha bisogno dei soldi americani, sostiene Bannon, che però sempre al Corriere ha avvertito: “Stiamo andando verso lo scisma”.

Infatti, mentre l’America (e a onor del vero non solo lei) ha svoltato a destra, la Chiesa sta rivolgendosi a sinistra. Ma le persone, avvisa Bannon, e soprattutto i giovani uomini, vogliono tornare alla tradizione, a partire dalla Messa in latino. Il riferimento è ai ‘trad caths‘, ‘cattolici tradizionali’, che rifiutano ogni apertura moderna della Chiesa. Anche diversi cardinali sostengono il ritorno alla messa tridentina, come ad esempio Robert Sarah, una delle figure più importanti della Chiesa africana.

Chi è Steve Bannon

Steve Bannon è una figura centrale nel panorama politico e mediatico della destra radicale statunitense, noto per il suo ruolo nell’elezione di Donald Trump e per la promozione di movimenti populisti a livello globale. Nel 2007 ha co-fondato Breitbart News, un sito di notizie online di estrema destra, descritto da lui stesso come “la piattaforma per l’alt-right”. Nel 2016 è diventato amministratore delegato della campagna presidenziale di Donald Trump e, dopo l’elezione, è stato nominato capo stratega e consigliere senior del presidente.

Nel 2017 ha fondato “The Movement”, un’organizzazione con sede a Bruxelles dedicata a sostenere e coordinare movimenti populisti e di destra in Europa.

Nel 2020 è stato arrestato e accusato di frode e riciclaggio di denaro in relazione alla campagna ‘”‘We Build the Wall’, che raccoglieva fondi per la costruzione del muro al confine tra Stati Uniti e Messico voluto da Trump. Sebbene quest’ultimo gli abbia concesso la grazia presidenziale per le accuse federali, Bannon è ancora sotto processo a livello statale a New York per questi fatti.

Nel 2022 l’ex analista è stato condannato per oltraggio al Congresso degli Stati Uniti per essersi rifiutato di testimoniare davanti al comitato che indagava sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Ha scontato una pena di quattro mesi presso la prigione federale di Danbury, Connecticut, ed è stato rilasciato nell’ottobre 2024.

Dopo il rilascio, Bannon ha ripreso la conduzione del suo podcast ‘War Room‘, utilizzandolo come piattaforma per diffondere teorie del complotto riguardanti le elezioni e per mobilitare la base del movimento Maga.

Quella di Bannon è una visione nazionalista ed economicamente protezionista: l’ex consigliere di Trump si oppone al globalismo e sostiene le politiche anti-immigrazione. Ha previsto una lunga egemonia del movimento Maga negli Stati Uniti e l’ascesa di leader populisti in Europa, come Nigel Farage nel Regno Unito.

La sua vicinanza con Trump, almeno in passato (venne smentito e rimosso dai suoi incarichi alla Casa Bianca), non lo rende tuttavia altrettanto vicino a Elon Musk, che Bannon ha definito ‘malvagio‘ per la sua adesione alle teorie tecnologiche e transumaniste, considerate dal cattolico Bannon una minaccia spirituale.

Maga all’attacco: le critiche della cospirazionista Laura Loomer

Appena dopo l’elezione di Prevost, il movimento Maga aveva già fatto sentire la propria voce: la giornalista e influencer repubblicana Laura Loomer (molto ascoltata da Trump) infatti ha sùbito definito Leone XIV un “anti-Trump e anti-Maga” e un “marxista totale come Papa Francesco, un’altra marionetta marxista in Vaticano”, e ha avvertito i cattolici di “non aspettarsi niente di bello in futuro”.

Il motivo principale è legato alle aperture del nuovo Papa verso gli ultimi, nello specifico i migranti.

Trump e Leone XIV: differenze ma anche punti di contatto?

Quello dei migranti è un nodo centrale: Bannon avverte che non verrà tollerata l’apertura che il Papa porterà avanti, né la sua opposizione alle espulsioni di massa degli immigrati irregolari: queste continueranno (“in modo umano”, ha tenuto a precisare Bannon parlando al Corriere) e questo significherà che con Trump “sarà lotta”.

Il presidente Usa, che alle scorse elezioni ha ottenuto il 59% dei consensi tra gli elettori cattolici (sondaggi Cnn) al momento si è detto inorgoglito per l’elezione del primo Papa statunitense della storia. “È un vero onore sapere che è il primo Papa americano. Che emozione, e che grande onore per il nostro Paese. Non vedo l’ora di incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo!”, ha scritto su Truth Social.

E non va dimenticato che il suo vice, JD Vance, è cattolico, così come molti membri del suo governo. Vance è stato anche uno degli ultimi a incontrare Francesco, il giorno prima che questi morisse. Lo stesso Trump si è poi recato a Roma in visita lampo per partecipare ai funerali di Bergoglio.

Vance, in un post su X, ha augurato a Leone XIV solo congratulazioni: “Sono sicuro che milioni di cattolici americani e altri cristiani pregheranno per il suo lavoro di successo alla guida della Chiesa. Che Dio lo benedica!”.

Le orbite del presidente Usa e del nuovo Papa effettivamente sembrano andare in collisione: troppo diverse le concezioni del mondo. Leone XIV infatti proviene da un’ala più progressista e inclusiva del cattolicesimo, e, come ha subito sottolineato nel suo primo discorso appena dopo l’elezione, per lui sono fondamentali la pace e la costruzione di ponti. Inoltre Leone XIV potrebbe fungere da contrappeso e argine per Trump e il trumpismo, quello che una parte del Mondo desiderava e la ragione per cui il movimento Maga, pur non in modo del tutto compatto, non ha apprezzato la sua elezione.

Tuttavia i due leader potrebbero trovare un terreno comune nella visione più conservatrice di Prevost (rispetto a Francesco) sulle questioni LGBTQ+, sulle donne nel clero e sui divorziati. Inoltre da lui ci si aspetta un approccio più moderato e cauto rispetto a quello ‘radicale’ e diretto del suo predecessore.

Al di là delle ipotesi, quello che accade nel Conclave rimane nel segreto del Conclave, dissolto insieme ai foglietti con i nomi dei cardinali votati, che vengono bruciati per dare la famosa fumata bianca. Ma sembra davvero poco una coincidenza che proprio ora sia stato scelto il primo Papa Usa. Un ‘mistero’ tutto da interpretare, che solo il tempo, le azioni e le parole di Leone XIV potranno contribuire a sciogliere.