Droni (forse) russi sorvolano i cieli della Lettonia e della Romania: quali conseguenze?

I due Stati della Nato hanno denunciato le violazioni del loro spazio aereo. Il timore è che i droni siano di provenienza russa e ciò corrisponderebbe a un grave precedente di invasione oltre l’Ucraina
2 mesi fa
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Droni Canva

Due Stati membri della Nato, Lettonia e Romania, hanno riportato violazioni del loro spazio aereo da parte di sospetti droni militari russi. Gli episodi, avvenuti rispettivamente nella città lettone di Rezekne e nella regione di confine rumena, sono attualmente sotto indagine da parte delle autorità militari di entrambi i Paesi.

Se dovesse essere confermata l’origine dei droni, l’area orientale dell’Alleanza sarebbe a rischio.

Invasione spazio aereo

In Lettonia, il Ministero della Difesa ha riferito di un incidente in cui un sospetto drone russo si è schiantato nella città orientale di Rezekne. “I dati preliminari indicano che si tratta di un Uav militare della Federazione Russa e, secondo le informazioni a disposizione delle Forze Armate Nazionali, ha volato all’interno del nostro spazio aereo proveniente dalla Bielorussia”, ha dichiarato un portavoce delle Forze Armate lettoni.

Questo episodio solleva nuove preoccupazioni per la sicurezza della regione baltica, una delle più vicine alla Russia, soprattutto in seguito all’invasione dell’Ucraina nel 2022, che ha spinto la Lettonia a incrementare significativamente la propria spesa per la difesa.

E in Romania è accaduto lo stesso. Un episodio simile ha visto un drone (presunto) russo sorvolare brevemente il territorio nazionale prima di rientrare nello spazio aereo ucraino. Il Ministero della Difesa rumeno ha comunicato che, durante l’evento, sono stati inviati avvisi via sms ai residenti delle città di confine di Costanza e Tulcea, mentre jet da combattimento F-16 si sono alzati in volo per monitorare la situazione.

Inoltre, sono in corso ricerche per individuare eventuali detriti vicino alla città di Periprava, situata sul confine con l’Ucraina.

La Polonia e gli altri Paesi confinanti hanno il “dovere” di abbattere i missili russi prima che entrino nel loro spazio aereo, ha affermato il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski al Financial Times. Varsavia, ha precisato Sikorski, ha l’obbligo di garantire la sicurezza dei propri cittadini e questo vale a prescindere dal timore che le intercettazioni sul territorio ucraino possano coinvolgere l’Alleanza atlantica nella guerra russa contro l’Ucraina.

“Personalmente sono dell’idea che, quando missili ostili sono in procinto di entrare nel nostro spazio aereo, sarebbe legittima l’autodifesa perché una volta che attraversano il nostro spazio aereo il rischio che i detriti feriscano qualcuno è significativo”, ha aggiunto il capo degli Esteri polacco.

Le preoccupazioni Nato

La Nato ha condannato fermamente questi episodi. “La violazione notturna dello spazio aereo in Romania è un atto irresponsabile e potenzialmente pericoloso. Anche se al momento non abbiamo indicazioni di un attacco intenzionale contro i Paesi alleati, tali episodi sono preoccupanti”, ha dichiarato il vicesegretario generale della Nato, Mircea Geoană.

Questi eventi segnalano un aumento della tensione nella regione, con i membri dell’Alleanza orientale sempre più vigili di fronte alle possibili minacce derivanti dalla guerra in Ucraina e dal crescente coinvolgimento russo nelle aree di confine.

Quali conseguenze?

Mentre ciò avveniva, lo scontro tra Russia e Ucraina proseguiva. E alcuni Stati Ue insieme agli Stati Uniti e al Regno Unito denunciavano missili balistici forniti dall’Iran alla Russia. In altre parole, tra le conseguenze prevedibili, ci sono:

  1. Aumento delle tensioni con la Russia, con un possibile rischio di escalation e aumento delle sanzioni.
  2. Rafforzamento delle difese militari nei Paesi coinvolti e maggiore sorveglianza ai confini, come già sta accadendo con misure sempre più restrittive ai confini con la Bielorussia.
  3. Maggiore coordinamento NATO, con pattugliamenti ed esercitazioni militari più frequenti.
  4. Proteste diplomatiche e “guerre” in ambasciate (l’Iran ha già convocato gli ambasciatori europei per chiarire la questione dei missili).
  5. Rischio di incidenti o errori di calcolo che potrebbero portare a escalation non intenzionali, come un impatto psicologico sulle popolazioni di confine, con maggiore preoccupazione per la sicurezza, messa in allerta con messaggi come gli sms in Romania.

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