Mentre l’Ue, con i suoi farraginosi tempi, valuta se disporre o meno un muro di droni per difendersi da Mosca, la Russia continua a minacciare lo spazio europeo. Dopo gli aeroporti di Oslo e Copenaghen, questa notte è toccato all’aeroporto di Monaco di Baviera sospendere le operazioni a causa dell’avvistamento di droni non autorizzati nei pressi dello scalo.
Come nei casi precedenti, non è possibile dire con certezza quale sia la nazionalità di questi velivoli (che andrebbero abbattuti per poter sperare di avere qualche informazione in più), ma, proprio come nei casi succitati, l’ipotesi più probabile è che a mandare questi droni sia stata Mosca.
Scalo chiuso, disagi a Monaco
La presenza di velivoli non autorizzati nello spazio aereo ha costretto le autorità ad adottare misure di sicurezza immediate: tra le 22 e le 23 di giovedì 2 ottobre circa diciassette voli in partenza dall’Aeroporto Internazionale Franz Josef Strauss sono stati sospesi, lasciando a terra circa tremila passeggeri. Anche i voli in arrivo hanno subito pesanti disagi: almeno quindici aerei sono stati dirottati verso altri aeroporti, tra cui Stoccarda, Norimberga, Francoforte e, oltre confine, Vienna. Dopo i controlli, lo scalo ha ripreso progressivamente la normale operatività, ma ancora una volta è emersa la vulnerabilità delle infrastrutture aeree agli oggetti volanti non identificati.
Germania, almeno 144 avvistamenti sospetti da gennaio
In Germania, Paese che cerca di guidare i Ventisette verso un’industria bellica europea, sono stati documentati almeno 144 sorvoli di droni nelle vicinanze degli aeroporti dall’inizio del 2025. Solo l’hub di Francoforte ha subito trentacinque episodi analoghi. Molti di questi non hanno provocato la chiusura immediata dello scalo, ma hanno comunque messo in allerta le autorità dell’aviazione civile.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato un ingente piano di modernizzazione militare, che non passerà più Washington, ma dall’industria bellica europea. Tra gli acquisti commissionati da Berlino ci sono 154 importanti acquisti per la difesa tra settembre 2025 e dicembre 2026.
Dai Mig-31 in Estonia ai droni: la Russia alza il livello della minaccia
Il 22 e 23 settembre i droni hanno creato disagi negli aeroporti di Oslo e Copenaghen, costretti a sospendere le operazioni per diverse ore a causa della presenza di due o tre droni di grandi dimensioni nello spazio aereo circostante. Pochi giorni dopo, il 24 e il 25 settembre, la situazione si è ripetuta una seconda volta in Danimarca, dove diversi aeroporti – sia civili sia militari – hanno segnalato attività sospette di droni. Le autorità danesi hanno parlato di un possibile “attacco ibrido”, ipotizzando che dietro le incursioni ci sia un’unica cabina di regia.
Sempre nello stesso periodo, il 29 settembre, un episodio simile si è registrato a Bucarest, in Romania, dove un piccolo drone civile è stato avvistato nei pressi delle rotte di avvicinamento all’aeroporto internazionale “Henri Coandă”. In quel caso, le autorità hanno sospeso brevemente gli atterraggi come misura precauzionale.
Non solo droni: venerdì 19 settembre, tre Mig-31 russi hanno sorvolato per 12 minuti i cieli dell’Estonia, prima di essere intercettati e respinti da due F-35 italiani impegnati nella sorveglianza Nato del Baltico. La reazione di Tallin che ha agli Alleati di attivare la procedura prevista dall’articolo 4 del Trattato Nato. Prima ci sono state altre due altre violazioni dello spazio aereo in pochi giorni: il 10 settembre in Polonia sono stati abbattuti tre degli almeno 19 droni russi, mentre il 14 settembre in Romania un altro drone è stato monitorato per quasi 50 minuti.
La risposta dell’Estonia mentre gli Usa si defilano
“La Russia ha già violato lo spazio aereo estone quattro volte quest’anno, il che è di per sé inaccettabile, ma la violazione di oggi, durante la quale tre aerei da combattimento sono entrati nel nostro spazio aereo, è di una brutalità senza precedenti“, ha dichiarato il ministro degli Esteri Margus Tsahkna.
Che la protezione arrivi anche dagli Usa appare sempre più improbabile dopo che il Pentagono ha indirettamente smentito le parole di Trump su un possibile intervento in difesa dell’Estonia. Martedì scorso, il capo del Pentagono Pete Hegseth ha detto ai suoi militari che il “Dipartimento della Difesa diventa il Dipartimento della guerra” e che “Le uniche persone che meritano veramente la pace sono quelle disposte a fare la guerra per difenderla”.
Ue e Nato contro la minaccia russa
“Vladimir Putin sta mettendo alla prova la determinazione dell’Occidente. Non dobbiamo mostrare debolezza”, ha aggiunto in un post su X l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, descrivendo la “violazione dello spazio aereo estone da parte di velivoli militari russi” come “una provocazione estremamente pericolosa”.
Nonostante Mosca smentisca il proprio ruolo nelle operazioni, nel successivo Consiglio Atlantico, i rappresentanti Nato hanno dichiarato: “La Russia è pienamente responsabile di queste azioni, che costituiscono un’escalation, rischiano di portare a valutazioni errate e mettono in pericolo vite umane. Devono cessare”. Secondo molti osservatori, con queste intrusioni Mosca starebbe testando la capacità di risposta dell’Alleanza sul fronte orientale. Una provocazione che è valsa un avvertimento a Putin: “La Nato e gli Alleati impiegheranno, in conformità con il diritto internazionale, tutti gli strumenti militari e non militari necessari per difendersi e scoraggiare tutte le minacce provenienti da ogni direzione”.
Droni, Mosca e i bambini
Chi aveva raggiunto lo scalo di Monaco di Baviera per volare si è trovato nel mezzo di una minaccia subdola portata avanti da altri oggetti volanti, molto più piccoli degli aerei che avrebbero dovuto prendere. I droni militari sono il simbolo della nuova guerra e l’Unione europea se ne sta accorgendo.
Ancor prima se n’è accorta l’Ucraina, dove i droni russi continuano a portare distruzione e a mietere vittime. I Geran-2, ispirati ai droni suicidi iraniani Shahed, sono diventati l’arma principale di Mosca per colpire obiettivi in profondità nel territorio ucraino. Alcuni di questi vengono assemblati dagli adolescenti russi, come mostra questo video. Sempre in Russia, a Krasnodar, è stata aperta “Dobro i Nebo” (“Bontà e Cielo”), la prima scuola che insegnerà ai bambini come assemblare e usare i droni militari.