“Donetsk a Putin o vi distruggerà”, Trump avvisa Zelensky. Ecco perché l’Ucraina non può cedere

Dopo il secondo incontro tra i due leader alla Casa Bianca, la questione rimane centrale: la richiesta di Putin è per Kiev irricevibile per ragioni militari, politiche e strategiche
3 ore fa
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Da sinistra, Donald Trump e Volodymyr Zelenskyy (Afp)

Cedete tutto il Donbass o verrete distrutti”. Il presidente Usa Donald Trump non ha bullizzato in mondovisione il suo omologo ucraino Volodymyr Zelenskyy durante il loro secondo incontro alla Casa Bianca (il primo finito appunto con un attacco senza precedenti al leader slavo) lo scorso venerdì, ma l’incontro è stato comunque teso e sarebbe degenerato in una “lite furibonda”, in cui il tycoon sarebbe arrivato a gettare a terra le mappe e le cartine portate dal suo ospite. Lo ha riportato il Financial Times, anche se in queste ore è arrivata la smentita di Trump: “Non ho discusso di Donbass, si fermino sulle linee del fronte“.

Quello che appare chiaro è che il presidente Usa ha di nuovo cambiato faccia: dall’apertura a fornire Tomahawk a lungo raggio per colpire Mosca in profondità, il tycoon è passato in pochi giorni a escludere di poter dare tali missili a Kiev perché significherebbe privarne gli Stati Uniti, mettendo questi ultimi in pericolo, e a invitare Zelenskyy a cedere parti di territorio.

Nel fine settimana il premier polacco Donald Tusk ha commentato su X, dando voce alla posizione del blocco europeo: “Nessuno di noi dovrebbe fare pressione su Zelenskyy quando si tratta di concessioni territoriali. Dovremmo tutti fare pressione sulla Russia affinché fermi la sua aggressione. L’appeasement non è mai stato la strada per una pace giusta e duratura”.

La richiesta di Putin

Era stato proprio il presidente russo Vladimir Putin, durante la telefonata con Trump giovedì scorso, a proporre come ‘contropartita’ per la tregua la cessione del Donetsk, in cambio anche di due piccoli territori nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia, parzialmente conquistati, secondo quanto riportato dal Washington Post. Si tratterebbe di un piccolo miglioramento rispetto alle richieste territoriali avanzata finora più volte, anche in occasione del vertice di Ferragosto con Trump in Alaska.

Anche se il presidente Usa ha smentito, la questione territoriale rimane centrale. Ma Zelenskyy non può acconsentire alla richiesta di Putin. Vediamo perché.

Perché Zelenskyy non può cedere il Donbass

Ci sono molte ragioni per le quali Zelenskyy non può cedere il Donetsk. La prima di tutte è che la regione è strategicamente vitale per l’Ucraina e per la sua difesa. In pratica, perdere il controllo di questo territorio significherebbe aprire la strada a una futura e rapida avanzata russa nel Paese, nonché verso la capitale. E allo stesso tempo darebbe alla Russia un vantaggio sul piano geopolitico (insediamento, pressione sugli alleati).

“Non lasceremo il Donbass. Non possiamo farlo. Per i russi, il Donbass è un trampolino di lancio per una nuova offensiva futura“, aveva spiegato Zelensky ai giornalisti dopo il vertice in Alaska, chiarendo: “Se oggi lasciamo il Donbass, dalle nostre fortificazioni, dai nostri rilievi, dalle alture che controlliamo, apriremo chiaramente una testa di ponte per preparare un’offensiva da parte dei russi. Tra qualche anno, Putin avrà una via libera sia verso la regione di Zaporizhia che verso quella di Dnipro. E non solo. Anche verso Kharkiv”.

Se la Russia ottenesse tutto il Donbass, l’Ucraina si troverebbe in presenza di un conflitto congelato che ostacolerebbe la sua entrata – già complessa – nella Nato e nell’Unione Europea, col risultato di rimanere nell’orbita russa.

Un’altra considerazione da fare è che Putin occupa il Donbass solo parzialmente da oltre 10 anni, mentre non è riuscito a estendere il proprio controllo nemmeno dopo l’invasione del 2022 e nonostante tutti suoi sforzi. Cederglielo significherebbe quindi dare a Mosca una vittoria che questa fino ad oggi non è stata in grado di ottenere militarmente.

Per Putin, inoltre, la regione è anche un simbolo politico importante: nel 2014 qui nacque la Repubblica Popolare di Donetsk, sostenuta politicamente e militarmente dalla Federazione, che servì da pretesto per l’invasione del 2022. Quest’ultima fu infatti motivata ufficialmente dalla necessità di “difendere le repubbliche del Donbass”.

Senza contare che il Donetsk, centro industriale dell’ex Unione Sovietica, è ricco di miniere di carbone, di impianti siderurgici e di infrastrutture energetiche che fanno molta gola al leader russo, ancora di più nel momento in cui le sanzioni occidentali si fanno sentire sull’economia.

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Donald Trump e Volodymyr Zelenskyy nella Cabinet Room della Casa Bianca (Afp)

Ma le ragioni per cui la richiesta di Putin è irricevibile per Kiev non finiscono qui. Intanto, la Costituzione ucraina e il diritto internazionale non permettono la cessione di territorio occupato o parte del proprio Paese. Dare il Donetsk alla Russia sarebbe dunque un precedente pericoloso per gli Alleati e per l’ordine internazionale – che poggia su integrità territoriale e inviolabilità -, perché significherebbe riconoscere che un’aggressione armata può portare a modifiche dei confini.

Sul piano politico interno, poi, cedere territorio scontenterebbe quanto meno parte della popolazione e si potrebbe andare incontro a forti reazioni di ‘non-capitolazione’: in Ucraina esiste già un movimento ‘No to capitulation’ che rifiuta compromessi; dunque, accettare una cessione potrebbe destabilizzare il governo e dare forza ai nazionalismi.

Infine, un aspetto che potrebbe sembrare una sottigliezza ma che è molto rilevante a livello pratico: Putin ha chiesto il Donbass come precondizione per negoziare e per un cessate il fuoco, non all’interno di un quadro che comprenda garanzie di sicurezza e partecipazione dell’Ucraina ai negoziati. Di conseguenza, accettare metterebbe il Paese in posizione svantaggiata, facendole perdere margine negoziale e aprendo la strada a nuove richieste.

“Non ho intenzione di cedere il mio Paese, perché non ne ho il diritto”, ha detto Zelenskyy ad agosto. “Lo Stato è cosa, proprietà privata? Il 30% della regione di Donetsk è cosa, mia proprietà privata? O vostra? O di qualcun altro? Lo scambio di territori è una questione molto complessa che non può essere separata dalle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, per il nostro Stato sovrano e per il nostro popolo”.

Una posizione ribadita in queste ore su Telegram: “L’Ucraina non concederà mai alcuna ricompensa ai terroristi per i loro crimini e contiamo sui nostri partner affinché mantengano questa posizione” e adottino “misure decisive”.