Dazi Usa-Ue, Bruxelles infastidita dal “ricatto” di Lutnick

I rappresentanti americani hanno subordinato il taglio dei dazi a una regolamentazione digitale più flebile da parte dell'Unione europea
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Maros Sefcovic, commissario europeo Commercio (Thierry Monasse/Ipa)
Maros Sefcovic, commissario europeo Commercio (Thierry Monasse/Ipa)

“Cerchiamo sia di ridurre i dazi, sia di affrontare insieme la sovracapacità globale. Questa è una priorità per l’Ue”. Così il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic ha commentato il cruciale incontro che si è tenuto oggi, a Bruxelles, tra i ministri degli Esteri e del Commercio Ue, da una parte, e il segretario Usa al Commercio Howard Lutnick e il rappresentante Usa Jamieson Greer, dall’altra.

Nonostante i convenevoli, la tensione si è alzata quando i rappresentanti americani hanno subordinato il taglio dei dazi a una regolamentazione digitale più flebile da parte dell’Unione europea.

Oggetto del confronto sono stati proprio i dazi imposti dal presidente americano Donald Trump, che l’Unione europea vuole rivedere al ribasso. “È molto importante che ci siamo visti faccia a faccia oggi e che torneremo a vederci per fare il punto […] C’è ovviamente molto lavoro da fare” ma “ho condiviso con i miei interlocutori alcuni importanti dati” ha detto il commissario Sefcovic sottolineando che l’Ue, in ossequio agli accordi presi con Washington, ha aumentato l’import energetico dagli Usa e gli investimenti fatti negli States.

Intanto gli Stati Uniti continuano a esercitare pressione su Bruxelles, affinché affievolisca le proprie regole sul settore digitale, come già avvenuto con il rinvio dell’Ai Act per i sistemi ad alto rischio.

Lutnick chiede all’Ue di rivedere le norme digitali

Secondo Lutnick, riequilibrare le regole digitale costituirebbe “l’opportunità più straordinaria per l’Ue. Gli Usa hanno visto migliaia di miliardi su migliaia di miliardi, sette delle nostre aziende che investono ciascuna 500 miliardi di dollari negli Usa per costruire data center. Questa opportunità, se l’Ue riuscirà a trovare un modo per dotarsi di un insieme equilibrato di regole digitali, penso che possa tradursi in mille miliardi di dollari di investimenti. E ciò aggiungerebbe un punto e mezzo al Pil europeo”. In questo senso, la proposta di Washington è che Bruxelles “esamini a fondo le regole digitali, cerchino di analizzarle, di arrivare a un equilibrio: non di accantonarle, ma di trovare l’approccio equilibrato che funzioni con noi“.

“Gli Usa hanno un’economia da 30 mila miliardi di dollari. L’Ue ha un’economia da 20 mila miliardi di dollari”, e se lavorano insieme, “quel blocco commerciale da 50 mila miliardi di dollari è il più importante al mondo. La nostra relazione è la più importante al mondo“, ha aggiunto il segretario Usa al Commercio.

L’Ue meno regole, gli Usa meno dazi

Questa volta a tenere banco non è la lavagna con gli (errati) calcoli di Donald Trump. Parlando con la stampa, Lutnick ha detto espressamente i dazi su acciaio e alluminio saranno ridotti soltanto se Bruxelles cambierà le regole digitali, “cosa che penso sia possibile”, ha aggiunto.
Il segretario Usa al Commercio ha dichiarato che digitale e acciaio sono le due questioni “più importanti per il futuro” del rapporto commerciale Ue-Usa. “Il commercio digitale e il raggiungimento di tale equilibrio genereranno moltissimi investimenti in Europa. E al momento all’Europa mancano questi investimenti. Se riusciranno a fare la cosa giusta, allora la dimensione degli investimenti digitali in Europa sarà straordinaria, come stiamo vedendo negli Usa”.

Anche il rappresentante al commercio Jamieson Greer ha ribadito il punto: “Per tanti anni gli Usa si sono preoccupati per il Digital Markets Act e per legislazioni simili dell’Ue. Molte volte le soglie sono impostate in misura tale che sono quasi solo le aziende statunitensi a essere catturate. L’applicazione è piuttosto aggressiva a volte. Rispettare la legge può diventare impegnativo. Alle nostre aziende a volte sembra che le regole del gioco vengano cambiate, e le multe possono essere piuttosto ingenti”.

Greer ha specificato di aver fatto questa puntualizzazione “non per essere negativo, ma solo per spiegare un po’ la posizione degli Usa e la sfida che vediamo nei confronti di queste leggi” e dicendosi “molto incoraggiato dalle conversazioni che abbiamo avuto oggi“.

Washington, ha garantito Greer, sa che queste leggi sono importanti per l’Ue e riconosce che si tratta di regolamentare all’interno della giurisdizione europea: “Vogliamo solo assicurarci di controllare per le nostre aziende, che hanno modelli di business globali, che i loro ricavi globali non siano influenzati, e una varietà di altre cose che forse potrebbero essere modificate per aiutare a soddisfare le loro preoccupazioni e le nostre“. I punti di partenza, però, sono molto distanti.

La risposta dell’Ue: “Le nostre regole non sono discriminatorie”

Le dichiarazioni di Lutnick e Greer non sono piaciute a Bruxelles, che ha sottolineato come le leggi europee in ambito digitale non siano affatto discriminatorie (come invece sostenuto dall’amministrazione Trump): “Siamo sempre disponibili a discutere con partner che condividono i nostri stessi interessi di tutti gli argomenti e le potenziali preoccupazioni, ma ciò non cambia il fatto che l’Europa ha il diritto sovrano di legiferare“, ha replicato un portavoce della Commissione europea dopo le parole di Lutnick.

Le nostre norme – ha ricordato – si applicano solo all’interno dell’Ue. E si applicano allo stesso modo a tutte le aziende, indipendentemente dal loro Paese di origine. L’obiettivo della nostra legislazione digitale è proteggere i consumatori e le imprese europee. Sosteniamo pienamente i nostri standard e valori europei“.

Ue e Usa hanno “un allineamento e una comprensione condivisi per affrontare insieme le questioni che ci troviamo di fronte”, e “prevediamo di lavorare a stretto contatto su minerali critici, terre rare e un’intera varietà di quel tipo di argomenti”. Lo afferma il segretario statunitense al Commercio Howard Lutnick nel corso della sua visita a Bruxelles, durante un punto stampa a seguito del pranzo di lavoro con gli omologhi Ue, rispondendo a una domanda della stampa sui possibili passi comuni per far fronte alle sfide relative ai controlli alle esportazioni cinesi per queste classi strategiche di prodotti e alla sovraccapacità produttiva.

Su questi temi “è facile per noi lavorare insieme, e non portano via molto tempo quando parliamo, perché quando tutti sono d’accordo, subito, non è molto difficile”, prosegue Lutnick, sottolineando che i dialoghi tra Washington e Bruxelles siano più incentrati sulla crescita della propria relazione: “la sua traiettoria futura tende a essere l’area della nostra conversazione”.

La cooperazione sull’export cinese

Duante il pranzo di oggi, Ue e Usa hanno parlato anche dello strapotere della Cina. Durante il punto stampa Howard Lutnick ha parlato di “un allineamento e una comprensione condivisi” tra Bruxelles e Washington “per affrontare insieme le questioni che ci troviamo di fronte”. Gli States, ha aggiunto il segretario statunitense al Commercio, prevedono di “lavorare a stretto contatto su minerali critici, terre rare e un’intera varietà di quel tipo di argomenti”.

Su questi temi, ha aggiunto, “è facile per noi lavorare insieme, e non portano via molto tempo quando parliamo, perché quando tutti sono d’accordo, subito, non è molto difficile”.

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