Dazi, Cina e Usa si incontreranno in Svizzera (e ora è Trump che insegue Pechino)

Pechino sottolinea: è stata Washington a richiedere l'incontro e lancia un avvertimento al presidente americano
19 ore fa
4 minuti di lettura
Trump Xi Jinping Buenos Aires 2018 Ipa
Donald Trump e Xi Jinping durante l'incontro a Buenos Aires del 2018 (Ipa)

Dopo le minacce americane durate mesi, le preoccupazioni dei mercati finanziaria e la dura risposta del Dragone, i rapporti tra Washington e Pechino potrebbero distendersi. Questo è ciò che raccontano gli ultimi giorni di una storia imprevedibile come la politica commerciale del presidente americano Donald Trump. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, Usa e Cina si incontreranno questa settimana in Svizzera per discutere di dazi e sgonfiare una guerra commerciale che, come sottolineato dal presidente cinese Xi Jinping, non vedrebbe “nessun vincitore”.

Quello dei prossimi giorni sarà il primo incontro ufficiale tra rappresentanti statunitensi e cinesi dall’imposizione dei dazi contro Pechino da parte di Donald Trump.

Incontro Cina-Usa, Pechino fa la voce grossa

L’ufficio del Segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha dichiarato che giovedì 8 maggio si recherà in Svizzera, spesso individuato come Paese dove fare o quantomeno cercare il dialogo, per un colloquio sul commercio con la presidente della Confederazione elvetica Karin Keller-Sutter e che in seguito “incontrerà anche il rappresentante per le questioni economiche della Cina”.

Il comunicato non ha rivelato i nomi dei funzionari di Pechino che parteciperanno, ma il più quotato e principale negoziatore commerciale della Cina è il vicepremier He Lifeng.

Bessent ha confermato l’incontro parlando con Fox News “Sarò in Svizzera per negoziare con gli svizzeri e, a quanto pare, nel Paese ci sarà anche un team cinese. Quindi, ci incontreremo sabato e domenica”, ha spiegato sottolineando che l’obiettivo degli States è giungere a “un commercio equo”. Un implicito riferimento alla squilibrata bilancia commerciale mal sopportata dall’amministrazione americana che vorrebbe riequilibrarla a colpi di dazi. La strategia, però, potrebbe rivelarsi un boomerang per l’economia americana, tanto che ora sono gli Usa quelli a rincorrere la Cina. Anche perché Pechino non è disposta a “baciare il c***” al presidente americano, come farebbero gli altri Paesi e i colossi delle Big Tech, citando lo stesso Trump.

Pechino promette che “non sacrificherà la sua posizione di principio” e difenderà “la giustizia” nei colloqui di sabato e domenica. Il Dragone ci tiene a sottolineare che è stata Washington a richiedere l’incontro dopo “appelli dell’industria e dei consumatori americani”: “Se gli Usa vogliono risolvere la questione coi negoziati devono affrontare il grave impatto negativo delle tariffe unilaterali su sé stessi e sul mondo”, ha detto un portavoce del ministero del Commercio cinese.

Tutte le fasi della guerra commerciale Usa-Cina

Ma come si è arrivati fin qui e qual è la situazione ad oggi? Ecco, punto per punto, le tappe fondamentali della guerra dei dazi tra Usa e Cina:

● 2 aprile 2025 – L’annuncio di Trump
Il presidente americano firma l’Executive Order 14257, imponendo un dazio globale del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti e scatenando (almeno a parole) la guerra dei dazi. Alla Cina viene applicato un dazio aggiuntivo del 34% che si somma al 20% preesistente, portando il totale al 54% sulle merci cinesi.
Trump dichiara: “Le nuove tariffe sono l’unica occasione per ridisegnare il tavolo del commercio globale”.

● 4 aprile 2025 – La risposta cinese
Pechino annuncia dazi aggiuntivi del 34% su tutti i beni provenienti dagli Stati Uniti, in vigore dal 10 aprile. Vengono introdotte restrizioni sulle esportazioni di terre rare e aggiornata la lista delle entità statunitensi considerate inaffidabili. Il portavoce del Ministero del Commercio cinese fa capire subito le intenzioni di Pechino: “Combatteremo fino alla fine”.

● 7 aprile 2025 – L’ultimatum di Trump
Trump pubblica su Truth Social un ultimatum: se la Cina non ritirerà i suoi dazi entro l’8 aprile, gli Stati Uniti introdurranno dazi aggiuntivi del 50%, portando il totale al 104%. Viene sospeso ogni dialogo con Pechino.

● 9 aprile 2025 – L’escalation americana
Gli Stati Uniti portano le tariffe sui prodotti cinesi al 104%, che si sommano ai precedenti dazi, arrivando a sfiorare il 125%. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt afferma: “La Cina è un esempio di quello che accade a un Paese che ha deciso imprudentemente di reagire alle decisioni del leader Usa”.

Nel frattempo, Trump annuncia una sospensione di 90 giorni per le tariffe reciproche verso altri Paesi, mantenendo però il dazio minimo del 10% per tutti. Nessuna apertura verso la Cina.

● 10 aprile 2025 – La controffensiva di Pechino
La Cina aumenta la tariffa sulle merci statunitensi dall’84% al 125% e il Ministero delle Finanze cinese specifica che il dazio aggiuntivo del 34% si applica a tutte le merci di origine Usa, senza esenzioni, con una deroga fino al 13 maggio per i beni già in transito.

Xi Jinping, durante un incontro con il premier spagnolo Sanchez, invita l’Unione europea a “resistere insieme” alla guerra commerciale innescata dagli Usa e afferma: “Non solo salvaguarderemo i nostri diritti e interessi legittimi, ma sosterremo anche l’equità e la giustizia internazionali” contro quello che il Dragone definisce il “bullismo degli Stati Uniti“.

● Misure settoriali e ulteriori strette
Gli States eliminano l’esenzione “de minimis” per spedizioni dalla Cina sotto gli 800 dollari, che dal 2 maggio saranno tassate al 90% invece che al 30%. La Cina annuncia restrizioni su terre rare e valuta il divieto totale di importazione di film statunitensi, oltre a indagini sulla proprietà intellettuale americana.

● Metà aprile 2025 – Primi segnali di ammorbidimento
La Casa Bianca precisa che i dazi imposti alla Cina da Trump ammontano al 145%, non al 125% come inizialmente comunicato. e il segretario al Tesoro Scott Bessent definisce la reazione cinese “una mossa perdente” mentre attende “con ansia discussioni produttive con l’obiettivo di riequilibrare il sistema economico internazionale per servire meglio gli interessi degli Stati Uniti”. In quei giorni, si aprono i primi spiragli di dialogo e Trump si dice convinto che “Cina e Usa troveranno un accordo“;

● 22-23 aprile 2025 – Altri segnali di ammorbidimento
Il tycoon annuncia che i dazi “scenderanno sostanzialmente, ma non saranno zero”, lasciando intendere una possibile apertura al dialogo;

Maggio 2025 – Verso il dialogo a Ginevra
Oggi, 7 maggio, Scott Bessent conferma che “gli Stati Uniti e la Cina non hanno ancora iniziato i negoziati commerciali”, ma si dice pronto a discutere per “de-escalare prima di poter progredire”.

Ma il vicepremier cinese He Lifeng mette in guardia Washington: “Se gli Stati Uniti dicono una cosa ma agiscono diversamente, la Cina non sarà mai d’accordo”. Adesso la politica delle minacce e contro minacce potrebbe lasciare spazio a colloqui e decisioni concrete.

Gli ultimi articoli