Dazi al 30%, l’Ue può reagire a Trump in 3 modi: il bazooka sulle big tech fa paura agli Usa

Tra le misure c'è il 'bazooka fiscale', spauracchio delle big tech Usa
14 ore fa
3 minuti di lettura
Donald Trump Ursula Von Der Leyen Afp
Donald Trump e Ursula von der Leyen (Afp)

Bazooka. Se c’è un termine che può sintetizzare contemporaneamente l’attuale contesto bellico ed economico, non può che essere questo.

A volte le armi vengono dispiegate davvero, incluse quelle difensive (Patriot) che Trump ha promesso di inviare a Kiev ma che “pagherà interamente l’Europa”, altre volte il bazooka giace silenzioso sul tavolo delle trattative, quelle in cui l’Ue spera ancora nonostante i dazi al 30% annunciati dal presidente americano sabato scorso.

Le tariffe nei confronti dei Ventisette dovrebbero partire il 1°agosto, fino ad allora Bruxelles proverà ancora a “negoziare” anche perché lo stesso tycoon ha lasciata aperta una finestra nella sua lettera condivisa su Truth: “Se reagite aumenteranno, se aprite a noi i mercati le cifre potrebbero cambiare“.

Oggi il Consiglio Esteri Commercio si riunisce a Bruxelles per concordare la replica ai dazi di Trump.

I dazi di Trump e la reazione Ue

Arrivando al Consiglio, il Commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, ha ricordato: “L’Unione Europea ha affrontato questi colloqui in buona fede e con la massima intensità, quindi, diciamoci la verità, l’idea di un’aliquota tariffaria del 30% è di fatto proibitiva per il commercio reciproco. Restiamo convinti che le nostre relazioni transatlantiche meritino una soluzione negoziata, che ponga le basi per una nuova stabilità e cooperazione, ed è per questo che continuiamo a collaborare con l’amministrazione statunitense e a dare priorità alle soluzioni negoziate secondo la nuova linea del 1° agosto”.

Consapevole di non poter fare a meno del mercato americano, anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ribadito la linea che porta avanti da mesi: “Una scelta che sconvolge i rapporti commerciali: useremo il tempo a disposizione fino al 1°agosto per trattare, ma adotteremo se necessario contromisure proporzionate per tutelare gli interessi europei”.

Oggi l’Ue Quali possono essere concretamente queste contromisure? Essenzialmente di tre tipi: controdazi, strumenti anti-coercizione e, appunto, bazooka contro le big tech-Usa.

I possibili controdazi

Un primo indizio viene dal recente passato, quando l’Ue ha approvato un pacchetto di sanzioni in tre fasi contro i dazi del 25% sull’acciaio e sull’alluminio annunciati da Donald Trump lo scorso 12 marzo.

Bruxelles ha preparato una risposta scaglionata:

  • nella prima tranche (dal valore di 3,9 miliardi di euro) colpirebbe prodotti iconici come le Harley-Davidson, i jeans Levi’s, il burro d’arachidi, il tabacco e alcuni articoli per la cura della persona, oltre ai dazi europei su acciaio, elettrodomestici e tech soft;
  • nella seconda e terza tranche (da 13,5 e 3,5 miliardi di euro) verrebbero colpiti beni più particolari tra cui carni e pollame dal Midwest, legname del Sud, fast-food, moda, cereali e cosmetici.

Il pacchetto è congelato fino alla mezzanotte di oggi, 14 luglio, ma von der Leyen ha già detto che lo stop sarà prorogato. A dimostrazione che le minacce di Trump, finora, reggono.

L’Ue ha preparato anche un secondo pacchetto di ritorsioni in caso di ulteriore escalation commerciale: una risposta da 72 miliardi di euro contro i dazi “universali” del 10% annunciati dalla Casa Bianca nel “Liberation Day“.

Le contromisure europee seguono una logica di pressione politica mirata, colpendo prodotti simbolo degli Stati chiave americani: macchinari high-tech e componentistica automotive; beni agroalimentari di alta gamma come il bourbon del Kentucky e le aragoste del Maine, ma anche il mondo della cosmesi e della moda americana. Anche questo pacchetto è sospeso fino al 1° agosto.

Le misure anticoercizione

Oltre ai dazi, l’Europa ha sviluppato uno strumento anticoercizione che va ben oltre le tradizionali guerre tariffarie. Questo meccanismo, che richiede una maggioranza qualificata al momento non garantita, permetterebbe di:

  • escludere le aziende americane dagli appalti pubblici europei;
  • ritirare licenze di importazione;
  • limitare l’accesso ai mercati finanziari.

Le misure anticoercizione possono includere restrizioni agli investimenti esteri diretti, barriere alla fornitura di servizi, sospensione delle autorizzazioni operative nel mercato europeo e azioni su brevetti e diritti di proprietà intellettualeLa Francia di Macron spinge per l’attivazione di questi strumenti, mentre l’Italia mantiene una posizione più cauta

La linea di Bruxelles lascia presagire che difficilmente si arriverà alle misure anticoercizione. Sul tavolo dei Ventisette c’è un’ulteriore tattica, anche questa sostenuta dal presidente francese: il bazooka contro le big tech Usa, forse quella più temuta da Donald Trump.

Il ‘bazooka fiscale’ contro le big tech

Tra le misure “in fase avanzata di approvazione da parte degli Stati Ue” ci sono quelle che colpirebbero i servizi digitali e quindi le big tech americane, pilastro dell’economia Usa.

Le opzioni sul tavolo di Bruxelles includono accise su pubblicità e intermediazioni online, una digital service tax in formato comunitario e, soprattutto, l’applicazione stringente del Digital Service Act e del Digital Markets Act. Questi regolamenti introducono obblighi severi su trasparenza, concorrenza e moderazione dei contenuti, con sanzioni che possono raggiungere il 10% del fatturato globale annuo o l’esclusione completa dal mercato europeo.

Il bazooka sulle big tech segue la stessa logica di targeting politico applicata ai prodotti tradizionali. Se il bourbon colpisce il Kentucky e le aragoste il Maine, le sanzioni digitali mirano al cuore dell’economia americana del XXI secolo: la Silicon Valley e le sue multinazionali.

Le grandi piattaforme online americane temono particolarmente che Bruxelles applichi “fino alle estreme conseguenze” le recenti riforme digitali europee. La paura è che “l’effetto Brussels” si estenda ben oltre i confini europei.

Nelle prossime ore, il Consiglio Ue per il Commercio prenderà importanti decisioni sul proseguimento delle trattative tra Ue e Usa nel tentativo di scongiurare effetti devastanti per entrambe le economie. Lasciando il bazooka sul tavolo.

Da non perdere

Voto Parlamento Ue

Com’è andato il voto di sfiducia a von der Leyen – Ascolta

Il momento della verità è stato chiesto dall’estrema destra e sostenuto anche
Elisabetta Belloni consigliera von der Leyen

Von der leyen tratta sui dazi e perde la consigliera Belloni – Ascolta

Non è un momento facile per la presidente della Commissione Ue Ursula