Durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato diversi temi di rilevanza nazionale e internazionale, con particolare attenzione alla libertà di stampa, al ruolo dell’Unione Europea e alla guerra in Ucraina.
Libertà di stampa: un pilastro della democrazia
Mattarella ha ribadito con forza l’importanza della libertà di stampa, definendola un elemento fondamentale della democrazia. “Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”, ha affermato. Ha denunciato le crescenti minacce e aggressioni contro i giornalisti, ricordando che “i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo”. Ha poi aggiunto: “Documentazione dell’esistente, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni. Per citare Tocqueville, ‘democrazia è il potere di un popolo informato’.”
Il ruolo delle piattaforme digitali e l’intervento dell’Unione Europea
Mattarella ha evidenziato la trasformazione radicale dell’ecosistema informativo dovuta all’emergere delle piattaforme digitali, criticando l’atteggiamento di alcuni giganti del web che tendono a sottrarsi alle responsabilità connesse al loro ruolo. “Ai giornali, alla stampa, alla radio e alle tv, si sono affiancate oggi le piattaforme digitali, divenute principali responsabili della veicolazione di contenuti informativi. Appare singolare che a un ruolo così significativo corrisponda una convinzione di minori obblighi che ne derivano, con una tendenza, del tutto inaccettabile dei protagonisti a sottrarvisi.”
Ha accolto positivamente il nuovo Regolamento europeo sulla libertà dei media, che mira a promuovere il pluralismo e l’indipendenza dei media in tutta l’Unione Europea: “L’Unione europea ha approvato proprio nell’aprile di quest’anno, in un confronto tra Parlamento europeo e Consiglio Ue, il nuovo Regolamento sulla libertà dei media, ora in fase di progressiva attuazione, a partire dall’8 novembre prossimo per quanto riguarda i diritti dei destinatari dei servizi di media, vale a dire i cittadini.”
Le misure previste includono la protezione dei giornalisti dalle ingerenze politiche, la trasparenza sui fondi statali destinati ai media, la garanzia del diritto dei cittadini a un’informazione gratuita e accessibile, e la protezione della libertà dei media dalle grandi piattaforme digitali.
“In sintesi: promozione del pluralismo e della indipendenza dei media in tutta la Unione europea, con protezione dei giornalisti e delle loro fonti da ingerenze politiche; pubblicità sui fondi statali destinati a media o piattaforme; garanzia del diritto dei cittadini alla gratuità e pubblicità delle informazioni; indipendenza editoriale dei media pubblici; protezione della libertà dei media dalle grandi piattaforme; istituzione di un nuovo Comitato europeo per i servizi di media per promuovere una applicazione coerente di queste norme”.
Mattarella ha poi sottolineato la bontà e l’importanza dell’impegno profuso a livello comunitario parlando di “un cantiere e un percorso impegnativo per la Ue e per gli Stati membri, coscienti del valore che questo tema ha per la libertà del nostro continente. Tema, aggiungo io, impegnativo per tutti coloro che del mondo dell’informazione sono parte”.
La guerra in Ucraina: il ruolo dell’Italia e dell’Ue
Durante cerimonia del Ventaglio al Quirinale, il Presidente della Repubblica ha affrontato anche il delicato tema della guerra in Ucraina, riaffermando l’impegno dell’Italia a sostegno dell’indipendenza ucraina. “L’Italia è impegnata, con convinzione, a sostegno dell’Ucraina. Insieme alla quasi totalità dei Paesi dell’Unione e insieme a quelli dell’Alleanza atlantica”. Non può essere sfuggito il ‘quasi’, un riferimento implicito a quei Paesi scettici sull’aiutare l’Ucraina, Ungheria di Orbán in primis.
Ha riconosciuto la crescente stanchezza delle opinioni pubbliche riguardo all’impegno prolungato nel conflitto: “Si registra una fatica maggiore nelle pubbliche opinioni sull’impegno per l’indipendenza dell’Ucraina. È vero. A nessuno, comprensibilmente, piace un’atmosfera in cui la guerra abbia prolungata presenza, anche se non vi si è coinvolti. Come non lo è l’Italia.”
Non è l’Ue a volere la guerra
Infine, Mattarella ha espresso la sua tristezza per le immense risorse finanziarie destinate agli armamenti: “Aggiungo personalmente che spinge a grande tristezza vedere che il mondo getta in armamenti immani risorse finanziarie, che andrebbero, ben più opportunamente, destinate a fini di valore sociale.” Ha invitato a riflettere su chi sia realmente responsabile di questo spreco: “Ma chi ne ha la responsabilità? Chi difende la propria libertà -e chi l’aiuta a difenderla- o chi aggredisce la libertà altrui?”, conclude.
Le sue parole rimandano alle controverse affermazioni del ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó, aspramente criticate dal presidente del Consiglio europeo uscente Charles Michel e dall’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell.
Come riportano i media di Budapest, Szijjártó ha detto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che l’Ue “non solo non vuole negoziati di pace” in Ucraina, “non solo continua ad aggravare il conflitto e non considera il pericolo di escalation, ma quando qualcuno parla di pace lo bollano immediatamente come ‘burattino di Putin”. Un atteggiamento respinto dal ministro degli esteri ungherese: “Non dobbiamo essere etichettati come ‘burattini di Putin’ o ‘propagandisti del Cremlino’ per aver sostenuto il dialogo e la pace”.
Borrell e Michel hanno definito “inaccettabili” le parole di Szijjártó. Oggi, anche il capo di Stato Sergio Mattarella ha voluto ricordare chi ha scelto la parte sbagliata della storia.