La Commissione europea ha presentato il “Culture Compass for Europe“, alias “Bussola della Cultura per l’Europa”. Si tratta di una strategia di vasta portata che mira a ridisegnare la politica culturale dell’Unione. Il messaggio centrale è chiaro: la cultura non è un elemento secondario, ma la vera “storia dell’Europa”, e deve tornare al cuore della visione politica, sociale ed economica del continente.
La strategia si riassume nello slogan ‘L’Europa per la Cultura, la Cultura per l’Europa’. Ma perché la Cultura è sempre stata così cruciale e oggi lo è ancora di più?
La Cultura come valore identitario
In un’epoca segnata da incertezze, tensioni geopolitiche e movimenti antidemocratici, la cultura emerge come una necessità strategica. La vicepresidente esecutiva Roxana Mînzatu ha sottolineato che la cultura va “al cuore della nostra identità europea – di cosa significa essere europei”. L’Europa, infatti, è una “superpotenza culturale”, con oltre 500 siti patrimonio mondiale dell’Unesco e industrie creative e culturali che impiegano circa 8 milioni di persone e generano quasi 200 miliardi di euro di valore aggiunto all’anno.
Il Culture Compass mira a sfruttare questo potenziale e a rafforzare la democrazia e la coesione sociale. Non a caso, un recente Eurobarometro ha mostrato che l’87% dei cittadini crede che la cultura debba avere un posto molto importante nell’Unione affinché ci si senta più europei.
Le quattro direzioni della Bussola
Il commissario europeo Glenn Micallef ha definito la cultura come la “prossima frontiera strategica” dell’Unione. Il Compass individua quattro direzioni fondamentali (tradotte in 20 azioni faro) per guidare la politica dell’Ue:
- Valorizzare i diritti e i valori europei: l’Ue deve sostenere la libertà artistica, vista come la “prima linea di difesa” della democrazia contro estremismo e divisione. Ciò significa proteggere la libertà di espressione e di creazione senza paura o interferenze.
- Sostenere artisti e persone: dare potere agli artisti e ai professionisti culturali, affrontando le sfide che ostacolano il settore, come i mezzi di sussistenza precari e la mancanza di protezioni sociali. La Commissione insiste: “Gli applausi non pagano l’affitto”. Verrà proposta una Carta europea per gli Artisti per definire impegni e principi per condizioni di lavoro eque.
- Aumentare la competitività e la resilienza: La cultura e il patrimonio sono motori di innovazione che rendono città e regioni più attrattive, stimolando la crescita e il turismo sostenibile.
- Promuovere i partenariati internazionali: l’Ue rafforzerà le sue relazioni culturali globali, usando la cultura come “catalizzatore per lo sviluppo sostenibile e un ponte tra le persone”.
Gli strumenti per realizzare la visione
Per assicurare che il Compass non rimanga solo una dichiarazione d’intenti, la Commissione sta lanciando strumenti politici concreti.
• È stata proposta una bozza di Dichiarazione Congiunta fra Parlamento, Consiglio e Commissione per rafforzare il loro impegno politico. La Commissione li invita a co-firmare il documento.
• Verrà pubblicato periodicamente un nuovo Rapporto sullo Stato della Cultura nell’Ue per monitorare la salute dell’ecosistema culturale e in particolare la libertà artistica.
• Saranno creati un Hub dati culturale dell’Ue per fornire dati affidabili per l’elaborazione delle politiche e un Dialogo Strutturato con gli stakeholder per scambiare idee e allineare le politiche.
Guardando al futuro, sono in programma diverse iniziative specifiche. Verrà sviluppata una Strategia sull’intelligenza artificiale per la Cultura per garantire che la tecnologia rimanga “incentrata sull’uomo” e che l’Ai sia uno strumento a servizio degli artisti, non una minaccia. Inoltre, verrà istituita una Rete di ambasciatori culturali giovanili e sarà creato un quadro volontario per il riconoscimento reciproco dei “pass” culturali nazionali per i giovani, migliorando il loro accesso alla cultura.
Infine, per finanziare queste ambizioni, la Commissione mira a raddoppiare il budget per la Cultura nel prossimo Quadro finanziario pluriennale (Mff 2028-2034), esplorando anche il potenziale di finanziamenti privati, filantropia e partenariati pubblico-privato.
