Il Partito popolare europeo ha chiuso il suo congresso triennale a Valencia confermando la leadership uscente e lanciando una piattaforma politica orientata a rafforzare la competitività industriale, la difesa comune e il ruolo dell’Unione nel mondo. In un contesto segnato da tensioni geopolitiche e instabilità economica, il Ppe ha scelto la strada della continuità e del rilancio pragmatico.
Manfred Weber è stato rieletto presidente del partito con 502 voti su 563, pari all’89% dei consensi. Alla vicepresidenza è stato confermato Antonio Tajani, vicepremier italiano e ministro degli Esteri, con 438 preferenze, secondo risultato assoluto. Insieme a loro, entrano nella nuova squadra la spagnola Dolors Montserrat come segretaria generale e il francese François-Xavier Bellamy alla tesoreria.
Alla tre giorni di lavori, ospitata in una città ancora segnata dalle conseguenze dell’alluvione del 2024, hanno partecipato 15 capi di Stato o di governo, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e oltre 500 delegati da tutta Europa. I temi centrali sono stati la crescita economica, l’autonomia strategica europea, la semplificazione normativa e la sicurezza.
Un’agenda per la competitività: sette priorità per rilanciare l’Europa
Il documento più significativo approvato a Valencia è il “Patto per la competitività dell’Europa”, presentato da Antonio Tajani. Elaborato nei mesi precedenti attraverso un percorso di confronto promosso da Forza Italia, il testo propone un piano d’azione in sette punti per affrontare la stagnazione industriale, la crisi energetica e la pressione globale sulle filiere strategiche.
Tra i principali obiettivi: una nuova politica industriale europea, la promozione delle esportazioni, la riduzione del costo dell’energia, il rafforzamento delle catene di approvvigionamento, investimenti mirati in settori chiave, la formazione dei talenti e una drastica semplificazione normativa. Il principio guida è il cosiddetto “one in, two out”: ogni nuova norma onerosa dovrà comportare l’abolizione di due esistenti.
Il testo si sofferma anche sull’importanza dell’accesso a energia pulita e competitiva, con un approccio tecnologicamente neutro che includa rinnovabili, nucleare e cattura del carbonio. Si propone inoltre un’“Unione degli investimenti” per ridurre il divario con Stati Uniti e Cina e incentivare la collaborazione tra università e imprese.
La proposta ha ottenuto il pieno sostegno della presidenza del Ppe e delle principali delegazioni nazionali, tra cui quelle di Germania, Spagna e Polonia. Tajani ha descritto il documento come “una base solida per costruire la nuova Europa della crescita, della sicurezza e della concretezza”.
Merz al Congresso: via libera della Cdu alla coalizione. “È l’ora dell’Europa”
Il congresso di Valencia ha registrato anche l’intervento del futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz, accolto con particolare attenzione dopo che la Cdu ha approvato, lo scorso 29 aprile, l’accordo di coalizione con Spd e Csu per la formazione del nuovo governo tedesco. La votazione interna, avvenuta in un mini-congresso a Berlino, ha segnato un passaggio decisivo che porterà Merz all’elezione in Bundestag il prossimo 6 maggio.
Nel suo discorso a Valencia, Merz ha espresso la volontà di rilanciare il ruolo della Germania in Europa: “La prossima settimana la Germania avrà un nuovo governo, e vi assicuro che investiremo molta più energia per far progredire l’Europa”. Ha poi aggiunto: “So che molti di voi si aspettano una maggiore leadership da parte della Germania, sia nell’Ue che a livello internazionale”.
Il leader della Cdu ha criticato l’eccesso di regolamentazione europea, definendo alcune misure “assurde”, come quelle sui tappi delle bottiglie o sui controlli annuali delle auto. Ha chiesto un’Unione più pragmatica, capace di sostenere le imprese senza ostacolarle, e ha espresso sostegno alla Commissione von der Leyen nei negoziati commerciali globali: “Il nostro futuro governo tedesco sarà pienamente al vostro fianco”.
La nuova squadra ministeriale della Cdu, già annunciata, include John Wadephul agli Esteri e Katherina Reiche all’Economia. Tra le altre figure: Karsten Wildberger al Digitale, Nina Warken alla Salute e Thorsten Frei alla Cancelleria. La Cdu guiderà sette ministeri nel nuovo esecutivo.
Weber: “Difesa comune e risultati concreti, così contrastiamo i populismi”
Il presidente Manfred Weber ha chiuso il congresso lanciando un appello all’unità contro le derive autoritarie e alla costruzione di una nuova narrativa europea. “Troppi politici si limitano a dire ciò che non vogliono: noi, come Ppe, dobbiamo essere il partito che dice chiaramente ciò che vogliamo”, ha detto.
La sicurezza è stata indicata come priorità assoluta. “Il compito principale della nostra generazione oggi è chiaramente la difesa, la difesa comune”, ha aggiunto. Weber ha proposto la creazione di uno “scudo europeo” antimissile, lo sviluppo di una forza comune di rapido intervento e il potenziamento della capacità produttiva industriale, in coordinamento con la Nato.
Il Ppe ha ribadito la sua opposizione alle forze politiche che si oppongono all’integrazione europea o mantengono ambiguità nei confronti del regime russo. “Noi costruiamo la difesa europea, proteggiamo il nostro stile di vita, e prima di tutti i nostri amici ucraini lo stanno facendo”, ha affermato, ricordando l’impegno del partito per lo Stato di diritto, la libertà dei media e l’integrazione dell’Ucraina.
Una nuova struttura per rafforzare il coordinamento tra governi e istituzioni
Accanto alle risoluzioni politiche, il congresso ha approvato una riforma interna che introduce un nuovo meccanismo di consultazione permanente tra i ministri dei partiti Ppe nei governi nazionali e i commissari europei. L’obiettivo è armonizzare le posizioni su politiche chiave – energia, industria, migrazione, difesa – e rafforzare la coerenza tra livelli di governo.
Forza Italia, con 27 delegati votanti, ha svolto un ruolo attivo nei lavori congressuali. Tajani, in particolare, ha partecipato alla sessione dei leader Ue, presentando le proposte italiane in tema di competitività, riforme istituzionali e gestione dei flussi migratori. La sua rielezione alla vicepresidenza, insieme alla piena approvazione del patto industriale da lui proposto, conferma il ruolo crescente della delegazione italiana all’interno del partito.
Con oltre 80 partiti affiliati, 188 eurodeputati, 15 commissari europei e una presenza diretta o indiretta in 15 governi nazionali, il Ppe si conferma la principale forza politica dell’Unione. Il congresso di Valencia ha segnato l’inizio della fase operativa della sua nuova agenda, in vista delle prossime sfide istituzionali e della legislatura europea post-2029.