Con la sanità europea -109 mila morti ogni anno

Dati confortanti dallo studio del Parlamento Ue, la Commissione spinge per una sanità “accentrata”
5 mesi fa
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Sanità Europea
Mani unite con bandiera europea

All’Ue viene sempre rimproverato di essere un’Unione economica, ma di esserlo molto meno in altri settori. Il tema più avvertito è quello della Difesa comune, a causa della guerra in Medio Oriente e soprattutto di quella in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022.

Solo due anni prima, però, a tenere banco era la salute e l’ipotesi di centralizzarla a livello europeo. Il punto è stato ripreso ieri dalla Commissione Ue con un comunicato dove si esprime un concetto chiaro: per completare il processo di integrazione europea serve la nascita di una sanità europea.

Da Bruxelles spiegano che la capacità di gestire e superare un momento così complicato come la pandemia, ha dimostrato che l’Ue può fare bene in tal senso. Ora, l’intenzione è proseguire su questa strada.

“L’unità e la solidarietà emerse di fronte alla crisi sanitaria più difficile dei tempi moderni hanno portato alla creazione di una forte Unione sanitaria europea”, ha dichiarato Stella Kyriakides, commissaria per la salute e la sicurezza alimentare.

Il percorso però non è facile dato che la salute è una materia di competenza nazionale e non comunitaria.

Cosa ha fatto l’Ue

Il grande successo dell’Ue è stato quello di dare una risposta univoca sui vaccini, sottolinea il comunicato. Grazie alla strategia dell’Unione europea sui vaccini, tutti i cittadini europei hanno avuto accesso contemporaneamente e alle stesse condizioni ai vaccini anti-Covid, salvando milioni di vite. L’erogazione del vaccino però è solo l’ultima fase di un processo più ampio, che ha permesso all’Unione di resistere a una crisi sanitaria, che si è subito tramutata in crisi economica. Pilastri della resilienza comunitaria sono stati quindi:

  • l’acquisto di farmaci in modo paritario tra gli Stati membri e il capillare programma di vaccinazione sul territorio;
  • la digitalizzazione dell’assistenza medica;
  • la creazione di strumenti ad hoc per affrontare l’emergenza sanitaria;
  • i certificati europei di vaccinazione;
  • i finanziamenti dati alle attività economiche per ripartire dopo il lockdown. Impossibile non pensare al Recovery Fund.

Il percorso intrapreso è quello giusto, ma è solo alle sue prime battute, ricorda la commissaria Kyriakides: “I nostri cittadini si aspettavano giustamente di più nel settore della salute, noi continueremo a sviluppare la nostra Unione sanitaria nei prossimi anni”.

I vantaggi di una sanità europea

A meno di modifiche, i Trattati non consentono il grande salto, suggerito dal buon senso, dato che si parla di vite, e dalla scienza. Secondo uno studio voluto dal Parlamento europeo “in totale, gli appalti e la prevenzione inefficienti negli Stati membri potrebbero essere responsabili di circa 2,1 milioni di morti nell’Ue. Supponendo che un ruolo più forte dell’Ue possa ridurre le inefficienze del 5 per cento, si potrebbero salvare 109mila vite umane” ogni anno.

L’Ue avrebbe poi la forza di investire di più in prevenzione, voce a cui nel 2019 veniva dedicato circa il 2,9% della spesa sanitaria media dell’Ue, prima di balzare al 6% nel 2021 a causa della pandemia di Covid. La spesa per l’assistenza sanitaria preventiva, spiega lo studio commissionato dall’Europarlamento, è basso rispetto alle cure curative e riabilitative, che hanno rappresentato il 53% della spesa sanitaria media dell’Ue nel 2019 e nel 2021.

Secondo i dati raccolti dal Centro studi e ricerche del Parlamento europeo, l’impatto di una salute europea sarebbe importante anche per quanto riguarda il cancro. Con una prevenzione migliore, si sarebbe potuta evitare il 91% delle vittime di cancro cervicale (nel 2019 pari a 27 ogni milione di abitanti).

Il rapporto evidenzia come anche il 60% delle vittime di cancro al colon si sarebbe potuto evitare grazie alla “sola” prevenzione che avrebbe inoltre quasi dimezzato (-47%) il numero dei morti per cancro ai polmoni (509 decessi per milione di abitanti nel 2019).

La crescente diffusione del cancro ha allertato le istituzioni, che hanno iniziato a smuovere qualcosa.

Il Parlamento europeo ha infatti chiesto e sostenuto un piano Ue di contrasto ai tumori, una strategia comunitaria per la lotta al cancro.

A monte c’è il grande limite che attribuisce la salute alla competenza degli Stati membri e, in Italia, da questa alle regioni. L’esempio italiano nei mesi della pandemia ha evidenziato, tra l’altro, dinamiche simili a quelle che l’Ue vuole evitare dato che la frammentazione in “venti sanità diverse” ha ostacolato l’efficiente gestione della pandemia. Riflessioni che diventano cruciali per disegnare l’Europa che verrà.

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