Raffale Fitto, membro di Fratelli d’Italia e attuale ministro degli Affari europei nel governo Meloni, avrà la vicepresidenza esecutiva con delega all’Economia e alla ripresa post-pandemia nella prossima Commissione europea, un ruolo chiave nella prossima legislatura.
La ‘bomba’ è stata lanciata dal quotidiano tedesco Die Welt citando fonti istituzionali: per la prima volta un membro di un partito di estrema destra ottiene un incarico di così alto prestigio e responsabilità nella Commissione. Il portafoglio in questione, infatti, gestirà fondi per un valore di oltre 700 miliardi di euro.
La presidente dell’organo esecutivo von der Leyen, dunque, avrebbe deciso almeno in parte a chi assegnare i dossier più importanti della sua prossima squadra. La tedesca intende peraltro ridisegnare l’organizzazione del Collegio, eliminando le vicepresidenze ‘semplici’ e lasciando solo vicepresidenze esecutive (EVP), cinque più la rappresentante designata per la politica estera dell’Ue, alle quali attribuire altrettanti cluster tematici composti dai commissari.
Le deleghe già assegnate
Ecco gli altri EVP, sempre secondo i rumors:
- il conservatore lettone Valdis Dombrovskis (Ppe) come vicepresidente esecutivo all’Allargamento e la Ricostruzione dell’Ucraina
- la socialista – e attuale ministra per l’Ambiente spagnola – Teresa Ribera Rodriguez (S&D) come vicepresidente esecutiva per la ‘Transizione’ in ambito sociale, digitale ed ecologico
- il liberale francese Thierry Breton (Alde) come vicepresidente esecutivo all’’Industria e autonomia strategica’
- l’olandese conservatore liberale Wopke Hoekstra (Ppe) come vicepresidente esecutivo al Commercio.
Da quanto è emerso, ci sarebbero poi altre deleghe già assegnate:
- il ceco Josef Sikela (indipendente) come nuovo commissario europeo per l’Energia
- lo slovacco Maroš Šefčovič (S&D) come commissario responsabile della Riduzione della burocrazia e degli Affari interistituzionali
- il polacco Piotr Serafin come commissario alle Questioni di bilancio, un ambito delicato dato che Bruxelles chiede sempre più soldi per fronteggiare le nuove sfide, ma gli Stati membri non vogliono concederne
I nomi in questione, insieme a tutti gli altri commissari, dovranno poi passare la prova dell’Europarlamento, cui spetta esprimersi sulla loro conferma o meno nel Collegio esecutivo. Il voto su ciascuno di loro, dopo le audizioni individuali, è previsto in autunno.
Vittoria per Meloni, ma anche un banco di prova
Il nome di Fitto come candidato italiano alla commissione era stato ufficializzato venerdì scorso, in extremis rispetto alla scadenza che von der Leyen aveva dato agli Stati membri per avanzare le proprie proposte (ogni Stato ha diritto a un commissario). L’assegnazione di una carica così rilevante confermerebbe il ruolo di peso che la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani auspicavano da settimane per l’Italia, messo in dubbio dalla rottura consumatasi tra la stessa Meloni e VDL ad inizio estate e culminata con il ‘No’ espresso proprio da Fratelli d’Italia quando si è trattato di votare per confermare la nomina della tedesca alla sua seconda guida consecutiva del Collegio esecutivo europeo.
Nell’Europarlamento il partito di Meloni e Fitto appartiene al gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) ed è considerato di estrema destra, nonostante le manovre della premier per accreditarsi come forza costruttiva con la quale si può collaborare.
In tal senso la nomina di Fitto come vicepresidente esecutivo all’Economia può esser vista come una vittoria, ma anche come un banco di prova.