Il nuovo Parlamento europeo è fatto. I risultati delle europee sono ormai definitivi e la composizione dei 720 seggi è chiara. Inizia dunque un percorso che porterà alla formazione di gruppi e sottogruppi e a parecchie nomine importanti, i cosiddetti ‘top jobs’ dell’Unione. Perché se i numeri sono una questione di matematica, alleanze e strategie possono cambiare. Sicuramente sono molte le variabili in gioco in questi primi giorni dopo il voto: dal terremoto che in Francia ha portato alle elezioni anticipate alla batosta di Scholz in Germania fino all’avanzata dell’estrema destra in Belgio e Austria. Un’avanzata che non modificherà di molto la composizione del Parlamento ma che avrà un suo peso nelle politiche future dell’Unione.
Per capire le forze in campo, ecco come saranno distribuiti i seggi:
• Partito Popolare Europeo (PPE), a cui vanno 186 seggi
• S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici), con 135 seggi
• Renew Europe Group, che avrà 79 seggi
• I Verdi/Alleanza Libera Europea, con 53 seggi
• ECR (Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei), che ha ottenuto 73 eurodeputati
• ID (Identità e Democrazia), che avrà 58 seggi
• The Left (Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo ), con 36 seggi
• Non iscritti, con 100 eurodeputati
Quattro le combinazioni possibili nell’Europarlamento, secondo le elaborazioni di Utopia, società di public affairs e comunicazione con uffici a Roma, Milano e Bruxelles. Considerato che la maggioranza per confermare la commissione è a 361 voti, ecco come potrebbe distribuirsi il voto:
• ‘Maggioranza Ursula’: Partito Popolare Europeo + S&D + Renew per un totale di 400 seggi
• Maggioranza Ursula’ + Ecr per 424 seggi
• ‘Maggioranza Ursula’ + Verdi per 453 seggi
• PPE + ECR + ID, con 317 seggi non raggiungerebbero la soglia minima per creare una maggioranza tutta a destra(centro).
La posta in gioco è alta. L’Europarlamento dovrà eleggere il proprio presidente, il presidente del Consiglio europeo, i commissari e il presidente della Commissione. Insieme all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che viene nominato dal Consiglio europeo con l’accordo del presidente della Commissione, si tratta delle più importanti cariche di vertice dell’Ue.
Le ipotesi per Commissione, Consiglio europeo e Politica estera
C’è dunque molto fermento, soprattutto su chi guiderà la Commissione, l’organo esecutivo dell’Unione. L’attuale presidente, Ursula von der Leyen, punta a un mandato bis. Per farcela le servono 361 voti, e anche se le elezioni sulla carta le garantiscono 400 voti a favore, grazie alla coalizione di cui è espressione, nel concreto il voto sarà segreto e dunque potrà riservare delle sorprese. In particolare, si stima un 10% di possibili ‘franchi tiratori’, il che la porterebbe sotto il quorum necessario.
Non dimentichiamo che già nel 2019 von der Leyen fu eletta per una manciata di voti.
Al momento la situazione sembra definita in favore della tedesca, anche se, va detto, circolano anche altri nomi, tutti appartenenti al PPE e comunque meno probabili: Plenkovic, primo ministro croato, Kyriakos Mitsotakis, primo ministro greco, Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, Roberta Metsola, presidente dell’Europarlamento. Nello scenario meno probabile si fa anche il nome di Mario Draghi, ipotesi che però parrebbe praticamente tramontata.
Una ridda di nomi ma l’ipotesi attualmente più accreditata, tanto da far pensare molti che le cose si svolgeranno senza intoppi, è von der Leyen alla Commissione, il socialista António Costa – ex premier portoghese dimessosi lo scorso novembre per uno scandalo di corruzione che però non sembra lo coinvolgesse direttamente – alla presidenza del Consiglio europeo, Metsola altri 2 anni e mezzo alla presidenza dell’Europarlamento e Kaja Kallas, premier estone, come Alto rappresentante della politica estera.
Carica quest’ultima su cui, secondo alcuni, avrebbe messo gli occhi Charles Michel, attuale presidente del Consiglio europeo, diceria smentita dalla sua portavoce.
17 giugno: cena informale dei capi di Stato e di governo
In ogni caso ci siamo: le danze iniziano (anche se ci i giochi politici sono in corso da tempo) il 17 giugno con una cena informale dei Capi di Stato e di governo, durante la quale si discuterà di questi temi.
E qui scatta la variabile Michel, che secondo le indiscrezioni starebbe cercando di estromettere von der Leyen dall’incontro, per impedirle di riuscire di agguantare il mandato bis alla Commissione. Una situazione tuttavia ritenuta ormai imbarazzante per gli Stati membri, che iniziano a mal sopportare le macchinazioni di Michel, ritenendole una mera questione di rivalità personale.
“È una cena informale dei membri del Consiglio Europeo, di cui la presidente della Commissione Europea è membro, ci aspettiamo che vi partecipi“, ha detto ieri Arianna Podestà, portavoce dell’esecutivo Ue, durate il punto con la stampa a Bruxelles.
Il ‘dinnergate’ sembra essersi risolto con un compromesso, quello di far partecipare von der Leyen alla prima sessione sui risultati delle elezioni europee, ma non alla cena in cui si discuterà del nome per la Commissione.
Giugno-luglio: Consiglio europeo e composizione dei gruppi parlamentari
In attesa di vedere cosa succederà lunedì prossimo, sappiamo già che il passo successivo della road map sarà il Consiglio europeo del 27-28 giugno, per il quale si prevede un’agenda fittissima.
Tra giugno e luglio poi i vari gruppi politici si incontreranno per discutere la struttura interna e la distribuzione dei seggi all’Europarlamento. I deputati neoeletti infatti costituiranno i gruppi politici sulla base di idee condivise e non per nazionalità. Come abbiamo visto, nella legislatura 2019-2024 i gruppi erano sette, compreso quello dei ‘Non iscritti’ a nessun gruppo, che tuttavia hanno delle limitazioni nella loro azione di eurodeputati.
16-19 luglio: prima sessione plenaria dell’Europarlamento, inizia la legislatura
Il 16 luglio inizia la sessione plenaria inaugurale dell’Europarlamento a Strasburgo e con essa inizia ufficialmente la decima legislatura. Si insedieranno dunque i nuovi eurodeputati, si procederà all’elezione del presidente, dei vicepresidenti e dei questori, e possibilmente del nuovo presidente del Consiglio Europeo. Si deciderà inoltre quanti deputati comporranno ciascuna commissione parlamentare.
Già in questa sessione potrebbe tenersi la votazione per il presidente della Commissione, il cui nome viene proposto dal Consiglio europeo. L’elezione avviene a maggioranza dei deputati che compongono l’organo, quindi come detto occorrono 361 voti, espressi a scrutinio segreto.
Se non avverrà in questa occasione, l’elezione si terrà nella seconda sessione dell’Europarlamento, quella del 16-19 settembre.
22-25 luglio: i gruppi parlamentari
Nel frattempo, tra il 22 e il 25 luglio si costituiranno le commissioni parlamentari.
16-19 settembre: seconda plenaria dell’Europarlamento
Tra il 16 e il 19 settembre si terrà poi la seconda plenaria dell’Europarlamento, con possibile elezione del presidente della Commissione se non si sarà proceduto a luglio.
Ottobre-novembre: audizioni dei commissari designati
Una volta eletto, il presidente della Commissione europea seleziona i commissari designati sulla base delle nomine di ciascun Paese dell’Unione e assegna loro i diversi portafogli politici. Ogni Paese ha un commissario. Tra ottobre e novembre i commissari designati vengono ascoltati in Parlamento durante audizioni pubbliche, per stabilire se sono idonei all’incarico che intendono ricoprire.
Dopo la conclusione delle audizioni, l’Europarlamento tiene una discussione in Aula in cui il presidente della Commissione presenta l’intera squadra di commissari e le sue priorità politiche.
31 ottobre: scade l’attuale Commissione
Il 31 ottobre scade l’attuale Commissione, che ha guidato la nona legislatura, dal 2019 al 2024.
Novembre-dicembre: plenaria dell’Europarlamento per votare il collegio della Commissione
Ultimo step a novembre-dicembre: l’Europarlamento si riunirà in sessione plenaria e voterà sui componenti della Commissione. La decisione in questo caso è adottata a maggioranza dei voti espressi.
A questo punto la decima legislatura sarà pronta a partire.