La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha inviato questa mattina una lettera ai 27 Paesi membri dell’Unione Europea, sollecitandoli a nominare i candidati per i ruoli di commissari europei. La scadenza per la risposta dei governi è fissata al 30 agosto. Questo atto segna l’inizio di un processo politico fondamentale che determinerà la composizione della Commissione europea per i prossimi cinque anni, un periodo durante il quale l’UE dovrà affrontare sfide significative, tra cui il cambiamento climatico, la ripresa economica post-pandemia, la trasformazione digitale e le dinamiche geopolitiche globali.
La posta in gioco
La composizione del nuovo team di commissari è di vitale importanza per l’Unione Europea. I commissari europei non solo rappresentano il loro Paese di origine, ma svolgono anche ruoli cruciali nell’elaborazione e nell’implementazione delle politiche europee. La scelta dei commissari riflette l’equilibrio politico, geografico e di genere all’interno dell’Unione, con l’obiettivo di garantire che le decisioni prese a Bruxelles siano il risultato di un processo inclusivo e rappresentativo.
Ursula von der Leyen ha dimostrato un forte impegno per l’equilibrio di genere, chiedendo ai Paesi membri di nominare sia un uomo che una donna per ciascun posto di commissario, a meno che il commissario uscente non venga riconfermato. L’enfasi posta da von der Leyen sull’equilibrio di genere non è solo una questione di rappresentanza simbolica, ma riflette un impegno più profondo verso l’uguaglianza e l’inclusività. Studi e ricerche dimostrano che team diversificati tendono a prendere decisioni migliori e più creative. Una Commissione europea equilibrata dal punto di vista del genere potrebbe affrontare le sfide future con maggiore efficacia, portando una varietà di prospettive e competenze al tavolo decisionale.
Il ruolo dei commissari europei
I commissari europei ricoprono un ruolo centrale nel funzionamento dell’Unione Europea. Ciascuno dei 27 Stati membri nomina un commissario, per un totale di 27 commissari, compresa la presidente della Commissione. Questi funzionari non rappresentano i loro Paesi di origine, ma piuttosto l’interesse comune dell’Unione Europea nel suo complesso. Ogni commissario è responsabile di un portafoglio specifico, che può riguardare vari settori come l’economia, il commercio, la giustizia, l’ambiente, la salute, l’industria, l’energia, i trasporti, l’istruzione e molti altri.
La Commissione europea, presieduta da Ursula von der Leyen, è l’organo esecutivo dell’UE e ha il compito di proporre e attuare la legislazione europea, gestire il bilancio dell’Unione e garantire il rispetto dei trattati. In questo contesto, i commissari svolgono un ruolo fondamentale nella formulazione delle politiche e delle leggi che influenzano oltre 450 milioni di cittadini europei. Essi lavorano in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione Europea, rappresentando l’interesse collettivo dell’UE.
Ogni commissario è nominato per un mandato di cinque anni e la loro nomina deve essere approvata dal Parlamento europeo. Durante il loro mandato, i commissari devono agire in modo indipendente, senza cercare né accettare istruzioni da nessun governo o organismo esterno. Questo principio di indipendenza è cruciale per garantire che le decisioni della Commissione siano prese nell’interesse dell’UE nel suo complesso e non siano influenzate da interessi nazionali o particolaristici.
Uno degli aspetti fondamentali del lavoro dei commissari è la preparazione e la proposta di nuove leggi europee. Questo processo inizia spesso con una fase di consultazione, durante la quale la Commissione raccoglie input da diverse parti interessate, comprese le istituzioni nazionali, le organizzazioni non governative, le imprese e i cittadini. Una volta elaborata una proposta legislativa, questa viene presentata al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione Europea per l’approvazione. Se approvata, la legge deve poi essere implementata a livello nazionale dagli Stati membri, sotto la supervisione della Commissione.
Oltre a proporre leggi, i commissari sono anche responsabili dell’implementazione delle politiche e dei programmi dell’UE. Questo include la gestione dei fondi europei, come quelli destinati alla coesione regionale, all’innovazione, alla ricerca e sviluppo, all’agricoltura e alla pesca. I commissari devono garantire che questi fondi siano spesi in modo efficace e trasparente, contribuendo agli obiettivi strategici dell’UE.
Inoltre, i commissari svolgono un ruolo chiave nelle relazioni esterne dell’UE. Ad esempio, il commissario per il commercio è responsabile della negoziazione di accordi commerciali con Paesi terzi, mentre il commissario per la politica estera e di sicurezza rappresenta l’UE nelle questioni internazionali e coordina la politica estera degli Stati membri.
I riconfermati
Questa scelta non solo garantisce continuità, ma permette anche di sfruttare l’esperienza e le relazioni consolidate dei commissari con Ursula von der Leyen e il resto della Commissione. Maroš Šefčovič (Slovacchia) e Valdis Dombrovskis (Lettonia), per esempio, sono due figure di stabilità che continueranno il loro lavoro nella Commissione. Šefčovič ha svolto un ruolo chiave nella gestione delle relazioni interistituzionali, mentre Dombrovskis ha contribuito significativamente alla politica economica e monetaria dell’UE. La loro riconferma assicura una certa continuità nelle politiche cruciali per l’Unione.
Anche Dubravka Šuica (Croazia) sembra destinata a essere riconfermata, sebbene il suo governo non l’abbia ancora annunciato ufficialmente. Wopke Hoekstra, commissario olandese entrato in carica in ottobre come sostituto di Frans Timmermans, continuerà probabilmente nel suo ruolo, nonostante il suo partito non faccia parte del governo olandese attuale. Thierry Breton (Francia) e Margaritis Schinas (Grecia) sono altri due commissari la cui riconferma è ancora in discussione. Breton ha gestito il portafoglio del mercato interno e della difesa, mentre Schinas ha avuto il compito di coordinare le politiche relative alla migrazione e alla protezione dello stile di vita europeo.
I nuovi candidati
Tra i nuovi volti che potrebbero entrare a far parte della Commissione, ci sono figure di spicco con competenze significative. La Spagna ha proposto Teresa Ribera, attuale ministra per la Transizione Ecologica, una candidatura forte per un portafoglio relativo all’energia e al clima.
La Svezia ha nominato Jessika Roswall, ministra per l’UE, mentre la Finlandia ha scelto l’eurodeputata Henna Virkkunen. La Slovenia ha indicato Tomaž Vesel, ex presidente della Corte dei Conti, e l’Irlanda ha proposto il ministro delle Finanze Michael McGrath. La Repubblica Ceca ha nominato Jozef Síkela, ministro dell’Industria e Commercio.
Le sfide interne e le dinamiche politiche
Non tutti i Paesi hanno ancora reso noti i loro candidati, e in molti casi le trattative sono ancora in corso. In Lituania, il primo ministro e il presidente sono in disaccordo sul nome da proporre, mentre in Polonia le discussioni avvengono dietro le quinte. Bulgaria e Belgio, ancora impegnati nella formazione di nuovi governi, affrontano ulteriori difficoltà nel designare i loro commissari.
La richiesta di von der Leyen di nominare sia un uomo che una donna ha complicato ulteriormente le trattative, spingendo i governi a cercare soluzioni che rispettino questo criterio di equilibrio di genere.
I candidati italiani
Nel contesto della nomina dei nuovi commissari europei per la Commissione von der Leyen bis, l’Italia si trova a valutare attentamente i propri candidati. Tra i nomi più accreditati spicca quello di Raffaele Fitto, attuale ministro per gli Affari Europei, considerato “il più esperto” tra i potenziali candidati. Fitto, con una lunga carriera politica alle spalle, ha accumulato una profonda conoscenza dei meccanismi istituzionali dell’Unione Europea, rendendolo una scelta naturale e qualificata per il ruolo di commissario. La sua esperienza a Bruxelles, sia come eurodeputato che come ministro, gli conferisce una solida base di competenze e relazioni necessarie per navigare efficacemente tra le “segrete stanze” della politica europea.
La candidata femminile potrebbe essere Elisabetta Belloni, attuale ambasciatrice e diplomatica di lunga data. Belloni vanta un curriculum di rilievo, con una vasta esperienza internazionale e una reputazione consolidata nelle relazioni diplomatiche, che la rendono una valida alternativa a Fitto.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza di questa scelta, ricordando che la decisione finale spetterà al Consiglio dei ministri. Tajani ha enfatizzato la necessità di nominare una persona che non solo possieda una conoscenza approfondita dei processi europei, ma che sia anche capace di rappresentare efficacemente gli interessi italiani a Bruxelles.
Con il termine per le nomine in avvicinamento, la pressione cresce e la Commissione von der Leyen si prepara a una nuova fase che potrebbe definire il futuro politico ed economico dell’Europa. Il momento è decisivo e le prossime settimane saranno cruciali per capire quale volto guiderà l’Unione verso le sfide del futuro.