Più che Grande coalizione, grande imbarazzo: come fare i governi nei Länder dopo il successo di Afd?

Nessuno vuole prendersi la responsabilità di portare Afd al potere in un governo di coalizione. La neonata Bsw possibile ‘kingmaker’
2 settimane fa
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Bjorn Hoecke Ipa Ftg
Il leader di AfD in Turingia Björn Höcke (Gregor Fischer (IPA/Ftg)

Non ci sono state vere soprese in Germania: l’estrema destra ultra-conservatrice, euroscettica e anti-immigrazione di Alternative für Deutschland è il primo partito in Turingia e il secondo in Sassonia, i due Länder tedeschi dove ieri si è votato per il rinnovo dei parlamenti regionali (Landtag). Il 22 settembre sarà la volta di un altro Land orientale, il Brandeburgo.

I risultati hanno confermato i sondaggi, e analisti e osservatori ne parlavano da tempo, ma se non sorpresa c’è comunque lo shock di vedere un partito di estrema destra vincere le elezioni in Germania per la prima volta dai tempi di Hitler, meno di un secolo fa.

Questa vittoria significa che alcune cose sono state sdoganate: richiami al nazismo, posizioni estremiste, razziste e xenofobe, avvertimenti dell’agenzia di intelligence interna del Paese sulla pericolosità del partito per la democrazia tedesca, gli scandali che lo hanno visto protagonista, le enormi manifestazioni di piazza contro, le condanne dei tribunali. Nonostante tutto ciò, e forse anche in sfida a questo allarme democratico, in entrambi i Länder un elettore su tre ha votato Afd, rendendo inequivocabile la sfiducia dilagante nella ex Germania Est verso i partiti istituzionali.

E’ molto indicativo in questo senso un dato emerso dal Leipziger Autoritarismus-Studie, lo studio pluriennale dell’università di Lipsia sull’estremismo in Germania: gli elettori dei due Länder si percepiscono ‘di centro’, e non certo pericolosi radicali.

C’è quindi uno scollamento tra le posizioni di Afd e come si vedono le persone, che andrebbe approfondito. E sicuramente lo deve approfondire e poi correre ai ripari il cancelliere Olaf Scholz, pesantemente sconfitto in questa tornata elettorale che, anche se locale, rischia di tradursi in una prova generale in vista delle elezioni nazionali previste tra appena un anno. Nei sondaggi Afd risulta infatti al secondo posto nel voto federale.

Scholz intanto ha definito il risultato di ieri “amaro” e “preoccupante”, aggiungendo che l’Afd sta “rovinando la Germania, indebolendo l’economia, dividendo la società e rovinando la reputazione del Paese”.

I risultati

Ecco i risultati parziali secondo la televisione tedesca ZDF:

Turingia

Vince Afd con quasi 10 punti in più, mentre i Verdi, che fanno parte della coalizione semaforo di governo (insieme ai social-democratici dell’Spd e ai liberaldemocratici della Fdp), non superano lo sbarramento del 5% previsto per entrare nel Landtag:

• AfD 32,8%
• CDU 23,6%
• SPD 6,1%
• VERDI 3,2%
• BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht ) 15,8%
• LINKE 13,1%

Sassonia

• AfD 30,6%
• CDU 31,9%
• SPD 7,3%
• Verdi 5,1%
• BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht ) 11,8%
• LINKE 4,5%

In generale, in entrambi i Land un elettore su tre ha votato per Afd, mentre la coalizione semaforo di Scholz si è sbriciolata. I Verdi addirittura escono dal Landtag in Turingia e rischiano di replicare il pessimo risultato in Sassonia. In Turingia tracollo anche della Linke del presidente uscente Bodo Ramelow, che ha perso quasi 20 punti.

La neonata BSW possibile ‘kingmaker’

Altro dato importante di queste elezioni, sebbene anche di questo se ne sia parlato ampiamente, è il balzo della formazione populista Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), di estrema sinistra quanto ai temi economici e sociali e di estrema destra quanto a posizioni su clima e immigrazione. Un ibrido nato pochi mesi fa, quando Wagenknecht, ex membro del partito comunista della Germania dell’Est, ha lasciato la sinistra della Linke, e ha raccolto consensi da molte parti. Arrivando terzo sia in Turingia che in Sassonia, Bsw può giocare da probabile kingmaker per la formazione delle future coalizioni di governo.

I motivi dell’ascesa di Afd

Sono molti gli aspetti da prendere in considerazione per cercare di capire come mai moltissimi tedeschi hanno votato un partito aggressivo, divisivo, che fa suoi vecchi slogan nazisti (lo stesso nome è un richiamo non troppo velato all’’Alles für Deutschland’ delle SA, l’organizzazione paramilitare combattente facente capo al partito nazista).

Il primo va cercato nella storica divisione della Germania in Ovest ed Est. I due Länder dove si è votato ieri, come il Brandeburgo che voterà tra poco e dove si prevedono risultati analoghi, facevano parte dell’ex Repubblica Democratica Tedesca (Ddr) e dunque fino al crollo del muro di Berlino erano sotto il controllo comunista.

Con la riunificazione delle due Germanie, la parte orientale, più arretrata, si è sentita ignorata dai partiti istituzionali, in particolare da Cdu e Socialdemocratici (Spd), che hanno sempre governato il Paese. Nonostante l’impegno per una riunificazione equa che portasse benefici diffusi abbia raggiunto ingenti risultati, tali miglioramenti non sono stati percepiti da tutti i cittadini dell’Est, e permangono comunque diseguaglianze che portano i Länder orientali a sentirsi ancora, sempre più, ‘figli di un dio minore’.

E in questa sorta di vuoto, di insoddisfazione, si è inserita Afd con tutta la potenza della retorica e anche di un’adeguata e assidua comunicazione sui social, altro elemento fondamentale per capire l’ascesa del partito di ultra-destra. Forse non è un caso che Afd sia in ascesa tra i giovani: il 37% di sostegno in Turingia tra i 18 e i 24 anni e il 31% in Sassonia nella stessa fascia d’età.

C’è poi l’immigrazione, uno dei fattori chiave per spiegare il risultato, essendo una delle tre principali preoccupazioni degli elettori in Turingia e Sassonia secondo i sondaggi pre-voto (le altre sono criminalità e protezione sociale).

Un tema già caldo reso incandescente dall’attacco terroristico dal 23 agosto, quando nella città di Solingen un richiedente asilo siriano che doveva essere espulso ma che si era reso irreperibile, ha ucciso tre persone e ferite gravemente altre otto a coltellate.

Il fattaccio ha generato una fiammata che ha esacerbato le posizioni sull’immigrazione e il dibattito nazionale, tanto che Scholz ha promesso norme più severe e chiesto all’Europa modifiche alla legislazione sull’immigrazione, oltre a rimpatriare 28 afghani come ‘chiaro segnale’ che i criminali stranieri verranno rispediti a casa.

Non è bastato a far guadagnare voti, a fronte di formazioni politiche che da tempo fanno della durezza e dell’intransigenza in materia il proprio cavallo di battaglia.

Cosa succederà, il rompicapo alleanze

Chiunque voglia stabilità in Turingia deve integrare l’Afd“, ha prontamente detto leader di Afd in Turingia Björn Höcke, in quanto una coalizione senza il suo partito “non sarebbe positiva per lo Stato”. Gli ha fatto eco Tino Chrupalla, leader di Afd nel Bundestag (il Parlamento nazionale tedesco): “Gli elettori vogliono un cambiamento di politica. In Turingia siamo chiaramente in vantaggio di oltre il 10%, il che rappresenta un chiaro mandato di governo, una vera e propria democrazia, di cui gli altri partiti parlano sempre. In Sassonia siamo testa a testa con la Cdu, forse riusciremo a diventare il partito più forte anche qui”.

L’unico punto fermo è che i futuri governi dei due Länder saranno di coalizione, dato che nessun partito ha conquistato la maggioranza assoluta. Perciò Afd, a prescindere dall’exploit, non può governare senza alleati. Alleati che però sarà molto difficile trovare, dato che gli altri partiti, come confermato dai due leader nazionali della Cdu Carsten Linnemann e Friedrich Merz, non intendono collaborare con il partito populista e prendersi la responsabilità di portarlo al potere.

Si tratta del cosiddetto ‘Brandmauer (muro di fuoco)’, edizione in salsa tedesca del ‘cordone sanitario’ già messo in atto in Francia e al Parlamento europeo.

C’è da dire anche che Afd in Turingia, avendo più di un terzo dei seggi, potrà comunque bloccare tutta una serie di decisioni e dunque influenzare la politica massicciamente.

In questo quadro, come accennato prima, Bsw come terza formazione può essere determinante nella creazione di un’alleanza di governo in entrambi i ‘Parlamentini’. Il che per i partiti centristi risulta un po’ un ‘tapparsi il naso’, visto che la forza di Sahra Wagenknecht è comunque populista e lei è un’ex comunista.

In tutto ciò, chi può fregarsi le mani è Putin, molto interessato alla piega che prenderanno gli eventi: sia Afd che Bsw hanno posizioni filorusse e vogliono fermare l’invio di armi all’Ucraina da parte della Germania.

Intanto, il ministro presidente per la Sassonia, Michael Kretschmer (Cdu), ha detto che il suo partito è pronto a governare: “Abbiamo tenuto insieme questa coalizione, abbiamo tenuto insieme questo governo, abbiamo portato stabilità a questo Stato e siamo pronti, con questo risultato, ad assumerci di nuovo la responsabilità”.

Certamente Afd non intende rinunciare a nessun ruolo e a nessuna possibilità: “In quanto forza più forte, siamo naturalmente incaricati, secondo la consuetudine parlamentare, di fare le offerte appropriate. Resta da vedere se la politica consolidata e le altre forze continueranno con i loro concetti fallimentari o se saranno disposti a confrontarsi con noi”, ha dichiarato a Euronews Stefan Möller, portavoce di Afd in Turingia.

“Negli ultimi anni nel Parlamento della Turingia abbiamo ripetutamente dimostrato di essere una forza costruttiva, disposta a collaborare e persino a sostenere le mozioni di altre fazioni. E continueremo a farlo. Accettiamo umilmente questo risultato, consapevoli della grande fiducia che i cittadini della Turingia hanno riposto in noi. Per questo motivo, la prossima settimana terremo una riunione del Consiglio di Stato e poi inviteremo altri a colloqui esplorativi”, ha detto ad Euronwes l’eurodeputato dell’Afd Rene Aust.