Le borse asiatiche chiudono la settimana con cautela mentre gli investitori valutano la telefonata tra Donald Trump e Xi Jinping, durata 90 minuti e incentrata quasi interamente sul commercio. L’India registra un lieve rialzo dei mercati dopo un inatteso taglio dei tassi da parte della Banca centrale, mentre gli analisti avvertono che, nonostante la telefonata tra i leader delle due superpotenze, le tensioni economiche tra Cina e Stati Uniti potrebbero ancora intensificarsi. Nel lungo termine, Pechino continuerà a spingere per una maggiore indipendenza economica, ma la sua propensione alla sovrapproduzione potrebbe alimentare una spirale deflazionistica.
Parallelamente, Xi Jinping sta ridefinendo la diplomazia globale con un approccio pragmatico basato su commercio e dialogo. Dopo essersi rivolto alla Francia per migliorare i rapporti con l’Ue, ha cercato l’intesa con Trump sugli scambi commerciali e ora punta a un riavvicinamento con il Canada, con cui discute di cooperazione economica e della crisi del fentanyl.
Nel frattempo, l’Europa si trova tra le pressioni statunitensi e la sovrapproduzione asiatica, con il rischio che le tensioni economiche tra Washington e Pechino possano destabilizzare il mercato globale.
Ma andiamo con ordine.
Il braccio di ferro con gli Stati Uniti
Uno dei punti critici del panorama internazionale geopolitico rimane il rapporto tra Cina e Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha imposto misure restrittive che hanno colpito non solo il settore accademico – come la sospensione temporanea dell’ingresso di studenti stranieri (soprattutto cinesi) a Harvard – ma anche il commercio, con il nuovo travel ban e barriere tariffarie sui prodotti del Dragone. Xi Jinping ha perciò “alzato la cornetta” del telefono e durante il colloquio con Trump ha ribadito che il dialogo e la cooperazione restano “l’unica scelta corretta”, esortando la Casa Bianca a revocare le misure ostili contro Pechino.
In tema di commercio, nello specifico, il presidente cinese ha sottolineato l’importanza degli accordi economici raggiunti nei recenti colloqui di Ginevra con le rispettive diplomazie, affermando che la Cina ha rispettato i patti e che Washington dovrebbe riconoscerlo, evitando ulteriori restrizioni sulle terre rare, cruciali per il settore automobilistico e tecnologico.
“Non ci dovrebbe essere più nessun problema rispetto alla complessità dei prodotti delle terre rare”, ha scritto il tycoon sul suo social Truth, dopo aver parlato di “una buona telefonata” e di “una conclusione molto positiva per entrambi i Paesi”, suggerendo quindi che si sia raggiunta una sorta di reciproca intesa sulla questione, senza però fornire dettagli.
L’Europa tra pressioni americane e sovrapproduzione asiatica
Non solo gli Stati Uniti: la Cina sta intensificando i suoi sforzi diplomatici anche con l’Unione Europea. Wang Wentao, ministro del Commercio cinese, ha chiesto alla Francia di facilitare il dialogo tra Pechino e Bruxelles per risolvere le divergenze economiche.
Durante un incontro a Parigi con il ministro del Commercio francese Laurent Saint-Martin, Wang ha sottolineato l’importanza di una “consultazione paritaria” per superare le tensioni e ha invitato la Francia a fare pressione sulla Commissione europea per favorire la cooperazione.
Tuttavia, le divergenze commerciali tra Cina e Ue sono tornate alla ribalta con l’imposizione di restrizioni europee sull’approvvigionamento di dispositivi medici cinesi. Pechino ha denunciato la mossa come protezionistica e ha promesso di difendere i propri interessi sul mercato globale.
Inoltre, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha messo in guardia sugli effetti di un eventuale innalzamento dei dazi americani sui prodotti cinesi: la sovrapproduzione asiatica potrebbe riversarsi sul mercato europeo, generando squilibri economici difficili da gestire.
Così, mentre l’Unione europea cerca di mantenere un equilibrio tra Washington e Pechino, Xi Jinping ha manifestato l’intenzione di rafforzare il dialogo con il blocco dei 27, puntando su una cooperazione diplomatica e commerciale che possa attenuare l’incertezza comune causata dalle tensioni con gli Usa.
Il riavvicinamento con il Canada
Anche con il Canada, Xi Jinping sta ridefinendo la sua strategia diplomatica. Dopo anni di rapporti difficili con Pechino, il premier canadese Mark Carney ha avviato un riavvicinamento con la Cina, con un colloquio diretto con il premier Li Qiang. Uno dei punti chiave della discussione è stata la crisi del fentanyl, un problema che riguarda entrambi i Paesi e che potrebbe essere affrontato attraverso una cooperazione bilaterale.
Li Qiang ha espresso la volontà della Cina di rafforzare i rapporti con Ottawa, superando le difficoltà del passato e promuovendo una collaborazione economica più stabile, in linea con il principio del libero commercio e del multilateralismo.
Attraverso una strategia che combina pragmatismo e fermezza, Xi Jinping sta cercando di ridefinire le regole della diplomazia internazionale, rafforzando i rapporti con partner chiave e mantenendo il dialogo aperto con Washington. La Cina si pone sempre più come ago della bilancia nella geopolitica mondiale, influenzando non solo le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti, ma anche quelle con l’Unione europea e il Canada.
I prossimi mesi saranno cruciali per comprendere se questa nuova strategia diplomatica riuscirà a stabilizzare i rapporti globali o se le tensioni economiche e politiche continueranno a generare incertezze.