Chat control, la Germania dice ‘no’: “Controllare i messaggi non è accettabile”

Senza il sostegno di Berlino, viene meno la maggioranza per approvare in sede di Consiglio Ue il regolamento che prevede una scansione preventiva dei messaggi privati in cerca di attività pedopornografiche
4 ore fa
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Chat telefono

La Germania non sosterrà il Chat Control, la controversa normativa che punta a colpire la pedofilia introducendo un ‘controllo’ giudicato da molte parti eccessivo fino ad essere pervasivo. Questo significa che non c’è la maggioranza necessaria per l’approvazione (almeno il 55% dei Paesi membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Unione) nel Consiglio Ue, dove è prevista una votazione il prossimo 14 ottobre. Dunque il provvedimento, così com’è, è destinato al capolinea.

“Nemmeno i crimini peggiori giustificano la rinuncia ai diritti civili fondamentali”

Il motivo del ‘no’ è stato sintetizzato da Jens Spahn, presidente dell’unione conservatrice Cdu/Csu nel Bundestag, su Bluesky: “Sarebbe come aprire tutte le lettere come misura precauzionale per vedere se c’è qualcosa di illegale in esse. Questo non è accettabile, e non lo permetteremo”.

Sulla stessa linea Stefanie Hubig, ministra federale della giustizia e della tutela dei consumatori: “Il monitoraggio ingiustificato delle chat deve essere un tabù in uno Stato di diritto. La comunicazione privata non deve mai essere soggetta a sospetti generalizzati. Né lo Stato deve obbligare a scansionare in massa i messaggi alla ricerca di contenuti sospetti prima di inviarli. La Germania non accetterà tali proposte a livello Ue (…). Nemmeno i crimini peggiori giustificano la rinuncia ai diritti civili fondamentali”.

Il regolamento 2022/0155 dell’Unione Europea sul contrasto della diffusione di materiale pedopornografico online (Csar, ‘Regulation to Prevent and Combat Child Sexual Abuse’) prevede in estrema sintesi che venga effettuato una sorta di ‘screening’ di massa dei messaggi audio, foto o video prima ancora che vengano inviati, alla ricerca di indizi che segnalino un’eventuale attività connessa alla pedopornografia.

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La presa di posizione della Germania è stata salutata come una vittoria dei cittadini e una dimostrazione che le proteste funzionano. Nelle ultime settimane, infatti, l’ostilità e le proteste dell’opinione pubblica si sono fatte sempre più rumorose. Domani, 9 ottobre, è previsto un dibattito in seno al Bundestag, su richiesta del gruppo parlamentare di estrema destra Alternative für Deutschland.

Chi è a favore, chi è contro

Secondo i dati di fightchatcontrol.eu, attualmente i Paesi europei sono così divisi sulla questione:

contrari: Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia;
favorevoli: Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Francia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Malta, Portogallo, Romania, Spagna;
indecisi: Belgio, Grecia, Italia, Lettonia, Slovacchia, Svezia (e Germania fino a ieri).

L’alternativa dell’Europarlamento

L’eurodeputato Patrick Breyer ha festeggiato la posizione tedesca: “Questa è una straordinaria vittoria per la libertà e dimostra che la protesta funziona! Senza l’instancabile resistenza di cittadini, scienziati e organizzazioni, i governi dell’Ue avrebbero approvato una legge totalitaria sulla sorveglianza di massa la prossima settimana, decretando la fine della privacy digitale). E ha fatto presente che per combattere la pedopornografia ci sono alternative al ‘Chat Control’: “La Commissione (…) dovrebbe abbracciare l’alternativa del Parlamento europeo, che offre un’efficace protezione dei minori senza sorveglianza di massa: app più sicure attraverso “Security by Design”, compensazione proattiva dei contenuti illegali online e rapidi obblighi di rimozione”.