Le azioni di Wall Street hanno subito il calo più netto degli ultimi due anni. Il crollo è avvenuto a causa dei segni di rallentamento dell’economia americana. Questo ha rafforzato i timori che la più grande economia del mondo stia perdendo bruscamente potere e che la Federal Reserve potrebbe aver atteso troppo a lungo per tagliare i tassi di interesse.
E mentre ciò accadeva, la Banca Centrale Europea ha denunciato come l’andamento dei prezzi del gas naturale stia impattando sempre più sull’inflazione della zona euro. Ma cosa sta accadendo?
Borsa di Wall Street in caduta libera
L’S&P 500 è sceso del 3%, registrando il suo giorno peggiore da settembre 2022. L’S&P 500, abbreviazione di Standard & Poor’s 500, è uno degli indici azionari più seguiti al mondo. Rappresenta la performance delle 500 più grandi società quotate in borsa negli Stati Uniti. Questo indice è considerato un indicatore chiave della salute economica e della performance complessiva del mercato azionario statunitense e il crollo del mercato ha portato l’indice a una discesa dell’8,5% rispetto al picco storico di luglio, sebbene rimanga in rialzo dell’8,7% nel 2024 in generale.
Rischio recessione?
A gravare su questo scenario c’è il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti pubblicato venerdì. Questo rapporto ha mostrato un rallentamento significativo nelle assunzioni e un aumento della disoccupazione al livello più alto degli ultimi tre anni. Le prime sono risultate significativamente più lente rispetto alle aspettative. Ciò significa che le aziende hanno creato meno posti di lavoro rispetto ai mesi precedenti. E il tasso di disoccupazione è aumentato, minacciando un indebolimento dell’economia.
La reazione di Donald Trump
Utilizzando il suo social network, Donald Trump ha definito questo crollo dei mercati azionari un “Kamala Crash” sostenendo che le politiche dei democratici hanno causato la “grande depressione” del 2024. Il riferimento è alla Grande depressione degli anni Venti, tra le più note e gravi crisi economiche e finanziarie che sconvolsero l’economia mondiale.
Ricadute sul contesto globale
Quanto accaduto in America ha avuto ripercussioni in tutto il Mondo. Il FTSE 100 britannico (acronimo di Financial Times Stock Exchange 100 Index) è un indice di borsa delle 100 maggiori società per capitalizzazione di mercato quotate alla Borsa di Londra ed è sceso di poco più del 2%, il peggior giorno da luglio 2023. Lo stesso sta accadendo allo FTSE 250 che ha chiuso in calo del 2,8%. La scorsa settimana, la Banca d’Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse per la prima volta in più di quattro anni, sebbene abbia avvertito che futuri tagli arriveranno progressivamente.
Il “misuratore della paura” di Wall Street, l’indice di volatilità (VIX) dei mercati, è salito lunedì, raggiungendo il livello più alto dall’inizio della pandemia, segnalando un aumento delle preoccupazioni tra gli investitori.
Prezzo del gas e inflazione in Ue
La giornata di ieri, lunedì 5 agosto, non è stata “nera” solo per Wall Street. La Banca Centrale Europea, infatti, ha pubblicato una ricerca sugli shock sui prezzi del gas naturale che stanno avendo un impatto sempre più rilevante sull’inflazione della zona euro.
I prezzi del gas naturale sono schizzati alle stelle all’inizio della guerra in Ucraina, nel 2022, contribuendo a spingere l’inflazione della zona euro oltre il 10% nell’autunno di quell’anno e avviando il ciclo di aumento dei tassi di interesse più marcato della BCE fino ad oggi.
Come riporta Reuters, secondo gli economisti del Banco de España e della BCE che hanno redatto il documento, gli shock sui prezzi del gas hanno un impatto sull’inflazione complessiva inferiore di circa un terzo rispetto agli shock sui prezzi del petrolio. I due non sono più collegati con la liberalizzazione del mercato.
Il gas influisce ancora di più sui costi di produzione causando effetti inflazionistici più indiretti, mentre il petrolio influenzerebbe maggiormente il prezzo diretto dei beni di consumo. Gli autori dello studio stimano che un aumento del 10% del prezzo del gas possa contribuire a un incremento di circa 0,1 punti percentuali nell’inflazione, con effetti persistenti per oltre un anno.
I risultati della ricerca della BCE suggeriscono che le variazioni improvvise dei prezzi del gas incideranno maggiormente sull’inflazione della Germania, della Spagna e dell’Italia: i paesi che utilizzano il gas in misura più elevata nella produzione o nella generazione di energia.