Continua a crescere l’ondata di attività ibride e atti di sabotaggio a danno del fronte orientale dell’Unione europea. Un fronte cruciale per l’Ucraina e gli aiuti da destinare al Paese e un fronte che necessiterà sempre più di strategie di difesa europee mirate. Ad alzare l’asticella dell’attenzione sono i recenti incidenti, uno in Polonia e uno in Romania, che riaccendono i riflettori sulla vulnerabilità delle infrastrutture critiche europee e sulle capacità dell’intelligence russa.
Bomba sui binari in Polonia
La tensione degli ultimi giorni è salita quando una bomba è esplosa lungo la linea ferroviaria Varsavia-Lublino, nei pressi del villaggio di Mika, in Polonia. È stato il primo ministro polacco, Donald Tusk, a confermare l’episodio sui social media, definendolo un atto di sabotaggio senza precedenti che minaccia la sicurezza dello Stato polacco e dei suoi cittadini. Tusk ha aggiunto che l’ordigno ha distrutto i binari ferroviari e che le autorità, inclusi i servizi di sicurezza e la procura, sono immediatamente intervenute. Si sospetta che l’obiettivo potenziale fosse far saltare in aria un treno.
La tratta ferroviaria colpita riveste un’importanza fondamentale poiché la Polonia, condividendo 535 chilometri di confine con l’Ucraina, funge da snodo cruciale per la fornitura di assistenza militare alleata a Kiev. Un macchinista aveva precedentemente segnalato danni alla linea, e le autorità polacche stanno ispezionando un altro tratto danneggiato.
Il coinvolgimento dei servizi russi
Varsavia ha da tempo lanciato l’allarme riguardo all’incremento di casi di spionaggio e sabotaggio collegati ai servizi segreti russi o bielorussi, attribuendo questa escalation alla solidarietà polacca dimostrata all’Ucraina. Dopo l’esplosione, Tusk ha denunciato un’escalation delle attività di intelligence russe contro il Paese. Secondo il premier, due cittadini ucraini, noti per collaborare con i servizi russi, sono stati identificati come i presunti responsabili dell’atto di sabotaggio. Questi due individui, la cui identità è nota alle autorità, sono poi fuggiti e si sono rifugiati in Bielorussia.
Gli obiettivi di Mosca, secondo l’analisi di Tusk, non si limitano al danno diretto all’infrastruttura, ma mirano a conseguenze più ampie a livello politico e sociale. Mosca cercherebbe di creare disorganizzazione, panico, incertezza e, in particolare, l’incitamento a sentimenti anti-ucraini radicali in un Paese che ospita oltre un milione di rifugiati ucraini.
L’allarme si estende in Romania e Slovenia
Le minacce, però, non si limitano alla Polonia. La sicurezza dell’Europa orientale è stata recentemente compromessa anche sul Mar Nero. Le autorità romene hanno dovuto disporre l’evacuazione di due villaggi (Plauru e Ceatalchioi), in Romania, coinvolgendo centinaia di persone, a causa di un attacco di droni russi nel sud dell’Ucraina. L’obiettivo era una nave che trasportava gas naturale liquefatto. La decisione è stata presa in via precauzionale data la vicinanza della nave al territorio romeno e la natura del suo carico, stimando un potenziale raggio d’impatto esplosivo fino a cinque chilometri.
Un altro incidente sospetto è stato segnalato in Slovenia. Vicino alla città di Celje, un treno notturno è entrato in collisione con oggetti deliberatamente collocati sui binari. Le Ferrovie slovene hanno riferito che questo caso non è isolato, ma fa parte di una serie di incidenti simili affrontati negli ultimi mesi.
The threats to our security are real and growing.
Europe must urgently boost capacity to protect our skies and our infrastructure.
Poland is the largest defence spender in Europe. And it will be the biggest beneficiary of the SAFE instrument.
Razem jesteśmy silniejsi. https://t.co/bzHulLpnys
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 17, 2025
La risposta dell’Unione europea
Di fronte a questa minaccia ibrida crescente, l’Unione Europea ha reagito con preoccupazione. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito che “le minacce alla nostra sicurezza sono reali e in crescita”. Von der Leyen ha sollecitato l’Europa ad aumentare con urgenza la capacità di proteggere le proprie infrastrutture e i propri cieli. La Polonia, in questo contesto, emerge come un attore centrale, essendo il maggiore contributore alla spesa per la difesa in Europa e destinata a essere la principale beneficiaria dello strumento Safe, un fondo da 150 miliardi di euro destinato a investimenti nell’industria della difesa europea.
In sintesi, gli atti di sabotaggio e le azioni dei servizi russi stanno “guadagnando slancio in tutta Europa”, e la necessità di mantenere il riserbo sulle indagini in corso è prioritaria per evitare che i servizi di intelligence russi ottengano informazioni sulla direzione delle indagini. Questo susseguirsi di attacchi mirati – dai binari ferroviari cruciali per gli aiuti agli attacchi con droni su navi che trasportano carichi pericolosi – illustra come l’infrastruttura europea sia diventata il nuovo campo di battaglia per la guerra ibrida.
