Il futuro finanziario dell’Unione europea è appeso a un filo. Ad avere il coltello dalla parte del manico è il Parlamento europeo che si è detto pronto ad affossare la proposta del prossimo bilancio a lungo termine – il cosiddetto Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) 2028-2034 – se non saranno accontentate determinate richieste.
I partiti di maggioranza dell’Europarlamento hanno lanciato una seria minaccia: se la proposta della Commissione non subirà modifiche sostanziali, in particolare sul fronte della Politica agricola comune (Pac) e della politica di coesione, il bilancio sarà respinto.
Today I had a constructive meeting with @EP_President and @Statsmin to discuss the MFF.
We have clarified and strengthened our objectives in 3 key areas:
Securing the role of the regions, reinforcing the identity of the Common Agricultural Policy and enhancing governance.
We…
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 10, 2025
Vertice d’emergenza per allentare la tensione
Per tentare di superare l’impasse, oggi lunedì 10 novembre, si è tenuto un incontro di alto livello tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e la presidenza danese del Consiglio, rappresentata dalla prima ministra Mette Fredriksen.
Von der Leyen ha definito l’incontro “costruttivo”. Secondo quanto riferito via social, la discussione è stata positiva e ha permesso di chiarire e rafforzare gli obiettivi su tre elementi chiave: il futuro ruolo delle autorità regionali, la tutela dell’identità della Politica Agricola Comune e, non da ultimo, la gestione (o governance) del bilancio, che include il ruolo del Parlamento.
Metsola, dal canto suo, ha riconosciuto che le proposte attuali sono un “buon passo avanti”, il dibattito si sposterà ora in aula mercoledì 12 novembre. La presidente von der Leyen sostiene che il quadro di bilancio attuale è stato concepito per un “mondo che non esiste più”, e che il prossimo ciclo finanziario deve essere ripensato per ottenere il massimo impatto dalle spese Ue sfruttando tutte le sinergie possibili.
Good meeting with Presidents @vonderleyen and @Statsmin on upcoming MFF.
On behalf of @Europarl_EN, I communicated our concerns and we had a constructive discussion on the @EU_Commission proposals on the role of regional authorities, the Common Agricultural Policy, and…
— Roberta Metsola (@EP_President) November 10, 2025
La mossa radicale di Bruxelles
Il pomo della discordia risiede nel modo radicale in cui la Commissione intende stravolgere l’applicazione delle principali politiche europee sui territori. La novità più rilevante è un cambio completo nella filosofia di distribuzione dei finanziamenti: i fondi Ue non saranno più erogati, come è sempre avvenuto, in base alle spese effettivamente sostenute, ma i Paesi membri riceveranno i fondi solamente in funzione dei risultati raggiunti sugli obiettivi di riforma che avranno concordato con Bruxelles.
Parallelamente, la Commissione propone di accorpare una vasta gamma di politiche in un unico contenitore nazionale: il Piano di Partenariato Nazionale e Regionale. In questo piano, che ogni Stato membro gestirà, dovrebbero confluire i fondi destinati alla politica di coesione, alla Pac (agricoltura), alla pesca, alle politiche sociali, e persino quelli per la migrazione, la sicurezza interna e la gestione delle frontiere.
Le obiezioni del Parlamento: difendere regioni e autonomia
Con una lettera indirizzata alla presidente Ursula von der Leyen, lo scorso 30 ottobre, i quattro gruppi politici hanno ufficialmente respinto la proposta. I rappresentanti Manfred Weber (Partito popolare europeo), Iratxe García Pérez (Socialisti e democratici europei), Valérie Hayer (Renew Europe) e Terry Reintke (Verdi) hanno chiesto un emendamento profondo della proposta. I loro timori principali sono:
- Il Parlamento teme che l’accorpamento dei fondi possa accentrare eccessivamente la gestione a livello nazionale, riducendo l’influenza europea e il potere delle Regioni.
- Viene richiesto che le politiche fondamentali dell’Ue – coesione, agricoltura, pesca e politiche sociali – mantengano la propria indipendenza, ognuna con il proprio bilancio e regole distinte.
- È essenziale proteggere il ruolo delle autorità regionali e locali, che devono rimanere attori cruciali nella pianificazione e nell’attuazione concreta della politica di coesione.
- Il Parlamento chiede di rafforzare in modo significativo la propria capacità di controllo, sia nell’approvare i piani presentati dagli Stati membri, sia nell’orientamento generale del processo di bilancio annuale.
Ufficialmente, i governi nazionali hanno esortato il Parlamento a ritirare le minacce di bloccare i negoziati sul nuovo quadro finanziario, sostenendo che il ruolo del Parlamento è secondario rispetto a quello che invece spetta loro. Il dibattito cruciale è fissato per il pomeriggio di mercoledì 12 novembre.
