Ballottaggio Romania, per gli exit poll Nicușor Dan è il nuovo presidente

Attesa per i risultati definitivi, mentre il voto della diaspora potrebbe decidere l'esito finale. Per Simion, è lui ad aver vinto
4 ore fa
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Nicosur Dan al seggio Ballottaggio Romania
Nicosur Dan al seggio (Afp)

Secondo gli exit poll, sarebbe il centrista ed europeista Nicușor Dan ad aver vinto le elezioni in Romania, con un distacco di 10 punti rispetto al suo sfidante George Simion, leader del partito di estrema destra Alleanza per la salvezza dei romeni (Aur). La Bbc riporta il primo exit poll realizzato da Avangarde per Tvr1 che dà il sindaco di Bucarest in testa con il 54,9% dei voti, mentre Simion sarebbe al 45,1%. Tuttavia altri exit poll posizionano i due sfidanti al 50 e 50, e Reuters parla di un 30% circa di schede scrutinate con Simion in vantaggio.

Al momento c’è dunque molta incertezza, anche perché il risultato dei voti della diaspora romena potrebbero arrivare lunedì mattina, 19 maggio. E potrebbero essere l’ago della bilancia.

Fondamentale il ruolo della diaspora

Nel corso della diretta che Adnkronos Eurofocus ha dedicato al voto, organizzata in collaborazione con l’Ambasciata di Romania, l’importanza della diaspora è stata sottolineata da diversi commentatori. La corrispondente di Tvr Romania in Italia, Anca Mihai, ha evidenziato un dato contraddittorio, e cioè che al primo turno i voti della comunità estera sono andati soprattutto a Simion: “I romeni sono chiamati a prendere posizione rispetto all’Unione Europea. Ciò che sconvolge tutti noi è che la diaspora, i romeni che vivono in tutta Europa, so è schierata con il candidato che promette l’uscita dall’Europa, George Simion. È un paradosso che anche noi giornalisti cerchiamo di capire”.

Gli exit poll danno ora un risultato diverso, ma sono da confermare. Quello che è certo è che l’affluenza è cresciuta a livelli quasi record, sia in patria che all’estero, e questo è un elemento favorevole a Dan. “Solo in Italia siamo 100mila elettori in più rispetto al primo turno, che erano 150mila”, ha affermato Mihai. La giornalista ha aggiunto: “Il divario che c’è stato al primo turno tra i due candidati è stato colmato da persone che non avevano mai votato in vita loro“. Si tratta di “un voto contro l’uno o l’altro, non a favore. Anche ai seggi l’atmosfera non era neutra, si capiva già dall’abbigliamento che voto stavano per dare”, ha concluso.

Sorina Cristina Soare, professoressa associata di Scienza Politica presso l’Università di Firenze, ha ricordato che nel 2009 il candidato in vantaggio è stato ribaltato dai voti della diaspora. Inoltre, secondo la legge romena, se ci sono elettori in coda si può votare ancora, fino alle 23.59. E a Bucarest ad esempio molte persone hanno dovuto mettersi in fila. Dunque “occorre essere cauti”.

Decisiva l’affluenza

In patria o all’estero, c’è stata una vera mobilitazione. I primi dati parlano del 65% di votanti: 11,5 milioni, almeno 2 milioni in più in Romania e il 70% in più nella diaspora. In Italia avrebbero votato 267mila, è il dato più alto all’estero. Altro dato rilevante è che la partecipazione sembra essere stata molto forte tra i giovani, tra i quali emerge la paura di trovarsi a vivere la mancanza di libertà che hanno vissuto i loro genitori.

Per Radu Magdin, analista di Smartlink Communications, un elemento importante di questa sfida elettorale è la personalità dei due candidati: “Simion ha fatto molti errori nell’ultima settimana e molti si sono mobilitati per andare al voto per la partita europea”. Inoltre, “Simion parlava di rispetto ma non è stato rispettoso”.

Sulla stessa linea Mihai: “Simion è teatrale anche nei gesti, Dan è gentile, e questo conquista chi si sente rappresentato da chi non urla”.

I primi commenti di Dan e Simion

I romeni vogliono il dialogo, non l’odio“. Così Dan ha commentato la diffusione dei primi exit poll che indicano la sua vittoria al secondo turno delle presidenziali. Il sindaco di Bucarest ha anche lodato “l’impressionante forza” della società romena, come riporta il Guardian. 

Simion invece ha subito contestato l’affidabilità degli exit poll e su X ha dichiarato: “Io sono il nuovo presidente e restituisco il potere ai romeni”. Il leader nazionalista ha infatti affermato che le sue stime gli danno almeno 400mila voti in più rispetto al suo sfidante. 

D’altronde già in giornata il leader di Aur aveva scritto su facebook che “alle 21 (ora locale, ndr) verrà dato un risultato non corrispondente al vero”.

Parole che aprono panorami preoccupanti se verrà confermata la vittoria di Dan.

I due scenari

Ma quali sono gli scenari possibili, in attesa che arrivi una risposta definitiva sull’esito del voto, che, ricordiamo, è la ripetizione del voto di novembre, annullato dalla Corte Costituzionale romena per irregolarità del voto e sospette interferenze russe – peraltro tirate in ballo anche in queste ore?

Quello che è certo è che comunque vada vincerà un candidato che non ha una maggioranza, perciò, dato che non si prevede di tornare al voto (le legislative si sono tenute a dicembre), entrambi dovranno in qualche modo coagulare una maggioranza.

E sarebbe complicato anche per Dan, come ha evidenziato Soare: “Si troverà in difficoltà perché, ad eccezione del partito Unione Salvate la Romania, che aveva fondato, dovrà cercare supporto. Sicuramente lo avrà dalla minoranza magiara. I liberali possono sostenerlo, il partito socialdemocratico non si sa, sconfitto alle urne ma delegittimato da scandali e corruzione. E’ diviso, non sa che via prendere, nella prima fase potrebbe appoggiare un governo di minoranza”.

In ogni caso, la presenza al ballottaggio di due candidati estranei all’establishment manda un segnale forte ai partiti tradizionali, che scontano la crescente sfiducia dei cittadini, delusi dalla diffusa corruzione e dalle mancate promesse di benessere.

Francesco Guida, professore emerito di Storia dell’Europa Centro-Orientale dell’Università Roma Tre, ha spiegato durante la diretta: “Se vince Dan, filoeuropeista, a Bruxelles tireranno un sospiro di sollievo. In ‘casa’ ci saranno due questioni: dare stabilità a favore dell’economia, e trovare il modo di collaborare tra le istituzioni  – i modi ci sono. Se vince Simion, ci si inserisce in una dinamica già avviata per cui in ottica di governo e in ottica europea (il leader di Aur, ndr) si sta rendendo più ‘presentabile’“.

Infine, ha sottolineato Mihai: “In ogni caso sarà una vittoria sofferta e ci sono molte cose da sistemare. Quello che mi preoccupa è il mantenimento delle promesse elettorali. I romeni non aspettano, possono scendere in campo anche a metà mandato. I cittadini, anche all’estero, si aspettano qualcosa”.

Insomma, ha concluso Guida, “per nessuno dei due sarà facile”.