Auto Ue, Urso: “Nove Paesi con noi” sulla revisione del regolamento

Il ministro delle Imprese rilancia il suo piano al Consiglio per la Competitività Ue, ma Bruxelles lo ha già respinto
2 mesi fa
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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

Se ne è parlato tanto, ora l’appuntamento è arrivato. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha portato a Bruxelles la proposta di anticipare la revisione del regolamento auto, nonostante la Commissione abbia già dichiarato che, al momento, il termine resta fissato al 2026.

A margine del Consiglio sulla Competitività Ue, Urso ha spiegato che l’Italia non è la sola ad avanzare la proposta.

Cosa ha detto il ministro Urso

“Una decina di Paesi Ue, inclusa l’Italia, sono d’accordo nel chiedere alla Commissione Europea di anticipare la revisione, prevista per il 2026, del regolamento sulle emissioni inquinanti dei veicoli”, ha spiegato il ministro delle Imprese al termine del Consiglio Competitività a Bruxelles.

L’Italia si conferma il Paese promotore dell’istanza, come si evince dalle parole di Urso: “Per quanto riguarda la nostra proposta alcuni si sono già espressi già in sede di Consiglio e altri in bilaterali che ho avuto: mi riferisco in modo specifico a Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia, Repubblica Ceca. E ho parlato anche con Spagna e Germania. Penso – ha aggiunto il ministro – che ci sia una sufficiente maggioranza di Paesi che si predispone a chiedere, con il rapporto che stiamo preparando, che ci sia un anticipo della clausola di revisione, prevista per la fine del 2026, affinché si possa decidere prima, in un tempo congruo e noi proporremo la prima metà del 2025, su quello che è necessario fare, insieme, per raggiungere i target che ci siamo prefissi, al 2035 e al 2050”.

I Paesi che ha citato Urso, anche includendo l’Italia, tecnicamente non bastano per avere la maggioranza qualificata in Consiglio, ma è indubbio che costituiscano un blocco importante soprattutto a fronte della crisi che sta vivendo il settore automobilistico in Ue.

Per approfondire la proposta italiana: “La transizione green minaccia il settore auto, l’Italia proporrà un Fondo europeo

Palmisano (M5S) replica: “Italia isolata”

Di tutt’altro tenore l’intervento di Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle secondo cui l’Italia “è ancora una volta isolata in Europa”.

Per Palmisano, “Spagna, Germania, Francia, Polonia, Svezia, tutti i principali Paesi europei hanno cestinato la proposta di Urso di anticipare la revisione delle norme Ue sulle automobili al 2025 con l’obiettivo di cancellare lo stop al motore endotermico dal 2035”.
Stando alle sue dichiarazioni sarebbero solo cinque i Paesi che hanno sostenuto al Consiglio Ue Competitività la proposta dell’Italia di anticipare la revisione del regolamento auto.

La risposta dell’Ue

Già ieri, alla vigilia del Consiglio Competitività, il portavoce per l’Azione per il clima e l’energia della Commissione europea Tim McPhie aveva rispedito al mittente la proposta italiana: Il 2026 è la data della clausola di revisione fissata nella legislazione Ue e penso che sia il momento appropriato, per ora”. 

Una rifiuto che sembra derivare dai tempi più che dalla sostanza: ““Abbiamo adottato la legislazione sull’obiettivo 2035 per i veicoli a zero emissioni poco più di un anno fa. Questa legislazione include una revisione finale, che avrà luogo nel 2026, per dare alla legislazione il tempo di assestarsi, per così dire, per vedere lo stato del mercato, e quindi rivedere tutti gli strumenti necessari per garantire che raggiungiamo questi obiettivi entro il 2035″, ha aggiunto McPhie.

Non è escluso che l’Ue riveda il termine del 2035. Anzi, questa resta l’ipotesi più plausibile secondo alcune indiscrezioni. Bisogna ricordare che la revisione del regolamento non richiederebbe un semplice emendamento: per modificare un provvedimento già approvato dal Consiglio e dal Parlamento europei serve iniziare un nuovo iter. È lo stesso portavoce a fare chiarezza sul punto: “La Commissione ha il diritto di iniziativa legislativa; teoricamente parlando, modificare qualsiasi atto legislativo deve essere deciso con i co-legislatori”, ovvero Parlamento e Consiglio.

Per approfondire: Bruxelles respinge la proposta dell’Italia (e condanna l’industria automobilistica?): solo nel 2026 si deciderà sui motori termici