Austria, cordone sanitario confermato: l’estrema destra resta fuori dal governo

Dopo mesi di caos, Övp, Spö e Neos trovano l’accordo, mentre Fpö rimane escluso: cosa cambia per il Paese?
3 giorni fa
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Stocker Christian Austria
Christian Stocker (Afp)

L’Austria ha un nuovo governo. Venerdì scorso i tre partiti moderati – Partito Popolare Austriaco (Övp), Partito Socialdemocratico (Spö) e liberali di Neos – hanno trovato un accordo, a 151 giorni dalle elezioni nazionali e dopo due tentativi falliti. Escluso dunque il Freiheitliche Partei Österreichs (Partito della Libertà d’Austria – Fpö) di Herbert Kickl, che aveva vinto le elezioni di fine settembre.

Il percorso accidentato verso l’accordo a tre

Che non sarebbe stato facile formare un nuovo esecutivo si era capito subito, dato che il voto era stato vinto proprio da Fpö con il 29,2% dei voti. Una vittoria storica per il partito – formazione di estrema destra fondata nel 1956 da un funzionario delle SS – ma non sufficiente per governare. Occorreva formare una coalizione e in prima battuta ci avevano provato popolari, socialdemocratici e Neos, che avevano subito escluso un accordo con Kickl in nome del cordone sanitario, una regola non scritta che impedisce alle forze moderate di stringere accordi con quelle più radicali, anti-democratiche e anti-sistema.

Ma dopo mesi di trattative, ai primi di gennaio, Neos aveva abbandonato i negoziati, citando il bilancio e la competitività come punti critici e portando sostanzialmente al fallimento dell’ipotesi di un governo tra le tre formazioni.

A quel punto il presidente austriaco Alexander van der Bellen aveva dato l’incarico di formare l’esecutivo proprio a Kickl, creando scompiglio all’idea che il cordone sanitario venisse meno e si arrivasse a un governo guidato da estremisti. Van der Bellen, in un discorso alla nazione, aveva avvertito di non “prendere con leggerezza il passo” di affidare alla formazione di estrema destra il compito di formare un governo, assicurando che il partito radicale avrebbe garantito “il rispetto dello Stato di diritto”.

Nel frattempo, il segretario generale dei popolari Christian Stocker, che aveva assunto la direzione del partito dopo le dimissioni di Karl Nehammer per il fallimento dei negoziati a tre, apriva alla possibilità di partecipare al governo con Fpö.

Va comunque detto che Fpö ha avuto esperienze di governo, essendo stato due volte partner di minoranza in esecutivi di coalizione col partito popolare (durati entrambi poco). Lo stesso Kickl è stato ministro degli Interni, quindi l’idea che una forza radicale entri nella ‘stanza dei bottoni’ in Austria non è mai stata un tabù totale, complice anche una comunanza di vedute con i popolari su alcuni temi – ad esempio sui migranti e sulla riduzione delle tasse.

In ogni caso i tentativi di Kickl di mettere in piedi una coalizione sono falliti, e si è tornati all’origine: Stocker ha avuto l’incarico, e stavolta i partiti moderati hanno trovato un accordo, forse anche perché l’alternativa erano nuove elezioni e perché l’Austria, in piena crisi economica, non poteva rimanere ulteriormente senza una guida.

L’accordo: focus su migranti, costo case e pareggio bilancio

L’accordo raggiunto fra le tre forze centriste moderate è incentrato sul consolidamento del bilancio, il costo delle abitazioni, con il blocco degli affitti per un anno e aumenti contenuti sul medio termine, e politiche sui migranti più stringenti, con programmi obbligatori di integrazione per i profughi e il bando al velo per le ragazzine fino a 14 anni di età per “proteggerle dalla segregazione e dall’oppressione”.

Sarà anche bloccata “provvisoriamente e con effetto immediato” la concessione dei permessi di ingresso per familiari di richiedenti asilo. I richiedenti asilo dovranno risiedere in centri speciali per evitare che poi si rendano latitanti qualora la loro domanda sia respinta. Ma l’accento sarà su centri dalle condizioni umane, con una particolare attenzione per le necessità dei minorenni. In politica estera, il programma ribadisce l’impegno per l’Unione europea e in sostegno dell’Ucraina.

Ci siamo lasciati alle spalle i negoziati forse più difficili della storia del nostro Paese“, ha dichiarato Stocker. La base del Neos approverà l’accordo domenica con una consultazione interna. Se il voto sarà positivo Stocker sarà cancelliere e Andreas Babler, leader dei socialdemocratici, suo vice.

La coalizione di tre partiti è una prima per l’Austria. Il nuovo gabinetto sarà più ampio del precedente, con 14 ministri e sette sottosegretari. Stocker sarà il primo ministro. La leader Beate Meinl-Reisinger è stata nominata ministro degli Esteri nel nuovo gabinetto.

I partiti hanno giurato oggi nelle mani del presidente Alexander Van der Bellen, che ha iniziato il suo discorso con queste parole, ringraziano i tre partiti: “Le cose belle arrivano a chi sa aspettare”.