Dal 4 novembre il Parlamento europeo ha avviato il processo di audizioni per valutare la preparazione e le linee politiche dei 26 candidati commissari della nuova Commissione von der Leyen, che guiderà l’Unione Europea nel suo secondo mandato. Questo passaggio è cruciale per diversi motivi. Innanzitutto, il Parlamento, unico organo dell’Ue eletto direttamente dai cittadini, vede queste audizioni come un’occasione per riaffermare il proprio ruolo e la propria influenza su un’istituzione chiave come la Commissione. Si tratta di un esercizio di trasparenza e controllo in cui gli europarlamentari, rappresentanti degli elettori europei, hanno la possibilità di mettere alla prova i candidati, verificando che abbiano le competenze, l’integrità e la visione necessarie per rivestire il ruolo di commissari e per affrontare le sfide dell’Unione nei prossimi anni.
Le audizioni parlamentari sono un rito consolidato nel processo di nomina dei commissari. Ogni candidato si presenta di fronte alla commissione o alle commissioni competenti per la propria delega, che può spaziare dalle politiche economiche alla gestione delle crisi, fino alla giustizia, all’ambiente e alla difesa. Questo confronto rappresenta un test decisivo: le commissioni non solo valutano il livello di preparazione e la coerenza politica dei candidati, ma colgono anche l’occasione per avanzare richieste su temi di particolare rilevanza, specie in aree dove il Parlamento e la Commissione potrebbero avere interessi e visioni divergenti. In questo modo, l’Europarlamento esercita una forma di pressione su alcuni punti chiave della politica comunitaria, tentando di indirizzare il lavoro dei futuri commissari già in questa fase preliminare.
Le audizioni giorno per giorno
Lunedì 4 novembre
Maroš Šefčovič (Slovacchia) – Commercio, Sicurezza Economica e Relazioni Interistituzionali
Il candidato slovacco Maroš Šefčovič, il commissario europeo con la carriera più lunga, indicato per il ruolo di Commissario per il Commercio, la Sicurezza Economica e le Relazioni Interistituzionali, ha affrontato la sua audizione di conferma con un intervento forte e articolato, conquistando immediatamente il Parlamento europeo. Šefčovič, con il suo stile deciso e multilingue, ha messo in evidenza i suoi piani per riformare la politica commerciale dell’Unione Europea in un contesto globale sempre più complesso e geostrategico. A pochi giorni dall’importante elezione presidenziale negli Stati Uniti, Šefčovič ha delineato la sua visione per il futuro delle relazioni transatlantiche, l’equilibrio nei confronti della Cina e le negoziazioni con paesi come il Mercosur.
Commercio transatlantico
Il tema delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti è stato uno degli aspetti centrali dell’audizione. In risposta a un clima di incertezze dovuto alle elezioni presidenziali americane, Šefčovič ha ribadito l’importanza di un dialogo costante con Washington. “Indipendentemente dal risultato delle elezioni statunitensi, presenterò un’offerta di cooperazione, compreso un rinnovato Consiglio per il Commercio e la Tecnologia Ue-Usa,” ha dichiarato, sottolineando il bisogno di risolvere insieme le controversie commerciali, come quelle relative alle tariffe sull’acciaio e all’alluminio, così come gli aspetti protezionistici legati all’Inflation Reduction Act (IRA). Il candidato slovacco ha altresì messo in evidenza che, in caso di scenari “dirompenti” l’Unione Europea sarà pronta a difendere i propri interessi, pur mantenendo il dialogo come priorità.
La sfida della Cina
Un altro tema cruciale emerso durante l’audizione riguarda le relazioni commerciali con la Cina, definita da Šefčovič il partner commerciale “più sfidante” per l’Ue. Il commissario designato ha spiegato che l’Unione Europea deve rivedere l’equilibrio dei suoi legami con Pechino, con particolare attenzione alle pratiche commerciali scorrette come il sovra-capacità produttiva e le sovvenzioni statali. Dopo l’implementazione delle tariffe sui veicoli elettrici cinesi, in vigore da pochi giorni, la Commissione è al lavoro per trovare un accordo con le controparti cinesi. “L’Ue non è interessata a guerre commerciali, stiamo cercando di riequilibrare il nostro rapporto con la Cina nelle aree in cui riteniamo che non sia equo,” ha affermato Šefčovič, aggiungendo che l’Ue continuerà a lottare per un campo di gioco più paritario, specialmente per quanto riguarda l’accesso alle gare d’appalto pubbliche.
La riforma delle dogane
Durante l’audizione, Šefčovič ha anche affrontato il tema della riforma doganale, una priorità per la Commissione Europea nei prossimi anni. Il commissario designato ha annunciato l’intenzione di accelerare il processo legislativo che dovrebbe portare alla creazione di una nuova autorità doganale dell’UE entro il 2026, due anni prima del previsto. “Sosterrò con forza l’avanzamento della data di avvio di questa nuova autorità doganale, che è cruciale per la sicurezza dell’Unione,” ha dichiarato, evidenziando l’importanza di rafforzare la cooperazione doganale per proteggere le imprese europee dalle pratiche commerciali sleali e dalle minacce globali.
Relazioni interistituzionali e trasparenza
Un altro punto saliente dell’audizione è stato l’impegno di Šefčovič a migliorare la cooperazione tra la Commissione e il Parlamento Europeo. Il commissario designato ha sottolineato la necessità di rinnovare l’Accordo Quadro con il Parlamento, una mossa che dovrebbe favorire una maggiore trasparenza e un miglior flusso di informazioni. In particolare, ha annunciato l’intenzione di ampliare l’ambito del Registro della Trasparenza dell’Ue, includendo anche i “tutti i dirigenti” delle istituzioni europee, per garantire una maggiore accountability.
Il Mercosur e altri accordi commerciali
La questione degli accordi commerciali con i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) ha sollevato molte domande tra i deputati. Šefčovič ha confermato l’intenzione di proseguire i negoziati con questi paesi, ma ha anche ricordato che gli accordi devono rispettare gli standard ambientali e sociali imposti dall’Ue. Inoltre, ha ribadito la volontà di intensificare la presenza dell’Unione in altri mercati strategici come quelli di Thailandia, Filippine e India, nonché di continuare i negoziati con il Messico e l’Australia.
Glenn Micallef (Malta) – Equità Intergenerazionale, Giovani, Cultura E Sport
L’audizione di Glenn Micallef, candidato maltese per la Commissione europea, ha attirato l’attenzione del Parlamento e dei media per una serie di motivi peculiari. A soli 35 anni, Micallef rappresenta lo Stato membro più piccolo dell’Unione e si presenta senza un passato ministeriale. La presidente Ursula von der Leyen ha affidato a Micallef un portafoglio cruciale, ma non particolarmente gravoso: Equità Intergenerazionale, Gioventù, Cultura e Sport, un tema chiave che mira a garantire l’equilibrio tra le esigenze presenti e future dei cittadini dell’Ue.
L’audizione presso la Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo, ha messo alla prova le intenzioni di Micallef. Nel suo discorso introduttivo, il commissario designato ha delineato i suoi progetti, volti a promuovere un’Europa che tuteli le giovani generazioni, con particolare attenzione alla salute mentale e al benessere psicofisico dei giovani. Tra le sue priorità, Micallef ha enfatizzato il sostegno alle industrie creative e culturali, oltre che al settore sportivo, utilizzato come veicolo per promuovere stili di vita sani e inclusivi in tutta Europa. Ha anche sottolineato l’importanza di preparare il settore culturale alle sfide poste dall’intelligenza artificiale.
Diritti degli artisti e protezione del diritto d’autore
Il confronto con gli eurodeputati si è incentrato soprattutto sulle condizioni sociali e professionali degli artisti, con Micallef che ha espresso l’intenzione di colmare le lacune legislative che ancora penalizzano il settore, proponendo workshop annuali tematici tra gli Stati membri. Tra le questioni cruciali, si è discusso di protezione del diritto d’autore per i creatori musicali, ambito in cui Micallef ha proposto di introdurre una strategia chiamata “Bussola della Cultura”, una cornice programmatica volta a rafforzare la tutela dei diritti dei lavoratori del settore.
Non sono mancati i riferimenti alla libertà artistica, alla sostenibilità del settore culturale e alla necessità di garantire un forte sostegno economico attraverso il bilancio pluriennale dell’Ue, temi sui quali il candidato si è impegnato a lavorare.
Sport come strumento di inclusione e benessere
La componente sportiva del portafoglio ha spinto gli eurodeputati a indagare le intenzioni di Micallef su vari fronti, dalla promozione della diversità e dell’inclusione all’interno dell’Ue, alla dimensione professionale dello sport. Tra gli argomenti discussi vi è stata la proposta di una Superlega calcistica europea, per la quale Micallef ha ribadito l’importanza di tutelare il fair play e di promuovere regole trasparenti per i trasferimenti.
Un’ulteriore preoccupazione dei parlamentari ha riguardato il contrasto al cyberbullismo e il miglioramento della salute mentale dei giovani, nonché la lotta alla disoccupazione giovanile e la protezione dei diritti dei minori, ambiti in cui il commissario designato ha promesso di porre un’attenzione speciale.
Christophe Hansen (Lussemburgo) – Agricoltura e Sicurezza Alimentare
Il candidato lussemburghese Christophe Hansen è il designato alla carica di Commissario per l’Agricoltura e l’Alimentazione. Hansen, noto per la sua esperienza in ambito commerciale come ex deputato europeo, ha presentato la sua visione per il futuro dell’agricoltura europea, rispondendo alle domande dei deputati e affrontando le sfide che la politica agricola dell’Unione Europea dovrà fronteggiare nei prossimi anni. Cresciuto in una famiglia di agricoltori, Hansen ha dichiarato di voler portare nella Commissione Europea la sua esperienza diretta e personale con il mondo agricolo. In un intervento che ha messo in evidenza la centralità dell’agricoltura nella difesa della biodiversità e nella lotta ai cambiamenti climatici, il candidato ha sottolineato che i nove milioni di agricoltori europei sono una risorsa fondamentale per l’Unione, tanto per la qualità dei prodotti che offrono quanto per il loro ruolo nel contrasto all’impoverimento degli ecosistemi naturali. Tuttavia, questi stessi agricoltori affrontano crescenti pressioni economiche, derivanti dalla concorrenza globale e dagli eventi climatici estremi, con ricadute dirette sulle loro economie.
Uno degli impegni principali di Hansen è quello di portare avanti e rafforzare il “Dialogo Strategico” avviato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. L’obiettivo di questo dialogo è sviluppare una visione a lungo termine per la politica agricola e alimentare dell’Ue entro i primi 100 giorni di mandato. Questo approccio ha già sollevato alcune preoccupazioni tra i gruppi di interesse. Il mondo agricolo, pur apprezzando l’apertura al dialogo, ha criticato l’assenza di una legge sui sistemi alimentari sostenibili, una proposta che Hansen ha deciso di accantonare, suscitando malcontento. Inoltre, le organizzazioni non governative si sono dette preoccupate per il rischio di compromettere i progressi compiuti nell’ambito del Green Deal europeo.
La Politica Agricola Comune
Una delle domande più rilevanti durante l’audizione è stata riguardo al futuro della Politica Agricola Comune (PAC), in particolare per quanto riguarda la sua dimensione finanziaria e la distribuzione dei fondi. Hansen ha assicurato che esplorerà fonti alternative di reddito per gli agricoltori, mirando a potenziare gli investimenti in capitale e a rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori. Un altro tema cruciale sollevato dai deputati riguarda la semplificazione delle normative che gravano sugli agricoltori, in modo da ridurre la burocrazia e permettere loro di concentrarsi maggiormente su pratiche agricole sostenibili. In tal senso, il futuro Commissario ha promesso di lavorare per garantire che gli agricoltori possano beneficiare pienamente degli impegni ambientali assunti dall’UE, mantenendo al contempo la competitività del settore.
Equità e competizione globale
Hansen ha anche dovuto rispondere a interrogativi riguardanti la concorrenza esterna all’Unione Europea, con particolare attenzione alla necessità di un campo di gioco equo per gli agricoltori europei rispetto ai loro concorrenti globali. La questione dell’accesso agli investimenti e all’innovazione è stata centrale durante le discussioni, con molti deputati che hanno sottolineato l’importanza di garantire un futuro in cui i lavoratori del settore agricolo siano adeguatamente remunerati, anche a fronte delle sfide ambientali ed economiche che il settore dovrà affrontare.
Apostolos Tzitzikostas (Grecia) – Trasporti e Turismo
La Grecia ha ottenuto il portafoglio dei trasporti, una richiesta fondamentale per Atene, che ora punta a vedere concretizzati gli impegni presi. Apostolos Tzitzikostas, candidato greco alla Commissione Europea, si è trovato davanti alla Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo, dove ha illustrato le sue priorità per il futuro del settore dei trasporti e del turismo in Europa.
Sostenibilità e competitività
Nel suo intervento iniziale, Tzitzikostas ha sottolineato l’importanza di rendere il settore dei trasporti dell’Unione Europea più competitivo, impegnandosi a rispettare i tempi fissati per le transizioni verde e digitale. Tra gli obiettivi principali del suo programma, ha evidenziato il completamento della rete dei Trasporti Trans-Europea (TEN-T), con il fine di potenziare i collegamenti tra i paesi membri, e l’attuazione di soluzioni per la decarbonizzazione dei trasporti. Questo include la promozione della produzione di carburanti sostenibili e lo sviluppo di infrastrutture di ricarica per veicoli a basse emissioni.
Un altro impegno di rilievo è stato l’annuncio di un piano di investimenti per i trasporti sostenibili, che sarà presentato nel 2025. Inoltre, Tzitzikostas ha promesso di sviluppare un piano industriale per il settore automobilistico dell’Ue, con l’obiettivo di sostenere la transizione verso un parco auto sempre più ecologico.
La mobilità ferroviaria e il turismo sostenibile
Il candidato ha anche posto l’accento sul potenziamento della mobilità ferroviaria, proponendo un piano per connettere le capitali e le grandi città europee tramite treni ad alta velocità, comprese soluzioni per i treni notturni. Inoltre, ha annunciato l’intenzione di introdurre un sistema di prenotazione e biglietteria ferroviaria unificato entro il primo anno del suo mandato.
In tema di turismo, Tzitzikostas ha ribadito l’importanza di mantenere l’Europa come destinazione turistica leader a livello mondiale. Ha proposto di sviluppare una strategia per un turismo sostenibile, capace di tutelare l’ambiente e le comunità locali, ma anche di stimolare la crescita economica in modo equilibrato.
Le questioni sollevate dai parlamentari
Durante l’audizione, diversi eurodeputati hanno sollevato temi cruciali per il futuro dei trasporti e del turismo in Europa. Tra le richieste emerse, c’era la necessità di ridurre la burocrazia, semplificare le normative e sospendere l’introduzione di nuove proposte legislative senza prima aver effettuato una valutazione d’impatto. Un altro argomento di discussione è stato il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore dei trasporti, con particolare attenzione al settore aereo e marittimo. Il candidato ha assicurato che, entro i suoi primi 100 giorni da Commissario, avvierà una valutazione approfondita delle condizioni lavorative in queste industrie.
I deputati hanno anche chiesto maggiori dettagli su come intenda affrontare il passaggio dal trasporto su strada a quello ferroviario, sostenere l’industria automobilistica europea, sviluppare flotte aziendali ecologiche e garantire la sicurezza dei trasporti marittimi, in particolare per quanto riguarda la lotta contro la flotta russa di navi fantasma.
Martedì 5 novembre
Michael McGrath (Irlanda) – Democrazia, Giustizia e Ruolo della Legge
Michael McGrath, candidato irlandese per la carica di Commissario europeo alla Giustizia, si è presentato martedì mattina di fronte a tre comitati parlamentari europei per rispondere alle domande dei deputati e illustrare la sua visione per il futuro della giustizia, dei diritti fondamentali e della protezione dei consumatori all’interno dell’Unione Europea. McGrath, che ha recentemente lasciato il suo incarico come ministro delle finanze irlandese, è stato scelto dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per diventare il prossimo custode dei principi dello stato di diritto nell’Ue, in particolare per combattere le pratiche di manipolazione delle informazioni e l’interferenza straniera.
“Scudo della Democrazia”
Nel suo intervento iniziale, McGrath ha delineato un ambizioso piano per la protezione della democrazia in Europa. Ha proposto l’introduzione di uno “Scudo della Democrazia”, destinato a contrastare la disinformazione e le ingerenze esterne. Il candidato ha sottolineato l’importanza di garantire che ogni paese membro rispetti la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea come prerequisito per beneficiare dei fondi comunitari, rinforzando il legame tra lo stato di diritto e l’accesso ai finanziamenti europei. McGrath ha inoltre ribadito il suo impegno a rispettare l’ordinamento giuridico dell’Ue e a tutelare la Corte di Giustizia come autorità suprema in materia legislativa, rispondendo alle preoccupazioni dei deputati sull’importanza della legislazione europea rispetto alle normative nazionali.
La protezione dei consumatori nell’era digitale
Il tema della protezione dei consumatori ha dominato parte dell’audizione, con McGrath che ha promesso di sviluppare una nuova legislazione per garantire la “giustizia digitale” nell’Ue. Il Digital Fairness Act, uno dei suoi progetti principali, punta a prevenire lo sfruttamento dei consumatori online, proteggendo in particolare i minori dalle pratiche dannose, come il design addictive e la dinamica dei prezzi. In risposta alle domande dei deputati, ha garantito di lavorare per proteggere i consumatori da prodotti di bassa qualità venduti online, sottolineando l’importanza di una regolamentazione che tuteli gli utenti nelle transazioni digitali.
Sostegno alle aziende e digitalizzazione dei tribunali
Un altro tema centrale dell’audizione è stato il sostegno alle imprese europee. McGrath ha risposto alle domande dei deputati sulla necessità di ridurre la burocrazia per le aziende, in particolare con riferimento alle nuove normative previste dalla Direttiva sulla Diligenza Aziendale. Ha riconosciuto la necessità di fornire linee guida chiare per facilitare l’adeguamento delle aziende alle nuove normative e ha promesso di lavorare per rafforzare la fiducia delle imprese nell’ambiente giuridico europeo, promuovendo anche la digitalizzazione dei tribunali per ridurre i costi e migliorare l’efficienza.
Giustizia e corruzione
In ambito giuridico, McGrath ha espresso la sua volontà di sviluppare la prima strategia dell’Ue per combattere la corruzione, un tema sempre più rilevante a livello internazionale. Ha inoltre discusso la futura Direttiva sui Diritti delle Vittime, chiedendo il supporto del Parlamento per salvaguardare gli elementi più significativi della proposta della Commissione. L’intenzione di McGrath di combattere la violenza sulle donne è stata chiaramente espressa, con un impegno a implementare le nuove regole recentemente adottate a livello comunitario.
Libertà dei media e protezione dei giornalisti
McGrath ha risposto con fermezza alle preoccupazioni dei deputati riguardo alla libertà dei media, promettendo di lavorare per rafforzare la protezione dei giornalisti, in particolare attraverso l’implementazione rigorosa della Media Freedom Act e della Direttiva anti-SLAPP. Ha sottolineato, inoltre, che la libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma non assoluto, e che l’Ue non tollererà discorsi di odio.
Ekaterina Zaharieva (Bulgaria) – Ricerca e Innovazione
Ekaterina Zaharieva, la candidata bulgara per il ruolo di commissaria europea per le Start-up, la Ricerca e l’Innovazione, ha affrontato il suo primo test ufficiale all’interno della “bolla” brussellese, durante un’audizione tenutasi davanti alla Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo.
Zaharieva è stata scelta da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, come unica donna tra i candidati per questo incarico, in conformità con l’indicazione della presidente di nominare sia uomini che donne per le posizioni di alto livello. Con un passato da ministra degli Esteri e precedenti esperienze anche come ministra della Giustizia e dello Sviluppo Regionale, Zaharieva porta con sé una vasta esperienza politica.
Ricerca e innovazione
Nel corso della sua audizione, Zaharieva ha sottolineato la necessità di porre la ricerca e l’innovazione al centro dell’agenda di competitività dell’Unione Europea, un passo fondamentale per rispondere alle sfide globali. Ha infatti ricordato come la spesa in ricerca e innovazione (R&I) nell’Ue sia inferiore rispetto a quella di paesi come Stati Uniti, Cina e Giappone, un dato che rende urgente un cambio di rotta. In questo contesto, Zaharieva ha annunciato l’intenzione di proporre un “European Innovation Act”, volto a stimolare gli Stati membri a rispettare l’obiettivo di destinare il 3% del PIL alla ricerca e all’innovazione, oltre a difendere la libertà di ricerca e rafforzare le infrastrutture per la R&I in Europa.
In un momento di crescente attenzione verso le transizioni digitale e a basse emissioni di carbonio, la commissaria-designata ha ribadito che l’Europa deve essere in grado di attrarre nuovi investimenti e di scalare i successi già raggiunti, puntando su un sistema di ricerca che sappia coinvolgere tanto le grandi aziende quanto le PMI, troppo spesso ostacolate dalla burocrazia.
Tra gli altri temi trattati, Zaharieva ha evidenziato la necessità di una strategia globale per le start-up e le piccole imprese, al fine di facilitare l’accesso al capitale e ridurre la burocrazia. In questo ambito, la commissaria ha promesso di lavorare per un processo di semplificazione delle procedure per le PMI che intendono accedere ai fondi di ricerca europei. Secondo Zaharieva, un’applicazione in due fasi sarebbe la soluzione ideale per ridurre gli ostacoli amministrativi senza compromettere la qualità delle proposte.
Scienze della vita
Zaharieva ha inoltre posto l’accento su un piano strategico per le scienze della vita, un settore in cui l’Europa ha grandi opportunità di crescita. La commissaria-designata ha proposto una maggiore integrazione dell’intelligenza artificiale nel campo scientifico e la creazione di una legge sui materiali avanzati, destinata a favorire l’innovazione anche in settori emergenti come quello della biotecnologia e delle scienze della salute. Ha inoltre ribadito l’importanza di una ricerca europea indipendente, che possa essere al servizio non solo dell’Ue, ma anche di altre realtà internazionali come l’Ucraina, promuovendo collaborazioni con ricercatori e innovatori ucraini.
Nel corso dell’audizione, numerosi deputati hanno chiesto alla Zaharieva di impegnarsi per un aumento della spesa per la ricerca a livello europeo, proponendo di fissare l’obiettivo di destinare il 4% del PIL alla ricerca entro il 2030. Inoltre, molti hanno sollevato il tema della ricerca nucleare, chiedendo un maggiore focus in questa direzione nell’ambito della transizione energetica a basse emissioni di carbonio. Zaharieva ha risposto sottolineando la sua intenzione di rafforzare il Programma Quadro per la Ricerca dell’Ue e di combattere per una maggiore autonomia strategica per l’Europa in ambito scientifico.
Dan Jørgensen (Danimarca) – Energia e Politiche Abitative
L’energia in Europa è al centro del dibattito politico, e sarà compito del danese Dan Jørgensen, candidato alla carica di Commissario per l’Energia e l’Abitazione dell’Unione Europea, convincere il Parlamento europeo che ha un piano credibile per affrontare la crisi dei costi energetici e le sfide legate all’abitazione. La sua audizione ha visto un’intensa discussione sui temi che animano l’agenda dell’Ue: la sicurezza energetica, la lotta al cambiamento climatico e l’inclusione sociale.
Le promesse del Commissario-designato
Nel suo intervento iniziale, Jørgensen ha ribadito l’importanza della politica energetica come fulcro delle difficoltà economiche e sociali che l’Europa si trova ad affrontare. Il commissario designato ha messo in evidenza il divario crescente tra i costi energetici per le imprese europee e quelle concorrenti negli Stati Uniti e in Cina, sottolineando come le aziende europee paghino da due a tre volte di più per l’energia rispetto ai loro omologhi oltreoceano. Ha inoltre ricordato che il 10% dei cittadini europei non è in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case durante l’inverno, una questione di grande rilevanza in un periodo di transizione energetica.
L’obiettivo principale di Jørgensen, secondo quanto dichiarato, è ridurre i costi energetici per le famiglie e le imprese, mirando a una piena indipendenza energetica dalla Russia, perseguendo al contempo un processo di decarbonizzazione del mix energetico europeo. Tuttavia, ha riconosciuto le preoccupazioni di molti cittadini riguardo alla transizione energetica a basse emissioni e ha proposto di concentrarsi anche sulla lotta alla povertà energetica, uno degli effetti collaterali più gravi della crisi energetica in corso. Il commissario ha promesso di accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, semplificando le procedure autorizzative e potenziando le reti energetiche, con un focus particolare sulla creazione di interconnessioni tra i paesi membri e sull’adozione di nuove tecnologie di stoccaggio e di “Power to X”.
L’industria europea e la necessità di energia economica e pulita
I deputati europei hanno messo in evidenza le difficoltà che l’industria europea sta affrontando nel rispetto degli obiettivi ambientali e delle normative in vigore. Jørgensen ha risposto sottolineando che l’accesso a energia più economica non deve necessariamente tradursi in un aumento delle normative, ma piuttosto in una semplificazione burocratica, con una riduzione delle procedure amministrative e delle difficoltà per le imprese, soprattutto in ambito autorizzativo.
Un piano europeo per la casa accessibile
Un altro tema centrale dell’audizione è stato l’accesso a un’abitazione dignitosa, sostenibile ed economica. Jørgensen ha annunciato che la Commissione Europea avvierà un Piano Europeo per la Casa Accessibile, che prevede l’assistenza tecnica per le città e gli Stati membri, nonché un impegno concreto per mobilitare risorse economiche in grado di affrontare le difficoltà del settore. Il piano prevede anche la creazione di una nuova piattaforma con la Banca Europea per gli Investimenti, destinata a finanziare l’edilizia abitativa, e un ampio programma di riforma delle regole sugli aiuti di stato, con un aumento dei fondi provenienti dal Fondo di Coesione.
L’energia nucleare
Il tema dell’energia nucleare ha suscitato interrogativi tra i deputati. La posizione di Jørgensen è stata chiara: sebbene l’Ue rispetterà le scelte energetiche di ciascun Paese, l’energia nucleare dovrà essere parte della strategia per la transizione climatica. Il commissario ha avvertito però contro il rischio di aumentare la dipendenza europea dall’industria nucleare e dalle catene di approvvigionamento esterne, che potrebbero anche essere legate alla Russia.
Il legame tra energia e abitazione
Un altro aspetto cruciale sollevato durante l’audizione è stato il legame tra le politiche energetiche e quelle abitative, in particolare l’impatto delle misure verdi sui costi dell’abitazione e sulla povertà energetica. Diversi deputati hanno richiesto un supporto maggiore per le comunità energetiche e hanno suggerito di rivedere gli obiettivi climatici per il 2040, così come la necessità di intervenire sul mercato delle locazioni, soprattutto a causa dell’aumento degli affitti a breve termine.
Dubravka Šuica (Croazia) – Mediterraneo
Il Mediterraneo, crocevia di culture, tradizioni e sfide geopolitiche, è al centro dell’audizione di Dubravka Šuica, designata alla Commissione Europea per il portafoglio che abbraccia le questioni commerciali e migratorie della regione. L’ex europarlamentare e già vice presidente della Commissione per la Democrazia e la Demografia, ha risposto alle domande dei membri della Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, delineando la sua visione per un’Europa più forte e presente nel Mediterraneo, un’area strategica per la sicurezza, la stabilità e la prosperità dell’Unione Europea.
Nel suo intervento introduttivo, Šuica ha sottolineato l’importanza cruciale della regione per il futuro dell’Unione Europea, non solo per motivi economici e culturali, ma anche per le sfide geopolitiche che la caratterizzano. Con l’influenza crescente di attori globali come la Russia e la Cina, la Croazia ha espresso l’urgenza di rafforzare la cooperazione transmediterranea, in particolare per quanto riguarda la sicurezza energetica, la protezione dell’ambiente e la gestione della migrazione. Ha poi evidenziato che l’Europa deve essere il partner di riferimento per risolvere le pressioni democratiche, le sfide climatiche e le problematiche economiche, aggiungendo che uno dei suoi principali obiettivi sarà la creazione di un “Nuovo Patto per il Mediterraneo” basato su una partnership di uguali.
Un nuovo approccio alla strategia mediorientale
Particolare attenzione è stata dedicata alla situazione nel Medio Oriente, con l’indicazione di un approccio rinnovato che sostenga la soluzione dei due Stati per Israele e Palestina, appoggiando al contempo le riforme dell’Autorità Palestinese. Šuica ha ribadito l’importanza di favorire la pace in Libano e ha espressamente sottolineato la volontà di rafforzare le relazioni con i paesi del Golfo, già al centro di importanti strategie di partenariato economico. Una delle priorità, infatti, è quella di allargare gli accordi strategici con paesi come Egitto, Tunisia, Giordania e, auspicabilmente, anche con il Marocco.
La migrazione e i diritti umani
I temi della migrazione e delle politiche esterne sono stati al centro delle domande degli eurodeputati. In particolare, è stata sollevata la questione della gestione dei flussi migratori illegali e dei rimpatri forzati, con un occhio attento alla cooperazione con i paesi terzi. La Šuica ha risposto affermando che la Commissione continuerà a finanziare sia l’Autorità Palestinese che l’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, nonostante le recenti difficoltà con Israele. Inoltre, ha ribadito l’impegno dell’Unione Europea a garantire il rispetto dei diritti umani nei trattati di cooperazione con i paesi non membri, ricordando che ogni accordo include specifiche clausole di monitoraggio e protezione dei diritti fondamentali.
Šuica ha anche enfatizzato la necessità di rendere l’Europa non solo un grande finanziatore ma anche un attore più incisivo nella regione. Ha spiegato che l’Europa deve diventare un attore forte e determinante, non solo un grande pagatore, anticipando l’intenzione di intensificare gli scambi commerciali e gli investimenti, anche attraverso nuovi accordi con paesi come Tunisia ed Egitto. L’attuale fase di negoziato con la Giordania, che prevede un accordo strategico, è vista come un passo fondamentale in questa direzione, con la speranza di concludere presto simili intese con il Marocco.
Jessika Roswall (Svezia) – Ambiente
La Commissione Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare del Parlamento europeo ha interrogato Jessika Roswall, candidata svedese alla carica di Commissaria per l’Ambiente, la Resilienza delle Acque e un’Economia Circolare Competitiva. Un’audizione cruciale per definire il futuro della politica ambientale europea, in un contesto segnato da crescenti sfide ecologiche e tensioni politiche, in particolare tra il mondo agricolo e Bruxelles.
Roswall, avvocato di formazione e membro del Partito Popolare Europeo, si trova a presentare la sua candidatura in un periodo in cui il portafoglio dell’Ambiente ha perso parte del suo lustro. Dopo il fervore legislativo che ha caratterizzato l’ultimo mandato con l’adozione del Green Deal europeo, il nuovo mandato della Commissione è destinato a concentrarsi maggiormente su temi come la competitività economica e la difesa. Tuttavia, le crisi ambientali in corso – dal cambiamento climatico alla perdita di biodiversità – richiedono interventi urgenti e politici, con la Commissione chiamata a mantenere il suo impegno verso un futuro sostenibile.
Le priorità
Il mandato di Roswall si preannuncia complesso. Se da un lato ha delineato una serie di ambiziosi obiettivi per il settore ambientale, dall’altro deve fare i conti con un crescente malcontento tra gli agricoltori, che vedono nelle politiche verdi di Bruxelles una minaccia per il loro lavoro e la loro sopravvivenza. La tensione tra gli interessi ecologici e quelli economici è destinata a diventare uno degli aspetti centrali del suo mandato.
Roswall ha presentato un programma focalizzato su quattro priorità principali: l’economia circolare, la resilienza delle acque, la riduzione dell’inquinamento e la protezione della biodiversità. Ha annunciato l’intenzione di lanciare un pacchetto sull’economia circolare che promuoverà il mercato unico per i rifiuti e i materiali riciclati, garantendo al contempo una produzione pulita e sostenibile nell’Unione europea. La Commissione lavorerà anche alla revisione della legislazione chimica REACH, con un nuovo pacchetto che dovrebbe essere proposto nel 2025, e a misure per ridurre l’esposizione ai cosiddetti “forever chemicals” (PFAS), sostanze chimiche dannose per la salute umana e l’ambiente.
Un altro punto centrale del programma di Roswall riguarda la strategia per la resilienza delle acque, con l’obiettivo di affrontare la scarsità d’acqua, soprattutto nelle aree agricole, e garantire un accesso equo all’acqua potabile in tutta l’Unione. Le politiche di adattamento climatico si concentreranno sulla riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici, in particolare sull’intensificarsi degli eventi climatici estremi, e sulla promozione di un’industria dell’acqua competitiva.
In ambito agricolo, la candidata ha ribadito la necessità di aggiornare la strategia della bioeconomia dell’Ue, ponendo l’accento sulla sostenibilità e sull’innovazione nel settore agricolo. Al centro delle sue risposte ai deputati, inoltre, si è trovato il tema della protezione della biodiversità, con l’intenzione di promuovere un mercato per i crediti naturali e di accelerare l’attuazione della legislazione legata alla riforestazione e alla riduzione della deforestazione.
Durante l’audizione, i deputati hanno posto diverse domande riguardanti la sostenibilità dell’uso delle risorse naturali, l’attuazione delle normative sui pacchetti di imballaggio e la revisione della legislazione REACH in relazione alla salute umana. L’idea di introdurre i crediti naturali è stata discussa a lungo, così come la necessità di garantire l’attuazione tempestiva delle leggi europee in materia di natura e ambiente, inclusi gli obblighi legati alla deforestazione e alla protezione delle aree naturali.
Un tema ricorrente è stato l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente, con i deputati che hanno sollecitato Roswall su come affrontare le sfide legate alla sostenibilità in questo settore, in particolare in relazione ai fertilizzanti e alle emissioni di gas serra.
Magnus Brunner (Austria) – Affari Interni e Migrazioni
L’audizione di Magnus Brunner, candidato a commissario per gli Affari Interni e l’Immigrazione, ha attirato l’attenzione di Bruxelles, suscitando dibattiti e aspettative su come l’ex ministro delle Finanze austriaco intenda affrontare uno dei temi più spinosi per la Commissione Europea nel prossimo quinquennio. Con una carriera politica che lo ha visto principalmente concentrato su economia e finanza, la sua nomina a responsabile dell’immigrazione ha destato qualche preoccupazione, soprattutto considerando la sua esperienza limitata in ambito migratorio. Tuttavia, il suo approccio pragmatico potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle politiche europee in tema di sicurezza e migrazione.
L’approccio di Brunner
Nel corso della sua audizione davanti alla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo, Brunner ha messo in evidenza la crescente complessità delle minacce alla sicurezza, definendo la cooperazione internazionale come uno dei pilastri per garantire la sicurezza dell’Europa. La sua visione si basa su tre principi guida: maggiore preparazione e previsione, soluzioni equilibrate e inclusive, e una cooperazione internazionale intensificata.
A tal fine, Brunner ha promesso di presentare una strategia globale di sicurezza interna entro la metà del 2025, mirata a rafforzare il ruolo di Europol e a estendere le alleanze europee contro il crimine organizzato transfrontaliero. Un aspetto chiave della sua proposta riguarda il rafforzamento della lotta contro il crimine attraverso una maggiore collaborazione con paesi terzi e una revisione delle operazioni di Frontex, l’agenzia di protezione delle frontiere dell’Ue.
L’immigrazione è uno dei temi più dibattuti e divisivi a livello europeo. Brunner ha delineato una gestione dell’immigrazione che combini fermezza e giustizia, sostenendo la necessità di regole più rigide, ma sempre nel rispetto dei diritti umani. Ha sottolineato l’importanza di una cooperazione più stretta con i paesi di transito e di origine, attraverso un approccio “intera rotta”, che favorisca una gestione complessiva e coordinata dei flussi migratori. Il candidato ha ribadito l’intenzione di attuare rapidamente il Patto su Migrazione e Asilo, cercando di mantenere un equilibrio tra solidarietà e responsabilità, e ha promesso di avviare procedure di infrazione per i paesi che non rispetteranno i tempi di implementazione.
Nel corso delle domande degli europarlamentari, Brunner ha inoltre confermato che una proposta per semplificare il processo di ritorno dei migranti sarà una delle priorità della sua agenda per il 2025, con l’intenzione di snellire le procedure per le espulsioni.
Un altro tema cruciale sollevato durante l’audizione riguarda la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani. Brunner ha ribadito la necessità di intensificare le alleanze internazionali e di aggiornare le normative per dare maggiore forza a Europol nel contrasto a questi crimini. L’intenzione di triplicare le forze operative di Frontex ha suscitato interesse, in quanto permetterebbe agli Stati membri di proteggere meglio le frontiere esterne dell’Ue e di contribuire alla gestione dei rimpatri.
In risposta alle domande sull’uso strumentale dei migranti nei confini orientali dell’Unione, Brunner ha sottolineato l’importanza di una risposta unitaria dell’Ue, senza compromessi sui valori fondamentali che ne definiscono l’identità.
La libertà di circolazione è uno dei fondamenti dell’Ue, e Brunner ha ribadito la sua determinazione a preservare l’area Schengen, considerata cruciale per la competitività dell’Europa. Tuttavia, ha riconosciuto che le sfide legate ai controlli alle frontiere potrebbero minacciare questo principio e ha avanzato la possibilità di procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che non rispetteranno gli accordi. In particolare, Brunner ha espresso ottimismo riguardo alla piena adesione di Bulgaria e Romania all’area Schengen, un obiettivo che intende perseguire con impegno.
Mercoledì 6 novembre
Hadja Lahbib (Belgio) – Gestione Crisi e Uguaglianza
Hadja Lahbib, già figura di spicco nella politica belga ed ex giornalista televisiva, ha presentato le sue linee guida per il portafoglio della Commissione Europea relativo alla preparazione alle crisi, alla gestione delle emergenze e alla parità di genere. La sua nomina per il ruolo di Commissario è stata accolta con grande attenzione, non solo per il suo background e le esperienze pregresse, ma anche per la possibilità di rispondere alle richieste della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha auspicato un maggiore equilibrio di genere all’interno delle cariche di Bruxelles.
Un bilancio di parità e diritti umani
Nel corso della sua audizione, Lahbib ha messo in evidenza i progressi significativi ottenuti in termini di legislazione sull’uguaglianza nell’Unione Europea negli ultimi anni, come il rafforzamento delle normative contro la violenza di genere e l’adozione della Convenzione di Istanbul. Tuttavia, la nuova Commissaria designata ha sottolineato che il prossimo passo fondamentale sarà garantire che queste leggi vengano pienamente applicate in tutti gli Stati membri, a partire dalla creazione di una roadmap sui diritti delle donne che sarà presentata il prossimo 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
Uno dei punti salienti della sua agenda riguarda il rafforzamento della strategia di uguaglianza per le persone LGBTIQ+ dopo il 2025, includendo incentivi positivi, il divieto delle terapie di conversione e una nuova strategia contro il razzismo. Rispondendo a una domanda sulla presunta riduzione delle risorse destinate al suo portafoglio, Lahbib ha rassicurato gli eurodeputati, ribadendo che avrà a disposizione gli stessi strumenti e fondi del commissario attuale, Helena Dalli, per portare avanti queste iniziative.
Nel campo della preparazione alle crisi, Lahbib ha enfatizzato la necessità di un approccio “all-hazard” da parte dell’Unione Europea, capace di affrontare tutti i tipi di emergenze, da quelle sanitarie a quelle ambientali. Un altro punto cruciale della sua strategia è il rafforzamento del Meccanismo di Protezione Civile dell’Ue, del Centro di Coordinamento per le Risposte alle Emergenze (ERCC) e della riserva strategica rescEU, strumenti fondamentali per garantire la solidarietà tra gli Stati membri durante le crisi.
Lahbib ha anche accennato alla creazione di una nuova strategia per affrontare le minacce sanitarie pubbliche, con un focus sull’acquisto congiunto di farmaci e l’accumulo di scorte, proseguendo così il lavoro già avviato dal rapporto Niinistö sulla preparazione civile e militare dell’Unione.
Sul fronte degli aiuti umanitari, Lahbib ha espresso la volontà di promuovere un approccio integrato che coinvolga tutti gli attori della Commissione Europea per sostenere i Paesi fragili, soprattutto in contesti di crisi umanitarie complesse. Per ridurre il divario nei finanziamenti degli aiuti umanitari, ha proposto di sensibilizzare gli Stati membri a incrementare il loro contributo, cercando al contempo nuovi donatori e facilitando un ruolo maggiore per il settore privato.
Nel rispondere a domande sull’approccio dell’Ue nei confronti delle crisi in Medio Oriente, in particolare la situazione a Gaza e in Libano, Lahbib ha ribadito l’importanza di mantenere un approccio neutrale per la consegna degli aiuti, rispettando le leggi umanitarie internazionali e difendendo i principi delle Convenzioni di Ginevra.
Maria Luís Albuquerque (Portogallo) – Servizi Finanziari
L’ex ministra delle Finanze portoghese, che ha prevalso in una lotta accesa contro candidati provenienti da Irlanda e Austria, si è presentata all’audizione con una visione generale di stabilità e innovazione per l’economia europea, ma con pochi dettagli sulle linee specifiche della sua strategia.
Nel suo intervento introduttivo, Maria Luís Albuquerque ha ribadito l’importanza di garantire la stabilità e l’integrità del sistema finanziario dell’Ue, elementi fondamentali per un’economia europea forte e competitiva. Se confermata, la commissaria designata ha dichiarato di voler puntare sull’innovazione e sulla crescita inclusiva, promuovendo la mobilità sociale e rafforzando la capacità dei consumatori di gestire autonomamente il proprio futuro finanziario. Una delle sue priorità è il rafforzamento dell’Unione per il Risparmio e gli Investimenti, garantendo una supervisione trasparente e coerente a livello transfrontaliero e ampliando le opportunità di finanziamento per gli investimenti.
Albuquerque ha poi illustrato il suo impegno verso un approccio equilibrato alla finanza digitale, mirato a costruire fiducia nel sistema finanziario europeo, rendendo accessibile a tutti i cittadini la possibilità di partecipare al sistema stesso in modo equo. In merito alla competitività dell’Ue, la candidata ha sottolineato la necessità di semplificare il flusso di capitali e ridurre il carico normativo, in particolare per le piccole e medie imprese. Ha inoltre promesso di intensificare la lotta contro i crimini finanziari, come il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, e di portare avanti la creazione dell’Autorità europea per la lotta contro il riciclaggio di denaro.
La risposta alle sfide della stabilità finanziaria
Molti deputati hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla stabilità finanziaria dell’Unione e alla competitività del sistema bancario, soprattutto alla luce dell’attuazione ritardata degli standard internazionali di Basilea III e della protezione dei depositi, un tema particolarmente sensibile in vista della futura creazione del Sistema europeo di assicurazione dei depositi. In merito a queste questioni, Albuquerque ha garantito il suo impegno a sollecitare i partner internazionali a implementare i principi di Basilea III e a migliorare la protezione dei depositi europei, cercando di trovare un compromesso sul quadro per la gestione delle crisi e l’assicurazione dei depositi. Inoltre, la commissaria ha promesso di favorire la creazione di un quadro per la finanza sostenibile, pensato anche per i piccoli operatori di mercato, con meno requisiti di rendicontazione e minori oneri amministrativi.
Verso una finanza più sostenibile e inclusiva
La sostenibilità è stata uno degli altri temi principali dell’audizione. I deputati hanno posto l’accento sull’importanza di garantire che gli investimenti privati siano diretti in modo efficace verso la transizione verde e digitale, chiedendo misure concrete per etichettare correttamente i prodotti finanziari verdi. Albuquerque ha risposto affermando che sosterrà politiche che incoraggiano gli investimenti sostenibili, compatibili con le esigenze del mercato e delle PMI.
Altri temi sollevati riguardano la creazione di un ambiente normativo favorevole alla creazione di un’unione dei mercati dei capitali più integrata, che offra pari opportunità di investimento a tutti i cittadini, e la trasformazione digitale dei sistemi di pagamento, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno. La crescente rilevanza delle istituzioni finanziarie non bancarie è stata una preoccupazione sollevata da più deputati, che hanno chiesto misure per mitigare i rischi legati a questo fenomeno, così come una gestione sicura della cartolarizzazione, per ridurre la dipendenza dal sistema bancario per il finanziamento dei progetti.
Costas Kadis (Cipro) – Pesca
Costas Kadis, candidato cipriota alla Commissione Pesca e Oceani, si è trovato di fronte a una sfida delicata: conciliare la protezione della biodiversità marina con le esigenze di un settore ittico che, spesso, è in contrasto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. La sua esperienza da biologo marino e l’impegno passato come Ministro dell’Ambiente di Cipro sono stati messi alla prova dalle domande di eurodeputati preoccupati per il futuro degli oceani e la gestione delle risorse ittiche.
Sostenibilità e competitività per il settore ittico
Nel suo discorso introduttivo, Kadis ha evidenziato la necessità di garantire un settore della pesca e dell’acquacoltura sostenibile, competitivo e resiliente. Per farlo, ha annunciato che si affiderà ai risultati dell’attuale valutazione della Politica Comune della Pesca (PCP), un’analisi approfondita delle normative vigenti che comprenderà una vasta consultazione con i soggetti interessati. I risultati, previsti entro la fine del 2025, saranno discussi con il Parlamento. In risposta a una domanda sulla possibilità di modificare la legislazione, Kadis non ha escluso questa opzione, in base ai risultati dell’analisi e all’evoluzione della flotta peschereccia dell’Ue.
Uno degli aspetti centrali sollevati durante l’audizione è stato il trattamento degli scarti di pesca, un tema che ha visto Kadis impegnato a sottolineare l’importanza di affrontare il problema dei rigetti in mare. Secondo il futuro commissario, infatti, gli scarti non solo non contribuiscono a una maggiore redditività, ma compromettono anche la sostenibilità marina. Kadis ha anche posto l’accento sulla necessità di raccogliere dati completi e di qualità per una gestione più responsabile delle risorse ittiche.
Conscio delle differenze tra la pesca su piccola scala e quella industriale, nonché delle diverse condizioni dei vari bacini marini, Kadis ha promesso una roadmap per la transizione energetica del settore ittico e dell’acquacoltura con un orizzonte al 2050, che sarà presentata entro la fine del 2025. L’obiettivo è anche quello di supportare le comunità costiere, spesso tra le più vulnerabili, attraverso politiche che rispondano alle sfide sociali ed economiche del settore, come l’invecchiamento della flotta, la carenza di mano d’opera qualificata e la necessità di ridurre la burocrazia.
Un altro tema affrontato da Kadis riguarda la lotta alla pesca illegale e non regolamentata, una pratica che minaccia la sostenibilità a lungo termine del settore. Il commissario-designato ha promesso di potenziare la cooperazione con i Paesi terzi attraverso accordi di partenariato per la pesca sostenibile, che devono garantire pari opportunità e consentire a questi Paesi di raggiungere gli alti standard applicati nell’UE. Riguardo al Regno Unito, Kadis ha garantito che l’Unione Europea difenderà l’accesso storico delle sue imbarcazioni alle zone di pesca nel contesto della rinegoziazione delle quote di pesca per il 2026.
Kadis ha inoltre sottolineato l’importanza di soluzioni scientifiche per rispondere alle sfide del settore, garantendo che le politiche siano basate su evidenze scientifiche e ascoltando le esigenze delle comunità locali. Ha ribadito il ruolo fondamentale degli oceani come serbatoi di carbonio e la necessità di tutelare la biodiversità, non solo per ragioni ecologiche, ma anche per la prosperità economica del settore. In questo contesto, le aree protette sono state identificate come uno strumento importante, non solo per la conservazione, ma anche per aumentare i guadagni derivanti dalla pesca.
Jozef Síkela (Repubblica Ceca) – Partenariati Internazionali
Nell’ambito delle audizioni parlamentari dei candidati della Commissione Europea, è stato il turno di Jozef Síkela, candidato del governo ceco per il portafoglio delle Partnership Internazionali. L’ex banchiere e ministro dell’Industria ha affrontato un intenso esame da parte della Commissione per lo Sviluppo del Parlamento Europeo, che ha messo sotto la lente la sua visione per l’iniziativa Global Gateway, un progetto da 300 miliardi di euro destinato a migliorare le infrastrutture nei paesi in via di sviluppo, contrastando la crescente influenza della Cina.
Per Síkela, quello in corso rappresenta il terzo tentativo per entrare a far parte della Commissione, dopo che in passato aveva tentato di assumere il portafoglio per l’energia e successivamente quello per il commercio. Ora, alla guida della Direzione Generale per le Partnership Internazionali, Síkela ha l’opportunità di gestire uno dei programmi più ambiziosi dell’Ue, il Global Gateway, volto a rafforzare le infrastrutture globali e a sostenere lo sviluppo nei paesi più poveri.
In un contesto geopolitico sempre più complesso, con la Cina che continua a espandere la propria influenza attraverso la Belt and Road Initiative, l’Europa punta sulla capacità di attrarre investimenti privati, una strategia che Síkela ha già messo al centro della sua proposta.
Global Gateway
Nel suo intervento introduttivo, Síkela ha spiegato che la sua priorità sarà quella di bilanciare gli aspetti economici con i principi di sviluppo sostenibile. L’Ue, secondo il suo parere, deve puntare a sfruttare al massimo le partnership pubblico-private per affrontare le sfide globali, come la povertà e i conflitti, promuovendo al contempo il buon governo e l’adozione degli obiettivi dell’Accordo Verde Europeo. Il candidato ha sottolineato la necessità di una maggiore assertività dell’Unione nei confronti dei paesi partner, in particolare in Africa, dove altre potenze come la Cina stanno imponendo la loro presenza in modo sempre più invasivo.
In risposta alle domande dei deputati, Síkela ha chiarito che non vede alcuna contraddizione tra l’apertura dei mercati e la lotta contro la povertà, evidenziando come l’integrazione del settore privato nei progetti di sviluppo sia fondamentale per garantire una crescita economica sostenibile nei paesi destinatari.
Trasparenza e sostenibilità degli aiuti
Una delle principali preoccupazioni sollevate dai deputati riguarda la trasparenza e l’efficacia degli aiuti allo sviluppo. Síkela ha garantito che la sua priorità sarà massimizzare l’efficienza della spesa per gli aiuti, rispondendo così alle critiche di chi ritiene che l’Ue non abbia fatto abbastanza per monitorare la destinazione delle risorse. In particolare, ha promesso di mantenere l’obiettivo di destinare il 10% del bilancio per gli aiuti all’istruzione, uno dei settori cruciali per lo sviluppo a lungo termine.
Inoltre, il candidato ha discusso le opzioni per alleggerire il debito dei paesi partner, una proposta che dovrà essere discussa con gli altri paesi donatori. In merito alla migrazione, un altro tema caldo, Síkela ha promesso di adottare un approccio globale, che rispetti i valori europei ma che allo stesso tempo consideri le necessità legate al controllo dei flussi migratori, anche attraverso il rafforzamento dei legami con i paesi di origine.
Andrius Kubilius (Lituania) – Difesa e Spazio
Andrius Kubilius, ex primo ministro della Lituania, ha fatto il suo debutto come candidato per il portafoglio di Commissario europeo alla Difesa e allo Spazio, un ruolo che potrebbe rivelarsi cruciale nell’ambito della strategia difensiva dell’Unione Europea. Si tratta della prima volta che un politico si propone per un incarico che unisce la difesa e lo spazio, due settori di crescente rilevanza, soprattutto considerando il contesto geopolitico e le sfide globali.
Tuttavia, il suo successo dipende in larga misura dalle scelte politiche della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che dovrà garantire a Kubilius il potere reale e i fondi necessari per far fronte alle emergenze del settore. Durante la sua audizione, Kubilius ha delineato una visione ambiziosa per rafforzare la difesa dell’Unione Europea, incentrata sulla creazione di un vero e proprio “Unione della Difesa Europea”. Un progetto che mira a rispondere a minacce globali come le aggressioni ibride e la militarizzazione dello spazio, ma anche a superare il frazionamento del mercato della difesa in Europa.
Nel suo intervento introduttivo, Kubilius ha sottolineato l’urgenza di affrontare le minacce esistenziali alla sicurezza europea, che spaziano dalla guerra convenzionale agli attacchi ibridi, fino alla crescente competizione globale in termini di spesa per la difesa, con potenze come la Russia e la Cina che sembrano superare l’Europa. Ha anche evidenziato i limiti legati agli investimenti insufficienti nella difesa e la frammentazione dei mercati europei. Secondo Kubilius, la soluzione sta nell’avviare una vera e propria integrazione delle risorse militari europee, con un forte impegno a favore di un potenziamento delle capacità e delle risorse necessarie per implementare i piani di deterrenza e difesa della Nato.
Il candidato ha promesso che, se confermato, presenterà un “libro bianco” sulla difesa europea entro i primi 100 giorni di mandato. Questo documento servirà a definire una nuova visione strategica e a individuare le necessità di investimento per sviluppare una capacità di difesa a tutto spettro per l’Unione. Kubilius ha ribadito l’urgenza di “spendere di più, spendere meglio, spendere insieme e spendere europeo”, e ha proposto di intensificare la produzione di equipaggiamenti di difesa a livello Ue, utilizzando il bilancio europeo per affrontare le priorità urgenti di difesa.
La gestione delle risorse
Le domande degli eurodeputati si sono concentrate anche sulla gestione delle risorse, in particolare sul modo in cui stimolare gli Stati membri a investire maggiormente nella difesa. Kubilius ha risposto che la preparazione, pur essendo costosa, è molto meno onerosa rispetto a dover affrontare una crisi impreparati. In tema di finanziamenti, ha suggerito che la Banca Europea per gli Investimenti potrebbe rivedere le sue politiche di prestito, e ha auspicato che il prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea preveda una maggiore allocazione di fondi per la difesa e lo spazio. Un piccolo aumento nei bilanci di difesa dei singoli Stati membri, ha aggiunto, potrebbe fare una differenza significativa a livello comunitario.
Molti eurodeputati hanno interrogato Kubilius anche riguardo alla necessità di un’Europa autosufficiente nella produzione di equipaggiamenti di difesa. Il candidato ha ribadito che la competitività industriale dell’Europa è fondamentale, sottolineando che l’aumento della spesa per la difesa non dovrebbe essere visto come una reazione alla politica di Trump, ma come una necessità strategica in risposta a Putin.
Per quanto riguarda la difesa europea, alcuni parlamentari hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla possibilità che un’armata dell’UE possa sostituire quelle nazionali. Kubilius ha risposto che l’Unione Europea non ha l’intenzione di sostituire la sovranità degli Stati membri, ma piuttosto di aiutarli a raggiungere obiettivi comuni che un singolo paese non potrebbe conseguire da solo.
Il candidato ha anche parlato della necessità di un impegno continuo nell’ambito delle tecnologie spaziali. L’Europa, ha detto Kubilius, non può permettersi di rimanere indietro nella rivoluzione spaziale e deve continuare a portare avanti i suoi programmi spaziali di punta. Tra le sue priorità, l’autosufficienza europea nell’accesso allo spazio, una nuova legge europea per lo spazio e il rafforzamento della competitività dell’industria spaziale dell’Ue.
Olivér Várhelyi (Ungheria) – Salute
Olivér Várhelyi, ilcandidato ungherese alla carica di Commissario per la Salute e il Benessere Animale, è stato sottoposto una delle audizioni più intense e scrutinanti del Parlamento Europeo. La sua audizione si è svolta con l’obiettivo di verificare le sue credenziali per un ruolo che, nonostante la sua lunga esperienza, sembra suscitare molte riserve tra i deputati europei.Várhelyi, che ha già ricoperto ruoli di rilievo nella Commissione Europea, in particolare come responsabile del portafoglio per l’allargamento durante il primo mandato di Ursula von der Leyen, ha affrontato le domande dei deputati con una preparazione meticolosa, ma il suo passato potrebbe metterlo in difficoltà. Le sue posizioni politiche e le critiche ricevute in passato sono infatti oggetto di attenta valutazione.
Nel suo intervento iniziale, Várhelyi ha delineato le sue priorità in caso di conferma, partendo dal rafforzamento dell’Unione Europea della Salute. Ha assicurato che la sua azione si concentrerà sull’attuazione di misure preventive in ambito sanitario, sulla disponibilità di trattamenti e medicinali, e sul rafforzamento della ricerca clinica in Europa. Il candidato ha ribadito l’importanza dell’approccio “One Health”, un modello che considera la salute umana, animale e ambientale come un unico sistema interconnesso.
Un altro punto centrale del suo programma riguarda la riforma farmaceutica europea, con l’introduzione di un “Critical Medicines Act” per garantire l’accesso a farmaci essenziali e il lancio di un “European Biotech Act” per stimolare l’innovazione nel settore biotecnologico. Várhelyi ha inoltre parlato della necessità di rivedere la legislazione sui dispositivi medici e sui prodotti del tabacco, proponendo azioni concrete per rafforzare la legislazione europea in questi settori.
Il candidato ha dedicato un ampio spazio al Piano Europeo contro il Cancro, riaffermando il suo impegno a completarlo, e ha annunciato l’intenzione di avviare iniziative simili per combattere le malattie cardiovascolari. La salute mentale, in particolare quella dei giovani, è un altro tema su cui Várhelyi si è espresso con determinazione, affermando che il suo mandato avrebbe incluso azioni concrete per affrontare questo crescente problema sociale. Non sono mancati riferimenti alla lotta contro la resistenza antimicrobica, considerata una delle sfide sanitarie più urgenti per l’Europa.
Sul fronte della sicurezza alimentare, Várhelyi ha presentato la “Visione per l’Agricoltura e il Cibo” della Commissione, promettendo di ridurre i rischi legati ai pesticidi e di promuovere alternative non chimiche. Ha inoltre sottolineato l’importanza di mantenere gli elevati standard di sicurezza alimentare, rassicurando i consumatori che i prodotti importati nell’UE rispetteranno i criteri europei. In tema di benessere animale, ha garantito il suo impegno a migliorare le condizioni degli animali da allevamento e a mettere fine all’uso delle gabbie.
I temi sollevati dai deputati
Durante l’audizione, i deputati non hanno risparmiato domande su temi cruciali come l’autorizzazione dei vaccini, i diritti sessuali e riproduttivi, la lotta alla discriminazione in ambito sanitario, e le barriere nell’assistenza sanitaria transfrontaliera. Sono stati inoltre trattati temi relativi all’accesso equo alle cure sanitarie, alla competitività del settore sanitario europeo e alla gestione delle malattie infettive. Un altro argomento di rilevante interesse è stato quello della sicurezza alimentare e della regolamentazione dei prodotti agricoli, con domande specifiche riguardanti il controllo delle malattie animali e la gestione delle emergenze sanitarie transfrontaliere.
Giovedì 7 novembre
Wopke Hoekstra (Paesi Bassi) – Clima
Wopke Hoekstra, il Commissario designato per il Clima, la Neutralità Climatica e la Crescita Verde, ha affrontato l’audizione davanti a tre commissioni del Parlamento europeo, proponendo soluzioni di mercato per affrontare la catastrofe climatica globale. Con il suo approccio pragmatico, radicato nell’esperienza in McKinsey e nella gestione finanziaria, Hoekstra ha cercato di guadagnarsi la fiducia degli europarlamentari, presentando la sua visione per un futuro a zero emissioni entro il 2050, nonostante le critiche e le preoccupazioni provenienti dalle imprese e dai cittadini.
L’audizione di Hoekstra è iniziata con un atto di solidarietà verso le vittime delle recenti alluvioni a Valencia, sottolineando la necessità di una maggiore preparazione europea per affrontare i rischi climatici crescenti. Il Commissario designato ha poi ribadito il suo impegno per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ha confermato che presenterà un Piano europeo di adattamento ai cambiamenti climatici. Inoltre, ha proposto che i fondi dell’UE siano destinati solo a progetti che siano adattati ai rischi legati al cambiamento climatico.
Hoekstra ha affrontato le domande degli eurodeputati sul difficile equilibrio tra la necessità di rispettare le leggi climatiche e i costi che queste comportano per le aziende e i cittadini. Ha riconosciuto che la transizione energetica deve essere giusta, impegnandosi a garantire una riduzione delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040, come previsto dalla Legge sul Clima dell’Ue. Al contempo, ha assicurato che l’Ue lavorerà per eliminare i sussidi ai combustibili fossili finanziati dal bilancio comunitario, come parte di un impegno più ampio per una transizione verde.
Un altro tema fondamentale discusso durante l’audizione è stato il ruolo dell’Ue nelle negoziazioni internazionali sul clima. Hoekstra ha ribadito la necessità di un’Europa più assertiva, in grado di esercitare pressioni sui suoi partner internazionali per adottare politiche climatiche più ambiziose. Ha parlato di meccanismi come il Carbon Border Adjustment Mechanism, che non solo aiuta a difendere la competitività dell’industria europea, ma funge anche da leva per evitare che le imprese spostino la produzione fuori dall’Ue.
L’accordo industriale verde dell’Ue
Tra le proposte avanzate da Hoekstra c’è l’intenzione di presentare entro 100 giorni un “Clean Industrial Deal” che sosterrà le imprese europee nella transizione verso un’economia verde. Il Commissario designato ha ribadito che gli sforzi per la mitigazione climatica rappresentano anche un’opportunità per le aziende europee di diventare leader nell’economia globale. Le domande degli eurodeputati si sono concentrate anche sulla destinazione dei fondi provenienti dal sistema di scambio delle emissioni (ETS) dell’Ue, con Hoekstra che ha risposto che il tema verrà affrontato nella revisione del 2026.
Uno dei temi più discussi è stato quello dell’industria automobilistica europea e il futuro della normativa sui motori a combustione. Hoekstra ha confermato l’intenzione di mantenere il calendario previsto per il bando dei motori a combustione entro il 2035. Al contempo, ha promesso di “combattere ferocemente” per assicurare un ambiente economico favorevole alle industrie automobilistiche, delle batterie e verdi dell’Ue. Ha anche sottolineato l’importanza di investire nelle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici e nella rete elettrica europea.
A proposito di fiscalità, Hoekstra ha espresso la necessità di un sistema fiscale che faciliti gli obiettivi climatici, contribuendo a ridurre le disuguaglianze globali. Il Commissario designato ha parlato di avanzare su un sistema fiscale internazionale che sostenga le ambizioni climatiche dell’Ue. Tra le possibili novità, ha accennato alla creazione di una tassa sul carburante aereo, seppur con una revisione più approfondita prevista per il 2026.
Marta Kos (Slovenia) – Allargamento
La candidatura di Marta Kos, proposta per assumere il portafoglio dell’allargamento dell’Unione Europea, rappresenta una grande opportunità per la Slovenia, che si trova a giocare un ruolo chiave in un contesto geopolitico delicato. Con Paesi come Ucraina, Moldova e Albania che aspirano ad entrare nell’Ue, il compito di Kos non è affatto semplice. Questo portafoglio è uno dei più sensibili dal punto di vista politico e strategico, e la sua audizione ha suscitato grande attenzione.
Kos, ex ambasciatrice a Berlino e Ginevra, ha dovuto affrontare un percorso travagliato prima di arrivare alla sua nomina. Dopo che il primo candidato sloveno, Tomaž Vesel, si è ritirato sotto la pressione della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che aveva sollecitato una maggiore rappresentanza femminile nel suo team, la candidatura di Kos è stata accompagnata da ritardi e tensioni politiche interne. La sua ascesa è stata ulteriormente complicata dalle dichiarazioni concilianti nei confronti di Mosca nel 2022 e dal suo passato da consulente, che l’hanno messa sotto una stretta sorveglianza pubblica.
Durante la sua audizione, Kos ha voluto sottolineare come l’allargamento dell’Ue abbia rappresentato una costante nella sua vita. Ha ricordato il suo impegno per la libertà e la democrazia, un obiettivo condiviso dalla sua generazione, con l’adesione all’Ue come obiettivo fondamentale. La sua visione è quella di affrontare l’allargamento come una maratona e non come una corsa breve. L’approccio deve essere meritocratico, con ogni Paese candidato valutato in base ai propri progressi, senza scorciatoie. Kos ha ribadito la necessità di mantenere un processo di integrazione che sia sostenibile, con un forte supporto politico ed economico per i Paesi che intraprendono riforme. Ha inoltre sottolineato che i Paesi candidati devono essere ben preparati, accompagnati lungo il processo e con la possibilità di beneficiare della graduale integrazione nel mercato unico.
L’Ucraina è stata un altro tema centrale della sua audizione. Kos ha enfatizzato l’importanza di sostenere Kiev nella sua ricostruzione, in coordinamento con i partner internazionali, e ha ribadito che il contrasto all’aggressione russa è una priorità assoluta. L’allargamento dell’Ue deve essere visto come un’opportunità per l’Ucraina, ma anche per la Moldova e per i Paesi dei Balcani occidentali. Kos ha promesso di lavorare per la riconciliazione regionale, cercando di risolvere le problematiche bilaterali che ostacolano l’accesso dei Paesi della regione all’Unione. Ha inoltre ribadito l’importanza di continuare a lavorare sulla questione di Cipro, poiché questo influisce sulle future relazioni tra l’Ue e la Turchia, sostenendo al contempo i diritti umani e la democrazia.
Durante l’interrogatorio da parte dei membri della Commissione, Kos ha ribadito il suo impegno a mantenere l’integrità del processo di allargamento, attraverso un approccio basato su meriti e il rispetto dei valori fondanti dell’Unione Europea. Ha sottolineato che il processo deve essere trasparente, con un controllo rigoroso sull’utilizzo dei fondi europei e la verifica del rispetto dei criteri necessari per l’ammissione dei nuovi Stati membri. Kos ha poi dichiarato che la decisione finale sull’adesione di un Paese spetta ai membri dell’Ue e alle istituzioni europee, e che è fondamentale che si svolgano parallelamente le riforme interne necessarie all’Unione per accogliere nuovi membri.
Piotr Serafin (Polonia) – Bilancio
Il candidato polacco per il portafoglio di bilancio, lotta contro la frode e la pubblica amministrazione nell’Unione Europea, Piotr Serafin, si è presentato davanti alle commissioni Bilanci e Controllo del bilancio del Parlamento Europeo delineando le sue priorità per il prossimo quadro finanziario pluriennale (MFF) dell’Unione, che coprirà il periodo 2028-2034.
Serafin, già stretto collaboratore di Donald Tusk durante il suo mandato alla presidenza del Consiglio europeo, ha usato la sua esperienza decennale a Bruxelles per proporre un bilancio che unisca la necessità di affrontare le nuove sfide globali, come la difesa e la digitalizzazione, senza compromettere gli obiettivi storici dell’Ue in materia di clima, coesione e agricoltura. In un intervento a tratti tecnico, ha sottolineato la necessità di mantenere la flessibilità, la semplicità e l’efficienza nella gestione delle risorse, proponendo di “estrarre il massimo da ogni Euro” speso.
Priorità future
Il dibattito si è concentrato sull’architettura del nuovo MFF, un documento fondamentale per rispondere alle sfide economiche e sociali che l’Unione dovrà affrontare nei prossimi anni. Diverse voci si sono alzate per chiedere chiarimenti sulla gestione del debito derivante dal programma NextGenerationEU e sulle modalità di tutela di programmi strategici come la coesione, l’agricoltura e gli investimenti nelle infrastrutture. Al centro anche la proposta di un Fondo per la Competitività dell’Europa, pensato per stimolare l’innovazione nei vari Stati membri, ma la cui modalità di finanziamento rimaneva un punto oscuro.
Serafin ha ammesso che la situazione non è semplice, considerando il tetto massimo di spesa fissato al 1% del PIL dell’Ue. Tuttavia, ha ribadito l’importanza di proteggere i finanziamenti a livello europeo, che considera più efficienti rispetto agli investimenti nazionali, e ha promesso di lavorare con gli Stati membri per individuare nuove fonti di risorse proprie per l’Unione. Il candidato ha citato come esempio il progetto STEP (Strategic Technologies for Europe Platform), che vedrebbe la luce sotto il suo mandato come una delle iniziative chiave per alimentare il futuro fondo per la competitività.
Un altro punto cruciale sollevato dai deputati è stato l’alto tasso di errori riscontrati nella gestione dei fondi dell’Unione, come evidenziato dai rapporti della Corte dei conti europea. Serafin ha tenuto a chiarire che l’errore non è sinonimo di corruzione o frode, ma riflette principalmente la complessità delle norme che regolano la gestione del bilancio europeo. Per questo, ha proposto una revisione delle procedure, con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai fondi, in modo che non diventi “un incubo burocratico” per i beneficiari.
In tema di lotta alla frode, Serafin ha suggerito un rafforzamento della cooperazione tra l’Ufficio europeo per la lotta antifrode e la Procura europea. Ha promesso di lavorare a una riforma dell’architettura anti-frode per intensificare la collaborazione tra queste due istituzioni cruciali, affinché possano svolgere un ruolo più incisivo.
Un altro tema caldo della discussione è stato il rispetto dello Stato di diritto e l’uso appropriato dei fondi europei. Alcuni deputati hanno chiesto come prevenire che gli Stati membri che non rispettano i valori fondanti dell’Unione abusino dei fondi europei. In risposta, Serafin ha sottolineato l’importanza di legare i rapporti annuali sullo Stato di diritto al bilancio dell’Ue, ma ha precisato che le decisioni in merito dovranno basarsi su motivazioni legali e non politiche, per evitare conflitti e strumentalizzazioni.
Valdis Dombrovskis (Lettonia) – Economia e Semplificazione
Il vice presidente uscente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ha affrontato l’audizione parlamentare per il suo terzo mandato da Commissario europeo per l’economia, un incarico che lo vedrà chiamato a fronteggiare sfide economiche sempre più complesse, in un momento cruciale per il futuro economico dell’Unione Europea. L’attuale scenario geopolitico, con la guerra in Ucraina, la sfida alla competitività globale e la necessità di rafforzare la transizione ecologica, pongono l’Ue davanti a obiettivi ambiziosi che richiedono politiche economiche integrate e capaci di rispondere alle pressioni interne ed esterne.
Dombrovskis, già conosciuto per la sua gestione rigorosa della disciplina fiscale e per il suo approccio conservatore in materia di bilancio, ha ribadito l’importanza di preservare la stabilità fiscale, in un periodo in cui il debito pubblico, ingigantito dalla crisi pandemica, rimane un tema caldo. Ma l’equilibrio tra rigore fiscale e necessità di investimenti per il rilancio dell’economia europea è sempre più difficile da mantenere. In questo contesto, il Commissario designato si è trovato a dover rassicurare i deputati europei sulla sua capacità di coniugare sostenibilità fiscale e crescita economica, senza minare la capacità degli Stati membri di investire nelle loro priorità industriali e sociali.
Le nuove sfide
Durante la sua audizione, Dombrovskis ha delineato i principali obiettivi del suo mandato, mettendo in evidenza la necessità di rafforzare la coesione sociale ed economica all’interno dell’Unione, promuovendo un modello economico che sia equo e sostenibile. L’impegno a garantire l’implementazione delle regole di governance economica in modo “credibile e imparziale” è stato uno dei punti salienti del suo intervento. Tuttavia, alcuni membri del Parlamento europeo hanno sollevato dubbi sulla possibilità che l’attuale quadro di governance economica possa condurre a misure di austerità perpetue, senza adeguamenti sulle entrate fiscali che potrebbero alleviare la pressione sugli Stati membri.
Un altro tema centrale è stato quello della transizione ecologica. Il Commissario ha confermato l’impegno dell’Ue nella lotta al cambiamento climatico, ma ha anche fatto riferimento alla necessità di un’economia che non penalizzi eccessivamente le piccole e medie imprese, già sotto pressione per rispettare le normative ambientali. In questo contesto, ha annunciato misure per ridurre il carico burocratico, utilizzando tecnologie digitali come il portafoglio digitale e l’identità elettronica per semplificare le procedure aziendali e ridurre il peso delle normative.
Uno dei temi più dibattuti durante l’audizione è stato quello degli investimenti. Con l’esaurirsi dei fondi del Recovery and Resilience Facility, i deputati hanno sollevato la questione di un potenziale “gap” negli investimenti europei, che potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine dell’Unione. Dombrovskis ha ribadito la necessità di finanziare gli investimenti tramite una maggiore integrazione del debito comune dell’Ue, una proposta che potrebbe incontrare resistenze, soprattutto da parte dei Paesi più fiscali. In ogni caso, l’introduzione di strumenti finanziari specifici per settori strategici come la difesa e la transizione verde sembra essere una priorità nella strategia di Dombrovskis.
Un altro impegno significativo di Dombrovskis è stato quello di semplificare le normative esistenti, rendendole più accessibili e meno onerose per le imprese, con l’obiettivo di ridurre del 25% gli oneri burocratici per le imprese e del 35% per le PMI. L’attenzione alla sostenibilità delle piccole e medie imprese è stata uno degli aspetti più apprezzati durante l’audizione, poiché si teme che l’introduzione di normative troppo complesse possa mettere in difficoltà il tessuto imprenditoriale europeo.
Infine, il Commissario designato ha sottolineato l’importanza di una maggiore responsabilità democratica, in particolare riguardo alla gestione del Semestre Europeo, il meccanismo di coordinamento economico dell’Ue, e ha annunciato iniziative per garantire che i processi di attuazione delle politiche siano monitorati e adattati alle reali esigenze delle imprese e dei cittadini.
Le prossime fasi
Concluse le prime quattro intense giornate di audizioni, si delineano già alcuni dei temi centrali che probabilmente guideranno il mandato della nuova Commissione von der Leyen: dalla sicurezza economica alla transizione energetica, dalla tutela della biodiversità fino alla gestione delle complesse dinamiche migratorie. In questo primo giro, l’equilibrio tra i principali gruppi politici è stato mantenuto, con il patto di non aggressione tra PPE e Socialisti che ha retto senza grandi scossoni, nonostante qualche tensione. Salvo poche eccezioni, la maggior parte dei commissari ha superato le audizioni senza problemi significativi, a parte la liberale belga Hadja Lahbib, designata agli Aiuti umanitari, e la popolare svedese Jessika Roswall, nominata per l’Ambiente, entrambe ammesse grazie a un accordo di reciproca desistenza.
L’unico commissario ancora in bilico è l’ungherese Olivér Várhelyi, proposto per la Salute. La sua audizione ha lasciato dubbi significativi, non solo per le sue dichiarazioni sul ruolo delle donne, che hanno sollevato perplessità in Parlamento, ma anche per alcune ambiguità sul suo programma. Prima di un eventuale via libera, dovrà rispondere a cinque domande scritte, che potrebbero anche portare a una seconda audizione.
Nel frattempo, il partito ECR, puntando su un atteggiamento strategico e moderato, ha sostenuto 19 dei 20 candidati commissari, compresi alcuni esponenti socialisti e popolari, per facilitare l’ottenimento della maggioranza necessaria e consolidare la sua posizione in vista dell’audizione dell’italiano Raffaele Fitto il 12 novembre.
Con un clima di tensione crescente e con alcuni nodi ancora da sciogliere, la prossima settimana sarà cruciale per definire l’intera composizione della nuova Commissione, la cui ratifica finale è attesa alla plenaria di Strasburgo dal 25 al 28 novembre.