Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha monopolizzato l’attenzione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Unga). Dopo l’intoppo che ha visto il gobbo elettronico fuori uso e costretto il tycoon ad andare “a braccio”, il presidente si è lasciato ispirare dando voce ai suoi pensieri: prima una messa in discussione del ruolo dell’Onu nei conflitti internazionali, poi un duro attacco contro l’Unione europea e le sue politiche su immigrazione e clima, così come sulla dipendenza energetica dalla Russia.
L’intervento, che si svolge in un periodo di crisi globali che spaziano dall’esodo di Gaza al persistere della guerra in Ucraina, Donald Trump ha deviato spesso dal copione e si è protratto ben oltre il limite raccomandato di 15 minuti, arrivando a superare il triplo con 57 minuti di discorso.
Il cambiamento climatico è la “più grande truffa”
Il tema più controverso contro il quale Donald Trump si è scagliato parlando delle politiche europee e della Nato è quello dedicato all’ambiente. Il presidente statunitense è tornato più volte sul cambiamento climatico definendolo “la più grande truffa mai perpetrata ai danni del mondo”.
L’agenda verde, secondo il tycoon, non funziona ed è troppo costosa: “Se non vi liberate da questa truffa dell’energia verde, fallirete. L’Europa, d’altro canto, ha ancora molta strada da fare, poiché molti Paesi sono sull’orlo della distruzione a causa del programma per l’energia verde”. Ha liquidato in generale le energie rinnovabili sostenendo che “All green is all bankrupt“, un monito a guardare al portafoglio, insomma.
Solo pochi minuti prima, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in apertura dell’80esima Assemblea generale dell’Onu si era espresso proprio sullo stesso tema sostenendo che “la crisi climatica accelera, ma lo stanno facendo anche le soluzioni, il futuro green è già qui. Dobbiamo scegliere azioni climatiche, nessun paese è sopra la legge. Limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi entro la fine di questo secolo è ancora possibile. Ma la finestra si sta chiudendo”, ha aggiunto Guterres sottolineando che ”dobbiamo intensificare l’azione, soprattutto attraverso piani climatici nazionali rafforzati”.
Accuse a Nato e Ue: “State finanziando la guerra”
Un altro punto focale, cruciale per la sicurezza e la politica estera europea, è stato quello relativo al conflitto in Ucraina. Trump ha accusato duramente i Paesi membri della Nato, molti dei quali sono Stati membri dell’Unione europea, di finanziare la guerra della Russia.
“Nemmeno i Paesi della Nato hanno tagliato i ponti con la Russia, né con i suoi prodotti energetici”, ha detto Trump. “Stanno finanziando la guerra contro se stessi”. A più di tre anni dal lancio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia , alcuni Stati dell’Unione europea continuano a importare miliardi di euro di energia e materie prime russe, che vanno dal gas naturale liquefatto all’uranio arricchito: “Stanno comprando petrolio e gas dalla Russia mentre combattono contro la Russia. È imbarazzante per loro”, ha detto Trump.
“In guerra non si sa cosa succederà, ci sono sempre molte sorprese, sia positive che negative – ha aggiunto – doveva durare “tre giorni” ed essere una “piccola scaramuccia veloce“, ma il fatto che si sia protratta così a lungo “sta facendo fare brutta figura alla Russia”.
La soluzione del tycoon è imporre dazi a Mosca: “Ma affinché queste tariffe siano efficaci, le nazioni europee, tutte riunite qui in questo momento, dovrebbero unirsi a noi nell’adottare esattamente le stesse misure”.
Immigrazione dei Paesi europei
L’immigrazione altrettanto al centro del dibattito e ancora una volta gli occhi puntati sull’Ue: “State distruggendo i vostri Paesi. Stanno venendo distrutti. L’Europa è in guai seri. È stata invasa da una forza di immigrati clandestini come nessuno ha mai visto prima. Gli immigrati clandestini si stanno riversando in Europa”. “I vostri Paesi andranno all’inferno“, ha detto Trump, accusando le Nazioni Unite di “sostenere le persone che entrano illegalmente negli Stati Uniti. L’Onu dovrebbe fermare le invasioni, non crearle o finanziarle”.
Gaza-Israele e il riconoscimento di due Stati
E non sono mancate critiche a quei Paesi che hanno affermato negli ultimi giorni di voler riconoscere lo Stato di Palestina. Contro questi Stati ha affermato: “Ora, come per alimentare il conflitto, alcuni membri di questo organismo stanno cercando di riconoscere unilateralmente uno Stato palestinese. Le ricompense sarebbero troppo grandi per i terroristi di Hamas per le loro atrocità. Questa sarebbe una ricompensa per queste orribili atrocità, incluso il 7 ottobre”.
