Asse Italia-Germania, perché il 2026 può segnare una svolta europea

"La soluzione ai nostri problemi è l'Europa”, nello specifico “un'Europa forte”: questa la visione espressa dai ministri degli Esteri italiano e tedesco durante la XVIII Conferenza degli Ambasciatori a Roma, dando voce a un nuovo asse Italia-Germania che potrebbe diventare anche un inedito traino per l’Ue
2 giorni fa
4 minuti di lettura
Xviii Conferenza Ambasciatrici Ambasciatori Farnesina1300
Antonio Tajani durante la XVIII Conferemza degli Ambasciatori (Foto Ministero degli Esteri)

La soluzione ai nostri problemi è l’Europa”. Lo ha detto il ministro degli Affari Esteri tedesco Johann Wadephul ieri nel corso di un incontro dedicato all’importanza della collaborazione tra Italia e Germania in un momento storico caratterizzato da molteplici sfide e particolarmente critico per l’Unione europea. Ma non un’Europa qualsiasi, bensì “un’Europa forte, capace di essere un motore di crescita e competitività”, ha affermato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, introducendo Wadepuhul, nell’ambito della XVIII Conferenza degli Ambasciatori in corso a Roma.

I due Paesi, storicamente molto vicini e attualmente convergenti su diversi obiettivi e modi di vedere, si candidano a fungere da inedito motore per l’Unione, andando a sostituire il classico asse franco-tedesco, indebolito dalla scarsa proattività del cancellierato di Olaf Scholz, a cui lo scorso febbraio è succeduto il cristiano-democratico Friederich Merz, e dalla prolungata crisi politica francese che va avanti da oltre un anno.

I due politici hanno ricordato innanzitutto il fatto che Italia e Germania sono membri fondatori dell’Unione Europea e che condividono “gli stessi valori e le stesse visioni”, e per questa via anche “la responsabilità di preparare l’Unione per le sfide del presente e quelle del futuro”, come ha spiegato Tajani. Wadephul ha aggiunto che “Germania e Italia hanno lo stesso Dna quando si tratta del progetto europeo. (…) Hanno capito presto che la riconciliazione, la cooperazione e la prosperità condivisa erano l’unica strada sostenibile per il nostro continente”. “E anche se la gente sembra divertirsi a minimizzare i successi dell’Ue e a concentrarsi sui suoi presunti difetti, la verità è che siamo un’unione di successo storico”, ha affermato ancora il tedesco.

Difesa, industria, spazio: la cooperazione nel concreto

“Il dialogo tra Italia e Germania in questo momento è molto, molto positivo”, ha spiegato poi il ministro italiano citando alcuni degli ambiti dove i due Paesi stanno “lavorando molto bene”, anche a “livello europeo”: difesa, industria, immigrazione illegale . A proposito di quest’ultima, Tajani ha specificato che “entrambi siamo a favore dell’immigrazione legale ma contro l’immigrazione illegale e i trafficanti di esseri umani”, mentre Wadephul ha detto che Berlino “continua a sostenere attivamente la Commissione Europea affinché lavori su soluzioni innovative nelle politiche migratorie”.

I due Paesi condividono inoltre una struttura economica molto simile, una stretta integrazione delle filiere e un importante intercambio commerciale, come è stato ricordato ieri sera; di conseguenza, anche le sfide sono molto simili, in particolare, ha citato il ministro tedesco, “a causa della pressione dei concorrenti cinesi, spesso derivante da sussidi sleali e distorsivi”. Ma “Germania e Italia sono entrambe convinte che il libero scambio e un’Europa aperta siano un motore di crescita e prosperità”, ha aggiunto auspicando un’azione congiunta in tal senso e il sostegno italiano per finalizzare l’accordo Ue sui macro-chip previsto in settimana. Anche il tema delle materie prime critiche è fondamentale, hanno riconosciuto i due ministri.

Berlino e Roma si stanno muovendo nel segno della collaborazione: nel novembre 2023 hanno firmato un piano d’azione su politica industriale, spazio, tecnologie digitali, green, sicurezza e difesa, migrazione e cultura, e il 23 gennaio terranno un incontro intergovernativo a Roma per proseguire nel suo solco. Inoltre, la scorsa settimana al secondo forum ministeriale italotedesco è stato prodotto un documento congiunto di politica industriale su auto e siderurgia che ha al centro la revisione della transizione ecologica europea e in particolare dello stop ai motori endotermici previsto per il 2035.

Nel quadro della cooperazione trova un posto di primo piano la difesa. Nell’ottobre 2024, Leonardo e Rheinmetall hanno costruito la joint venture paritetica LRMV che punta a una sinergia industriale concreta nel settore, alla quale si si aggiungono progetti già esistenti come l’Eurofighter e l’Eurodrone.

Anche lo spazio, fondamentale per l’autonomia strategica del continente, costituisce un pilastro chiave di questa partnership strategica, con al centro della collaborazione il programma IRIS², la costellazione satellitare europea per comunicazioni sicure e sovrane con il primo lancio previsto nel 2029. “Siamo a un punto di svolta per la politica spaziale europea”, ha detto Wadwphul.

Stessa visione anche in tema semplificazione. “Dobbiamo tagliare la burocrazia in Europa per alleggerire le aziende e promuovere l’innovazione“, ha sintetizzato il ministro tedesco.

“Nessuna decisione sull’Ucraina senza l’Ucraina”

Ovviamente si è parlato anche di politica estera, toccando vari ambiti: Africa (Wadephul ha ricordato i “livelli apocalittici di fame, fuga e sfollamento in Sudan”), Balcani occidentali (“Entrambi ne sosteniamo fortemente l’unificazione”, ha precisato Tajani, mentre Wadephul ha ricordato che in quest’area “l’interferenza politica è diventata uno strumento di potere” e un mezzo per minare la democrazia), Medio Oriente (“Crediamo nel futuro in uno stato di Israele e in uno stato palestinese che vivano in pace”, ha affermato il politico italiano, mentre il ministro tedesco ha affermato che “anche se ora, fortunatamente, c’è un fragile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, le persone continuano ad aver bisogno di aiuto urgente”).

Ma soprattutto l’Ucraina, tema centrale per l’Europa ed incandescente in questi giorni di febbrili trattative, nelle quali l’Unione è riuscita a porsi come ‘consigliera’ di Kiev nei colloqui con gli Usa. “Entrambi sosteniamo fortemente la libertà dell’Ucraina, e vogliamo lavorare per una pace giusta e duratura, (…) anche nel formato di coordinamento E4”, ha affermato il titolare della Farnesina, a cui ha fatto eco l’omologo tedesco: “Non ci può essere nessuna decisione sull’Ucraina senza l’Ucraina e nessuna decisione sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento di noi europei”.

“I confini non devono essere cambiati con la forza. (…) Una cosa deve essere chiara a tutti noi: la Russia rimane un Paese aggressivo e imperialista”, ha affermato Wadephul ammonendo che “Putin sta perlomeno creando l’opzione per una guerra contro la Nato (…). Dobbiamo prepararci a questo”.

Usa sempre alleati, ma rafforzare il pilastro europeo della Nato

Prepararci significa difesa, il che significa Nato e Stati Uniti. “Entrambi (Germania e Italia, ndr) vogliamo rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza. Siamo amici degli Usa, ma dobbiamo bilanciare questa situazione. La protezione della nostra libertà è stata in gran parte ‘made in America’. Ora dobbiamo essere tutti insieme protagonisti”. Il che implica “spendere di più in sicurezza. Non è facile, ma dobbiamo farlo”.

Concorde Wadephul: “Per tutti noi, gli Stati Uniti rimangono il nostro alleato più importante. Tuttavia, non siamo d’accordo con il modo in cui l’Europa viene affrontata, che attacca ciò che lega le nostre società. L’Unione Europea è una storia di successo. Se l’Ue non esistesse, dovremmo inventarla. Non c’è dubbio che ancora una volta noi europei apporteremo gli aggiustamenti necessari per padroneggiare le nuove sfide”.

E per fare ciò, secondo il ministro tedesco “negli ultimi 75 anni la risposta è stata la stessa, una risposta che è più grande di entrambi noi da soli (…): la soluzione ai nostri problemi è l’Europa. Spetta a noi far funzionare questa idea nei nostri tempi in evoluzione e pieni di sfide. L’Europa ha bisogno di coraggio e l’Italia deve giocare un ruolo di primo piano”.

Insomma, il 2026 potrebbe essere l’anno d’Italia e Germania, una partnership che potrebbe anche diventare per l’Unione una nuova e imprevista carta strategica da giocare in un contesto internazionale che subisce le pressioni del presidente americano Donald Trump e dove la forza è tornata rapidamente a plasmare gli equilibri e le direzioni globali.