Armi europee all’Ucraina per colpire la Russia? L'(ennesima) minaccia di Mosca: “Useremo l’atomica”

Mosca è pronta a usare il nucleare contro l’Occidente. Lo fa sapere il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, che ha risposto duramente alla risoluzione del Parlamento europeo
2 mesi fa
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Presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin
Presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin (Ipa/Fotogramma)

Mosca è pronta a usare il nucleare contro l’Occidente. Lo fa sapere il presidente della Duma russa, Vyaceslav Volodin, che ha risposto duramente all’approvazione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione controversa. L’Ue sollecita gli Stati membri a revocare le restrizioni sull’uso delle armi occidentali fornite all’Ucraina.

Il testo, votato con una maggioranza schiacciante, invita a permettere a Kiev di impiegare queste armi contro obiettivi militari russi, alimentando una reazione immediata da parte di Mosca.

La reazione russa

Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, ha avvertito che la Russia è pronta a ricorrere a “armi più potenti”, alludendo esplicitamente all’uso di armi nucleari in caso di attacchi ucraini sul suolo russo con armamenti occidentali.

Questo avvertimento, riportato dall’agenzia di stampa Tass, rappresenta uno dei segnali più espliciti di escalation nella guerra retorica tra Russia e Occidente. Volodin ha definito la risoluzione europea una mossa che potrebbe portare il mondo verso un conflitto di portata globale, con l’uso di armi nucleari come opzione estrema.

Il contesto della risoluzione europea

La risoluzione è stata approvata a Strasburgo con 377 voti favorevoli contro 191 contrari e 51 astenuti. Sebbene non sia vincolate, il fatto che sia stata approvata a larga maggioranza la dice lunga sui rapporti tra i partiti europei, i legami nati o rotti e le possibili conseguenze che ciò potrebbe avere sull’Occidente.

Nel documento, si esorta non solo a fornire maggiori munizioni e sistemi di difesa all’Ucraina, ma anche a revocare i limiti sull’uso delle armi fornite, consentendo al governo di Zelensky di colpire in profondità il territorio russo. Questo passo, per i sostenitori della risoluzione, si rende necessario per evitare che le restrizioni indeboliscano l’efficacia degli sforzi militari ucraini, rischiando di vanificare gli aiuti finora offerti.

Tra i punti centrali, la risoluzione sottolinea l’importanza di consegnare all’Ucraina un milione di munizioni, un impegno già preso dagli Stati membri nel marzo 2023. Viene inoltre sollecitata una rapida fornitura di sistemi di difesa aerea, con Paesi come la Germania pronti a contribuire significativamente. Berlino ha già annunciato l’invio di carri armati Leopard 1A5, veicoli antimine, radar e munizioni, consolidando il proprio impegno a sostegno di Kiev.

La minaccia nucleare

Le sue parole di Volodin hanno riecheggiato quelle già espresse più volte dal presidente russo Vladimir Putin, che ha fatto del deterrente nucleare uno strumento centrale della strategia di difesa della Russia.

La Nato, dal canto suo, ha fatto sapere che non diventerà parte del conflitto ucraino se i suoi stati membri autorizzeranno Kiev a colpire il territorio russo con armi di fabbricazione occidentale. Lo ha affermato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un’intervista a Foreign Policy.
Riguardo l’operato della Russia in materia di nucleare, Stoltenberg ha aggiunto che “finora non abbiamo visto alcun cambiamento nella loro posizione nucleare che richieda cambiamenti da parte nostra”.

Secondo l’Institute for the Study of War (ISW), think tank statunitense specializzato in analisi militari, l’eventualità che l’Ucraina possa colpire in profondità sul territorio russo utilizzando armi a lungo raggio fornite dall’Occidente è vista come un possibile sviluppo strategico significativo. Missili a lungo raggio come quelli già forniti da alcuni Paesi occidentali potrebbero minacciare direttamente basi e installazioni militari russe, inclusi depositi di munizioni e basi aeree. Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una risoluzione che incoraggia l’uso di tali sistemi per colpire obiettivi militari legittimi in Russia.

Tuttavia, mentre il sostegno occidentale è visto come fondamentale per rafforzare la resistenza ucraina, ci sono anche preoccupazioni che colpire il territorio russo possa portare a reazioni imprevedibili da parte di Mosca. Alcuni Stati dell’Ue, sebbene sostengano l’Ucraina militarmente, continua a considerare importanti i canali diplomatici per una soluzione pacifica del conflitto.

In questo scenario complesso, l’equilibrio tra il sostegno a Kiev e la gestione del rischio di escalation sarà decisivo nei prossimi mesi. Le parole di Volodin sono un chiaro segnale delle tensioni che permangono, ma anche della volontà russa di mantenere alta la pressione sul fronte nucleare. L’Occidente, nel frattempo, si trova a dover bilanciare il supporto militare con una strategia che eviti una degenerazione incontrollata del conflitto.

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