Erano oltre mille gli agricoltori provenienti dai Paesi membri dell’Ue che si sono riuniti alle porte di Bruxelles nella giornata di ieri. Protestano contro le norme ambientali e contro gli accordi commerciali stipulati per la salvaguardia del nostro Pianeta. Lo fanno a pochi giorni dalle elezioni che si terranno già a partire da domani, 6 giugno, fino a domenica 9 giugno.
Quelle degli scorsi giorni solo le ultime proteste i una lunga serie che hanno interessato il settore agricolo di tutti gli Stati Ue. Poco più di 500 trattori hanno invaso l’Atomium Park per mostrare i propri messaggi anti-Ue.
Tra i principali sindacati scesi in piazza c’erano la Coordination Rurale francese, Agricoltori Italiani, LSV tedesca, Plataforma 6 spagnola e Solidarność polacca. Alcuni di questi gruppi sono noti per i loro legami con partiti politici di estrema destra. Alcune lobby agricole più influente dell’europa, come Copa e Cogeca, così come tra alcune delle più grandi organizzazioni nazionali dell’Ue, come Coldiretti italiana, Fnsea, francese e Asaja, spagnola, non erano invece presenti alla protesta.
Quelli che sono stati soprannominati come i “difensori della terra” sostengono che le restrizioni e le norme del Green Deal, così come la Politica agricola comune (Pac) e più in generale le misure dedicate all’ambiente, non abbiano tenuto conto delle necessità economiche del settore, portando ad una crisi dello stesso.
Gli agricoltori olandesi, nello specifico, si sono opposti in particolare ai piani del precedente governo nazionale di rilevare le aziende agricole per ridurre il numero di bestiame e conformarsi alle norme Ue sulle emissioni di azoto.
“I costi della transizione”
I costi legati alla transizione verde dell’Unione europea dovrebbero essere condivisi per evitare di gravare settori specifici. A sostenerlo è stato l’ex primo ministro italiano Enrico Letta che ha citato gli agricoltori come un gruppo che fa resistenza alle riforme. Lo scorso mese, Letta ha presentato il suo rapporto sul mercato unico durante il vertice dei leader a Bruxelles, e ha detto: “Il fallimento di questo sforzo collettivo potrebbe portare alla resistenza di vari gruppi. Oggi potrebbero essere gli agricoltori, domani i lavoratori del settore automobilistico che sentono di sostenere in modo sproporzionato i costi della trasformazione senza un sostegno sufficiente”. Ma, come ha sottolineato l’ex premier, l’Ue deve raggiungere quanto prima gli “ambiziosi obiettivi verdi” perché il futuro dell’ambiente e dell’Ue dipenderà da “questi impegni”.
Secondo il rapporto, negli ultimi cinque anni le condizioni meteorologiche estreme hanno causato all’Ue perdite per 170 miliardi di euro. La proposta è stata quella di creare un fondo di aiuti di Stato a livello europeo per finanziare la transizione verde del blocco.
L’ombra delle destre europee
Le proteste degli agricoltori sono usate come arma per diffondere disinformazione sul clima. A sostenerlo è il rapporto del progetto Climate Facts Europe di European Fact-checking Standard Network. Secondo il think thank, si è cavalcata una profonda sfiducia nei confronti dell’Ue per produrre false narrazioni transfrontaliere. Attingendo ai fact-checking e alle debunking di 24 organizzazioni di fact-checking in tutta Europa, il report mostra che le accuse identificate erano spesso specificamente legate all’opposizione alle politiche climatiche dell’UE, come “narrazioni che accusavano falsamente l’Ue di promuovere carne coltivata in laboratorio e affermavano che i governi stavano deliberatamente distruggendo le infrastrutture idriche”.
Inoltre, il rapporto ha rilevato che i politici affiliati all’estrema destra erano responsabili della maggior parte dei post sui social media contro l’azione per il clima. Con l’avvicinarsi delle elezioni del Parlamento europeo del 2024, questo tipo di narrazione, denuncia il report fa “molto di più che oscurare le reali richieste dei manifestanti; amplificano lo scetticismo e i sospetti esistenti nei confronti dell’Ue e delle sue politiche climatiche”.
L’autore del rapporto, Charles Terroille, di Science Feedback, ha dichiarato: “Con l’avvicinarsi delle elezioni, nuove proteste offriranno un’opportunità ancora maggiore affinché la disinformazione eroda l’integrità del dialogo sul clima in tutta Europa. Attori malintenzionati e politici di estrema destra hanno già testato con successo tali narrazioni; ora dobbiamo essere preparati per il loro uso continuato”.
Intitolato “ Un terreno fertile per la disinformazione: dalla diffusione della disinformazione sui cambiamenti climatici all’indebolimento dell’azione per il clima: come le proteste degli agricoltori sono state utilizzate per influenzare il pubblico ”, il rapporto è stato sviluppato dalle organizzazioni di verifica dei fatti Newtral (Spagna) e Science Feedback (Francia) come parte del progetto Climate Facts Europe coordinato dalla European Fact-Checking Standards Network , che mira a individuare e monitorare i modelli di disinformazione prima e dopo le elezioni.
Questo rapporto è il primo di quattro pianificati per analizzare la cattiva informazione e la disinformazione identificate nel database Climate Facts come parte del progetto Climate Facts Europe, che sarà pubblicato circa una volta al mese fino a settembre in vista e nelle settimane successive al 2024. Elezioni del Parlamento Europeo.